courtesy francisco_osorio |
Post di Giovanni
Secondo anno di Università. Armando ed Oscar preparavano
l'esame di matematica. Uno “scoglio” sul
quale tanti si erano incagliati. Per loro l'ansia sull'esito dell'esame era però solo una modesta
componente di una più
profonda incertezza. “Faremo in tempo?” si domandavano nei momenti di maggior scoramento, cui faceva sempre seguito una ventata di giovanile ottimismo:”certo che faremo in tempo e l'esame andrà meglio di quelli fin qui sostenuti. In ogni caso, se ci chiamano sotto le armi “quando torneremo” avremo un esame di meno. Le giornate passavano velocissime e presto si trovarono nel cuore dell'estate. Era sopraggiunto un caldo mese di luglio. L'esame, onorevolmente superato, era alle loro spalle e gli alleati stavano sbarcando in Sicilia. Armando ed Oscar che proprio quell'anno avevano approfondito il loro rapporto, forse anche per quell'esame preparato insieme, avvertirono la minaccia per la loro amicizia dalle molte nubi che si addensavano all'orizzonte. Come se non bastasse, Oscar doveva lasciare la città ove aveva trascorso gran parte della giovinezza, per trasferirsi in altra regione per motivi di lavoro del padre.
profonda incertezza. “Faremo in tempo?” si domandavano nei momenti di maggior scoramento, cui faceva sempre seguito una ventata di giovanile ottimismo:”certo che faremo in tempo e l'esame andrà meglio di quelli fin qui sostenuti. In ogni caso, se ci chiamano sotto le armi “quando torneremo” avremo un esame di meno. Le giornate passavano velocissime e presto si trovarono nel cuore dell'estate. Era sopraggiunto un caldo mese di luglio. L'esame, onorevolmente superato, era alle loro spalle e gli alleati stavano sbarcando in Sicilia. Armando ed Oscar che proprio quell'anno avevano approfondito il loro rapporto, forse anche per quell'esame preparato insieme, avvertirono la minaccia per la loro amicizia dalle molte nubi che si addensavano all'orizzonte. Come se non bastasse, Oscar doveva lasciare la città ove aveva trascorso gran parte della giovinezza, per trasferirsi in altra regione per motivi di lavoro del padre.
In una delle ultime sere prima della partenza i due amici
decisero di fare insieme un giro in
bicicletta. Percorsero stradine, in quei tempi tranquille, pervase dal profumo
dei tigli che l'estate aveva fatto esplodere. Quelle ultime ore le trascorsero
ora per iniziativa dell'uno ora
dell'altro azzardando pronostici sul loro confuso avvenire. Una cosa risultò loro chiara, non avvolta nella nebbia
dell'incertezza: non si sarebbero mai perduti di vista ed a guerra finita si
sarebbero riuniti e forse addirittura avrebbero sostenuto insieme i rimanenti esami: la giovinezza li
rassicurava sul tanto tempo che c'era dinanzi a loro, certi che la vita avrebbe
ricominciato a correre, partendo da là, da quella parentesi aperta quella sera.
La storia si curò subito di aprire una breccia su quelle
certezze. Armando pochi giorni dopo fu chiamato sotto le armi e dopo il
fatidico 8 settembre 1943 fu internato in un campo di concentramento in
Germania.
Oscar fu meno sfortunato anche se dovette affrontare molte
rischiose vicissitudini e trasferimenti da una regione all'altra. Ma questa è
un'altra storia.
Così Armando ed Oscar si persero di vista nonostante i loro
proponimenti. La guerra con tutte le sue conseguenze si era frapposta fra
loro e li aveva dispersi. Come avrebbero potuto immaginare cosa fosse la guerra quei
due giovani in quella lontana sera di luglio?
Per puro caso, parecchi anni dopo la fine della guerra,
sfogliando svogliatamente una rivista, Oscar
ebbe notizie di Armando. Infatti la rivista conteneva un “reportage” su
ex prigionieri italiani rimasti in Germania.
