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martedì 28 settembre 2010

La rinascita - Ottava ed ultima puntata

Torniamo alla storia di Giorgio. Serenamente entriamo in pieno autunno. Ottobre. Piove a dirotto. Le strade di Genova si trasformano in torrenti.
Piove su tutto: sui viali, sulle scalette del S.Martino sommerse dalle acque, piove sugli alberi, sui tetti e piove su una straordinaria notizia epilogo e frutto di tante sofferenze: Giorgio viene dimesso.
Sorgono nuovi timori. Uscire dalla camera sterile dopo 35 giorni è come uscire dal grembo materno, senza più protezione. E' un momento bello ma difficile. Sentiamo nostro figlio come indifeso e in difficoltà per ricominciare a vivere. Bisogna abituarsi ad andare incontro ad un periodo delicatissimo: la convalescenza con le molte cure, la ciclosporina, i frequenti esami. Ma l'incubo è alle nostre spalle. Riprendiamo le nostre occupazioni cercando di ritessere la vita normale. Ci riusciamo, anzi subentra un periodo di euforia. Tuttavia oltre un anno dopo il quadro psicologico si capovolge ancora: comincia il terrore. Tutto è pericoloso per un immuno-depresso. Un semplice raffreddore è allarme. Jacopo ha la varicella? Si trema per il pericolo di contagio. Si torna con lucidità ad elaborare con il ricordo quanto è accaduto. E si tornerà a soffrire moltissimo. Per Giorgio "il dopo" sarà ovviamente molto più drammatico (sindrome di chi esce da certe malattie). Concluderò con una nota di grande speranza, anzi molto di più perché si tratta di ricordare le parole del Prof. Marmont che ha iniziato i trapianti in Italia nel lontano 1976 vent'anni or sono. Nell'aprile del '92 il S. Martino organizzerà, a Santa Margherita Ligure un raduno di ex ammalati e delle loro famiglie. Ci ritroviamo ancora noi quattro, per una serata di grande valore psicologico e di grande emozione. Rivediamo medici, infermieri ex ammalati. La cena comincia un poco forzata, con malcelato disagio. Comprensibile se si pensa quale tragedia ha sfiorato le persone sedute intorno ai tavoli. Parla il prof Marmont. Dice cose meravigliose. Dopo aver rivolto un saluto "a coloro che non ci sono" fra l'altro dice: "....credo che nel volgere del millennio avremo sconfitto questa terribile malattia al cento per cento". L'euforia si scatena nella sala, l'orchestra intona un bellissimo valzer. Balliamo tutti: ex ammalati, i loro medici, i loro infermieri. Una serata incancellabile dalla memoria. Giorgio era tornato molto gradualmente al lavoro. Temeva di non essere più in grado. Solo sul campo poteva avere una risposta. Un giorno per lui di importanza decisiva si reca in clinica. Entra in camera operatoria con l'intenzione di non operare. Ma i colleghi appena lo vedono gli consegnano un bisturi: " a te l'onore di effettuare il 500° intervento. Vai noi ti saremo accanto". E' andato tutto meravigliosamente bene. La sera mi telefona: " in principio avevo dubbi poi non ho pensato ad altro che all'intervento. Sono come prima!!!". La sua voce usciva dalla cornetta del telefono. A tutt'oggi ha eseguito migliaia di interventi a cuore aperto. Arricchito dentro di tanta maggiore capacità di comprensione per chi soffre.
G. Noera (fratello di Elio)
(Tutti i diritti riservati)
immagine dal film-kyashan-la rinascita

Versi scritti da Giorgio durante la degenza in ospedale

CHEMIOTERAPIA

Mi demoliscono pezzo per pezzo.
E' uno squartamento chimico e i pezzi sono tenuti insieme dai più sudici elementi.
Si spara nel mucchio con alto sacrificio delle parti sane.
Ma la Signora che veste in nero e tiene le rose recise di maggio in mano, continua
a camminarmi accanto.
Il minimo diventa un traguardo.
E si matura nel profondo dove la chimica non arriva.
E' forse questo che mi farà vivere.
Ed ora, è solo il mattino.
Giorgio
8.5.91


Versi scritti da un amico per il fratello morto di leucemia a 23 anni

IL GIORNO CHE TU PARTISTI

Il giorno che tu partisti
io deposi la splendida chitarra
nel sarcofago nero e smisi
gli abiti falsi dell’adolescenza
e lasciai che i pensieri crescessero nel mio capo
cifre spaventose che gli occhi
fanno aridi e fissi e la giovinezza
tutta avvizziscono. 
… ]


Tutti i diritti riservati

8 commenti:

Lufantasygioie ha detto...

è sempre una vittoria quando qualcuno sfugge ai tentacoli del cancro....e lui ci è riuscito.Ha anche compreso cosa vuol dire trovarsi dall'altro lato,dalla parte del paziente,essere una persona con i suoi dubbi e le sue paure,i suoi sogni e le speranze per il futuro e non solo un numero ,come spesso accade.
Questa storia mi ha ricordato un film di qualche anno fa:"Un medico,un uomo".
Grazie per aver raccontato questa storia.
A presto lu

Erika ha detto...

Ciao Ambra, ho perso qualche puntata ma recupererò presto.
Un abbraccio
erika

Sandro ha detto...

Dopo questa esperiienza Giorgio è un medico completo come ce ne sono pochi perchè è in grado di capire veramente e completamente le ansie e le paure di chi è costretto ad affidarsi alla medicina. Bravissimo Giorgio.
Terribile ma bellissima la lirica per il fratello morto.

Sandra M. ha detto...

Le due liriche sono autentiche stilettate.
Il grido "Sono come prima" racchiude , avvolge e poi esplode. E commuove nel profondo.

Gabe ha detto...

una testimonianza commovente ma che regala speranza...

Pekerman ha detto...

le sfide che l'IMPREVEDIBILE ci fa piombare addosso senza preavviso sono sempre terribili e cupe. Struggente ma bellissimo

Cavaliere oscuro del web ha detto...

Questo racconto trasmette speranza,per tutti i malati di cancro.Speriamo, anche se la strada è ancora lung;che un giorno questo male viene sconfitto definitivamente.Saluti a presto

Anonimo ha detto...

Ciao Ambra! Ti seguo in silenzio ma oggi mi hai commosso e devo dirtelo! Ti abbraccio!