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venerdì 24 settembre 2010

Il trapianto - Settima e penultima puntata

E' il momento di dire che i progressi della ricerca sono continui e non smettono mai di stupire. Dal primo trapianto del 1976 ad oggi i rischi del trapianto di midollo sono stati molto
ridotti, diminuendo globalmente il rischio di complicanze dal 70% al 18%.
Per pazienti di leucemia in fase precoce, il rischio si riduce al disotto del 10%. Quindi la possibilità di guarire è aumentata dal 21% al 66% (dati forniti dal centro trapianti di midollo osseo divisione ematologica ospedale S. Martino di Genova). Prima del trapianto Giorgio subirà tre irradiazioni per un totale di 999 ran (il ran è l'unità di misura delle radiazioni). L'ultima radiazione verrà effettuata il 6 settembre, giorno del trapianto: il giorno più lungo. Quella mattina, ci rechiamo in ospedale molto presto. In tempo per assistere Mario che entra in camera operatoria (nei sotterranei del monoblocco), per il prelievo del midollo. Al termine dell'intervento, piuttosto breve, Mario viene portato ai piani superiori nella sua stanza mentre noi, per una errata informazione, continuiamo ad attenderlo in ansia dinanzi alla camera operatoria. Comunque, trafelati, arriviamo in camera sua in tempo perché al risveglio dall'anestesia, ci veda vicini. Ci dividiamo i compiti: la mamma rimane con Mario ed io corro al padiglione cinque per prendere la mia auto e così poter seguire l'autoambulanza che per la terza volta trasporta Giorgio a subire l'ultima radiazione prima del trapianto. Si rinnova più forte l'angoscia.
Il reparto di radioterapia è situato nel sotterraneo del monoblocco. La luce fredda ed impietosa scolpisce nelle pareti, nelle sedie per i parenti, nei volti ansiosi dietro la porta schermata, un'atmosfera di dramma di cui proprio non si sente il bisogno. Quel giorno la seduta dura più del solito.
L'ansia viene trasmessa anche agli addetti alla ambulanza, padre e figlio, due volontari che in breve tempo si sono affezionati a tutti noi. Dopo un'eternità la porta schermata si apre e gli addetti corrono incontro a Giorgio. Sanno, per esperienza, che quando le sedute sono lunghe, i pazienti escono debilitati e alcuni svengono. Giorgio li stupisce dicendo "nella vita ne ho viste di peggio". Tiriamo un sospiro di sollievo. Poi un dubbio mi colpisce a tradimento: Giorgio a quel punto ha il midollo totalmente distrutto. E se il recipiente contenente quello di Mario, prelevato quella stessa mattina, durante il trasporto si fosse rotto? Di tanta idiozia non sono mai stato capace di sorridere. Torno al monoblocco per assistere Mario e dare il cambio alla mamma che corre da Giorgio. Sarà con lui quando avrà inizio il trapianto. Una dolce infusione che durerà quasi tutta la notte. Nei giorni seguenti arriveranno vecchie e nuove sofferenze. Il giorno del trapianto è definito il giorno zero. Si parte da questo giorno per esaminare la nuova realtà che avanza con il midollo del donatore. Occorreranno due o tre settimane perché il nuovo midollo si insedi e cominci a "fabbricare" nuovo sangue. Trasfusioni ( globuli rossi e piastrine ) e nutrimento avverranno per via endovenosa, attraverso il catetere. Dopo undici giorni dal trapianto a noi profani sembra che tutto proceda bene anche se con tante sofferenze ( vomito, diarrea, mal di gola ). Ma non c'è mai certezza quando si ignorano tutte le complicanze possibili in una terapia. Capiremo poi perché Giorgio era tanto inquieto: globuli bianchi 350 e febbre a 40 gradi. E' il primo pomeriggio del 17 settembre : scatta l'allarme. Il Dott. Bacigalupo decide di impiegare una terapia allora in fase sperimentale. Giorgio è gravissimo. Bacigalupo mi chiede se abbiamo qualcuno a Milano. Sì il fratello rispondo augurandomi con tutto me stesso che si trovi a Milano. Parlando contemporaneamente con Mario (Dio ti ringrazio!) e con un altro telefono, con una ditta farmaceutica vicino al capoluogo lombardo, Bacigalupo ordina alla ditta di consegnare il farmaco a Mario ed a Mario di andarlo a prelevare e portarlo a Genova. Mario ritira il flacone ed a tutta velocità si dirige verso Genova. Ha il telefono in auto. Io sono in giardino vicino ad una cabina telefonica (a quell'epoca i cellulari erano privilegio di pochissimi). Si stabilisce una "triangolazione": Mario, io e tramite i ricetrasmettitori, con la mamma in camera sterile con Giorgio. Costantemente informo in quale punto dell'autostrada Mario si trova e del tempo presumibile di arrivo. La tensione è notevole. Finalmente posso annunciare alla camera sterile : " Mario sta uscendo dall'autostrada. E' a Genova!".
Il medicamento iniettato per endovena la sera stessa dà ottimi risultati. Infatti il giorno dopo Giorgio è dichiarato fuori pericolo. Le sue sofferenze non sono finite, ma un misterioso intuito svincolato da pareri medici e dalle apparenze (che sono sempre di sofferenza) ci dice che si è "svoltato l'angolo" e che si avvicina il giorno in cui Giorgio potrà rivedere Jacopo. La felice conclusione è dovuta a straordinari medici che nella indifferenza di chi dovrebbe aiutarli di più, traducono giornalmente la routine in piccoli ulteriori passi, in avanti ampliando la percentuale dei successi. Parlo del Dott. Bacigalupo (primario) e della dott.ssa Van Lint. Entrambi provengono dalla scuola del prof. Marmont con il quale hanno lavorato per anni e si sono formati. In quei giorni esce dall'ospedale Silvana. Va a casa dopo tantissime sofferenze. E' un iniezione di fiducia per noi. Il 20 settembre, cioè tre giorni dopo la grave crisi di Giorgio, riceviamo un "segno" che l'animo recepisce come l'annuncio che fra non molto saremmo tornati a casa con nostro figlio. E' una mattina con un cielo limpidissimo e con uno strascico di calore dell'estate che è passato. All'interno dell'ospedale sulla sommità di una collinetta, vi è una chiesa. Siamo attratti dalla musica che proviene dall'interno. Entriamo. Siamo assolutamente soli. Il sole entra dalle porte spalancate fin quasi a metà navata. L'organo, a note altissime, intona il valzer dei fiori di Ciajkovskij. La musica è travolgente in un ambiente eccezionale.
IL MIDOLLO OSSEO : Ha l'apparenza del sangue e, come detto, viene aspirato con speciali siringhe, dalle creste iliache (nella zona pelvica, parte posteriore estrema del bacino) del donatore, in anestesia totale (circa 600 ce). E' importante sottolineare che trattasi di midollo osseo (sito nelle ossa lunghe del corpo) e non di midollo spinale. La non chiarezza della distinzione forse è alla base di qualche perplessità nella donazione del midollo. Va detto anche che non si sono mai riscontrate conseguenze negative per i donatori. Questi dopo l'intervento vengono tenuti sotto controllo per 12 o 24 ore prima di essere dimessi. Il loro compito è terminato e la quantità del loro midollo prelevato, si ricostituirà nell'arco di una settimana. L'uso di questa potente e sicura arma terapeutica trova dei limiti per difetto di "materia prima": il midollo. Tale limitazione è stata un poco ridotta dalle "banche del midollo" che vanno sempre più arricchendosi con il diffondersi dell'informazione. Le limitazioni alle quali si è fatto cenno, dipendono dalla compatibilità fra donatore e ricevente. Solo il 25% è compatibile con un fratello. Il ricorso alle banche del midollo attualmente consente di disporre di midollo per un altro 20%. In sostanza il 50% degli ammalati non dispone di un donatore compatibile. E' evidente che tanto maggiore sarà la disponibilità di donatori, iscritti nei registri delle banche del midollo, tanto maggiore sarà la possibilità di trovarne uno compatibile. Tanto più saranno i generosi pronti, se chiamati, (potrebbero non essere chiamati mai) a donare il loro midollo, quanto più ci avvicineremo alla vittoria. A chi rivolgersi per la donazione del midollo? Vi è un registro nazionale dei donatori al Centro trasfusionale dell'Ospedale Galliera di Genova ( tel. 010 56321). A Milano vi è l'ADMO ( Ass, Don. Midollo Osseo) sito in via Aldini 72 cap.20157 (tel.02 39001170). Sedi dell'associazione sono sparse su tutto il territorio nazionale. Tutti gli ospedali sono in grado di dare informazioni e consigli al riguardo. Il volontario disposto alla donazione dovrà fare una cosa assai semplice: un normalissimo esame del sangue, tornarsene a casa e attendere, se verrà, la chiamata.
G. Noera (fratello di Elio)
 … continua all'ultima puntata
(Tutti i diritti riservati)
immagine da wellthiness.files.wordpress