Nell'articolo si parlava della singolare storia di Armando
che era sopravvissuto nel campo di concentramento grazie all'amore della figlia
del comandante del campo, che a guerra finita, aveva sposato scegliendo di
rimanere per sempre in Germania ove aveva dato vita ad una attività
commerciale.
Grazie a quell'articolo il filo interrotto si riannodò e
nelle lettere che seguirono riemersero proponimenti di rivedersi. Ancora una
volta andarono incontro all'inganno.
Per un motivo o per l'altro, a causa ora dell'uno ora dell'altro
quell'incontro fu sempre rinviato e di differimento in differimento, di anni ne
erano passati tanti.
Poi all'improvviso, come sempre, il tempo gettò la maschera
e presentò il conto a chi stoltamente
aveva tanto confidato in esso.
Lo fece servendosi, al telefono, della voce di uno
sconosciuto parente: Armando aveva improvvisamente cessato di vivere.
Inutile interrogarsi
quasi con un senso di colpa. Era destino
che in quella lontana sera di luglio fosse avvenuto il loro
inconsapevole ultimo incontro nella vita.Giovanni
22 commenti:
Il titolo del tuo blog, tra sogno e realtà si addice proprio a questo post, racconto veramente bello e interessante cara Abra.
Buona settimana cara amica.
Tomaso
In effetti ,non possiamo sapere cosa ci possa riservare il destino.......
questo breve racconto è un monito a non rimandare un proponimento, perché non sappiamo cosa ci riserva la vita. Io ho fatto lo stesso errore, non andando da mio nonno il giorno in cui mi chiese di passare a fargli visita. Rimandai all'indomani, per pura presunzione giovanile: che poteva succedere in poche ore? Mio nonno non si è più risvegliato. E io non riuscirò mai a superare questo senso di colpa. :(
Alcune amicizie,forse anche alcuni amori,rimangono comunque sempre in un posticino,non necessariamente un angolo,del proprio cuore.
Il destino a volte dobbiamo aiutarlo .....ma è anche vero che quel che non accade in una vita può accadere in una frazione di secondo
Un saluto carissimo!
La guerra è, non ci sarebbe bisogno dirlo, un evento traumatico che spezza spesso i fili delle esistenze che si incrociano. Ma anche in pace può succedere che delle vite congiunte nell'amicizia prendano poi, per i casi più svariati, strade divergenti senza più possibilità di incontro.
il destino va aiutato ma molte volte non possiamo fare niente per cambiarlo...
ciao felice settimana !
Molto toccante.
Dovremmo davvero non rimandare mai nulla al giorno dopo, soprattutto quando sappiamo che qualcuno "ci chiama".
Abbiamo spesso la sensazione che qualcuno sia in nostra attesa e per tanti motivi..passiamo oltre...
Io ho un grande senso di colpa, ma mi consolano dicendo che è stato il destino, forse si, perchè alcuni imprevisti o casualità si sono incrociati, ma mi dico anche che, quel destino potevo assolutamente distruggerlo se avessi avuto meno riservatezza e timore di essere troppo invadente.
Insomma, a volte, bisogna andare come martelli pneumatici...quando si sa che si nella possibilità e nella correttezza di farlo.
ciaoo a tutti
La vita è imprevedibile e spesso ci soprende in situazioni che non vorremmo... perchè a volte procrastiniamo.
Non dovremmo rimandare può darsi che la vita non ci da una seconda possibilità...
Felice settimana
Che bella sorpresa trovare questo nuovo vestito del blog tutto autunnale, adoro i colori dell'autunno.
Che belle storie, mi piace sempre sentirle raccontare, ti fanno anche capire che davveroo una storia non è mai finita finchè sia ha un attimo di vita
Ho letto con interesse questo racconto di Giovanni: non si può mai dire cosa il destino ci riserva...quasi sempre si finisce col rimpiangere qualcosa o qualcuno, perché a tempo debito abbiamo perso questa o quella occasione. Complimenti a Giovanni e cari saluti a lui e alla sua signora: ricordo con piacere quando a Bologna ci siamo conosciuti. E un saluto a Ambra che ringrazio per le visite di cui mi fa dono.
E' difficile poter prevedere il futuro, forse a volte si può aiutare, ma gli imprevisti della vita fanno rimandare..chissà..era destino, peccato.
Un caro saluto a tutti voi.
Purtroppo la vita è fatta di tanti imprevisti.
Saluti a presto.
"Mai rimandare a domani quello che puoi fare oggi" dice un noto proverbio. .Chissà quanti attimi sfumati abbiamo accumulato nel corso della nostra vita! Anch'io certamente, come voi tutti, e di alcuni me ne sono pentita....
Bellissima storia caro Giovanni. Grazie di cuore.
Ciao a tutti, un saluto particolare ad Ambra ed un grazie:-)..il post lascia un po' di amarezza per qualcosa di non colto all'istante..poi il tempo fa il resto. Buona serata a tutti voi.
non sempre è possibile cogliere l'attimo fuggente,perchè proprio quando accade non possiamo sapere che forse non si ripresenterà,un racconto che fa pensare sulle tante opportunità della vita che non abbiamo preso al volo,un saluto .Ciao Ambra
Le svolte che la vita presenta sono imprevedibili anche in tempo di pace, ma il racconto rappresenta ai miei occhi anche un monito contro la guerra. Dell'ultima, tragica come ben sappiamo, ho sentito e sento tuttora diverse narrazioni abbastanza analoghe a questa.
il tempo che sfugge, il tempo che non si trova. Ce la prendiamo spesso con lui quando non siamo capaci di impegnarci nel realizzare ciò a cui teniamo.
E' brutto vivere di rimpianti, di momenti mancati, il non vissuto che non sapremo mai come sarebbe stato.
Non credo sia stata colpa del destino, come molti hanno commentato, il destino è di chi lo costruisce, è fatto di scelte non di casualità!
davvero un bel racconto che offre molti spunti di riflessione.
ciao
Caro Giovanni,
non so bene, se il tuo racconto, sia fonte di fantasia o una sincera verità celata dal tempo ... certo è che, a me, in maniera sensibile, è capitato nella vita, di salutare delle persone ... di aver voltato lo sguardo e di averle viste andar via di spalle ... per sempre ... cosa assai banale, che capita infondo a tutti ogni giorno ... eppure ci sono dei saluti ... dei momenti di collisione temporale, che molti di noi non possono dimenticare. Forse, il saluto tra Armando e Oscar quel giorno, era solo una speranza di sopravvivenza l'uno nell'altro e, forse, la volontà di rivedersi, di fondo non c'è mai stata perchè, quel lontano giorno di gioventù, li lasciava con tutti i felici ricordi. Ritrovarsi, dopo rassegnazione certa, avrebbe significato, (forse) soffrire nuovamente per la scomparsa di un caro estinto. In altre parole, non si può combattere contro ciò che sfugge nel tempo, ma bisogna lasciarlo andare perchè il suo ciclo è compiuto. Racconto bellissimo, a presto.Stefania.
La vita a volte si intreccia come la trama di un romanzo. E le vite vissute in certi periodi storici ancora di più!
Tutti cari amici avete fatto riflessioni così profonde e sentite da superare forse la malinconia ed i proponimenti del racconto. GRAZIE
PS: la storia è vera purtroppo giovanni
Giovanni il tuo racconto è molto toccante e ricco di passaggi dolci e melanconici. Ritengo comunque che le amicizie ed i rapporti veri vadano al di là dei soliti canoni abituali. Un amico vero lo porti nel cuore sempre e lo senti dentro di te anche quando non ci parli verbalmente o lo guardi negli occhi, anche se con lui non hai modo per svariati motivi di condividere con lui la quotidianità. Armando ed Oscar eran sicuramente sempre l'uno nel cuore, nella mente e nell'essenza dell'altro.
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