9 commenti:

Gianna ha detto...

Quanti brividi mi hanno pervasa durante la lettura di questo post...
Complimenti agli ottimi medici e ai donatori di midollo osseo.

il monticiano ha detto...

Mi scopro a desiderare di tirare un sospiro di sollievo al più presto.
Tanto coinvolgente per me. Forse meglio dire molto.

Cavaliere oscuro del web ha detto...

Oggi con il trapianto di midollo osseo si riescono a salvare molte vite.Serena giornata a presto

Gabe ha detto...

Occorre stanziare più denari per le ricerche....la medicina ha fatto passi da giganti e si può fare ancora meglio!
Auguro una vita colorata a tutte le persone

Sandro ha detto...

La generosità di un fratello e la partecipazione costante di tutta la famiglia sembra diano una svolta positiva a questo dramma angosciante. Speriamo che la medicina continui a fare passi da gigante proprio in questo campo che vede tante persone malate.

Lufantasygioie ha detto...

ero rimasta indietro di 3 post,adesso recuperati.Attendo l'esito felice di questa pagina di vita e speranza,che purtroppo,non sempre si conclude positivamente.Speriamo in un futuro più ricco di donatori.
Buona serata
Lu

Giada ha detto...

Cara Ambra, purtroppo non sempre ho tempo di leggere i tuoi articoli, ed è un vero peccato. Questo post per esempio è un gioiello. I donatori di midollo sono ancora una minoranza. Io stessa, pur donando il sangue, ammetto di non aver mai avuto il coraggio di affrontare quel passo. Però quando leggo storie come questa, vorrei tanto trovare quella forza.
Ciao Ambra, buona serata

Erika ha detto...

Ciao Ambra,
leggevo questa puntata con il fiato sospeso.Una volta avevo sentito dire che donare il midollo osseo era pericoloso ma nel tuo racconto leggo che non ci possono essere conseguenze dannose e ne sono felice.
Attendo con ansia la fine della storia.
Buona notte
erika

Erika ha detto...

Scusa Ambra, prima ho lasciato un commento a questo post perchè non avevo ancora letto l'ultima puntata a causa della mia latitanza...
Serena notte.
erika