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Benvenuti nel blog collettivo creato da Ambra

domenica 18 dicembre 2011

Un uomo oggetto

Young Man Reading by  takomabibelot
Post di Doc

Ogni relazione umana sana comporta un "uso" dell'altro. Quando s'intraprende la carriera del volontariato si sa che ciò avviene. L'assistito pone bisogni di vario genere anche se non esplicitati. Ha bisogno di conforto, di compagnia, di accompagnamenti, di esser ascoltato e poter trasmettere memoria. In cambio il volontario riceve una remunerazione di stampo immateriale, perché incamera precipitati affettivi di altre vite.
Per me, la signora Rosa, vezzosamente ribattezzatasi da sé,  Orsina, è stata una miniera di stimoli. Già, perché, io che me la tiro un pochino, ma sufficientemente, sono stato messo da Lei spesso nell'angolo e "usato" in tal senso.
Rosina ha avuto una vita lunga e frastagliata. La sua stessa longevità ha avuto come contrappasso, lo sciogliersi dei legami. Donna di non convenzionale struttura e capacità aveva colmato il vuoto di scomparse o deficitarie relazioni famigliari, partecipando attivamente ad un gruppo culturale di ispirazione umanistica. Questa comunità ed il funzionamento plastico del suo cervello l'hanno mantenuta straordinariamente vitale sino a novant'anni.
Io ero il suo "reader", il suo lettore settimanale. Rosina, verso i sessant'anni era stata colpita da una degenerazione progressiva retinica, degenerazione che l'aveva resa quasi cieca. Solo un residuale brandello del suo campo visivo Le consentiva di percepire embrioni di immagini. Purtroppo, con Suo grande cruccio,  non poteva più leggere. Era passata attraverso la guerra , i bombardamenti, il fare la staffetta partigiana. Non si era abbattuta più di tanto ed attraverso la sua rete di amici , riceveva libri, riviste, ritagli di giornale con note di critica letteraria, musicale, artistica, di cronaca. Se stava bene, andava a concerti e a conferenze.
Così, secondo il nostro accordo, ogni settimana andavo nel Suo dignitoso appartamento di via Meravigli dove mi trovavo ordinatamente impilato ciò che Le interessava. Il signor Franco, così mi chiamava, era atteso e protocollarmente invitato a bere il caffè con annesso cioccolatino Fiat. Quindi si procedeva con l'usuale rito della lettura. Lei che aveva affanni respiratori, ogni tanto mi fermava, preoccupata del mio sforzo e conversavamo. Certo, Rosina era interessata alla mia vita, ma non in maniera invadente. Aveva preso per buona, la mia dichiarazione di aver lavorato nel settore delle risorse umane di un ente pubblico, senza specificare d'esser medico. Un'unità operativa neuropsichiatrica è un'agenzia di risorse umane, a volte residuali. Una innocente balla a metà. Se avesse saputo la mia vera qualifica non avrei avuto più scampo e avrei cambiato funzione per Lei. Non doveva averla bevuta integralmente. Si stupiva del mio lessico adeguato alle Sue ricorrenti traversie sanitarie, e si stupiva del mio disinvolto trasgredire gli orari di visita negli ospedali dove veniva ricoverata per crisi respiratorie sempre più ravvicinate. Come noto,  la mia corporazione fruisce di qualche privilegio.
Nei due anni e passa del nostro scambio, mi ha fatto leggere d'ogni carta, offrendomi occasioni di riflessioni e d'aggiornamento umano
L'ultimo testo che abbiamo letto, nella primavera scorsa è stato uno straordinario saggio di un filosofo e di una psichiatra francesi, scritto sulla scorta dell'esperienza accumulata in un ospice per malati terminali. Trattava dell'accompagnamento alla morte. Quasi una premonizione.
All'approssimarsi dell'estate, Rosina era stata ricoverata in un centro di recupero per broncopneumopatie sul lago di Como. In un'ultima asfittica telefonata mi aveva opzionato per settembre. Non è stato così. Un telefono troppo muto, al rientro dalle vacanze, mi ha riportato in via Meravigli. La sconsolata e rammaricata portinaia, mi ha comunicato la Sua scomparsa. Non è perché è quasi Natale,  e sono temporalmente più buono, ma mi manca.
Doc

29 commenti:

Tomaso ha detto...

Buona domenica a tutto il gruppo.
Tomaso

Tiziano ha detto...

Fare del volontariato, a delle persono malate o anziane penso sia il lavoro più difficile che ci sia e ammiro queste persone,
auguro a tutti/e voi una serena domenica.

Tiziano.

❀~ Simo ♥~ ha detto...

Una testimonianza toccante! Doc sono sicura che da lassù Orsina ti proteggerà e veglierà con cura e amore

Carla, i colori...pensieri della mia mente. ha detto...

Tanta ammirazione e lode per queste dimostrazioni di umanità che non sono mai scontate.
Un abbraccio

Erika ha detto...

Racconto toccante che mette in evidenza ancora una volta come tra due sconosciuti possa crearsi un feeling.Lodevole la tua dedizione alla cara signora Rosina.
Buon Natale Doc!

Lufantasygioie ha detto...

ti sarebbe mancata anche se fosse stato la Liberazione...
non sembra eppure il tempo che si trascorre con queste persone ti entrano dentro,i ricordi faranno parte dei tuoi.
Donna forte che ha saputo vivere fino in fondo.
Buona serata

Ambra ha detto...

Se già non fossi una volontaria, dopo aver letto il tuo racconto, ne avrei gran desiderio per provare anch'io le tue emozioni, in un salutare atto di egoismo.
Un uomo oggetto come titolo? Forse, ma un uomo che ha nobilitato "l'arte" del volontario.

Giovanna ha detto...

fantastico post buona serata

Gabriella ha detto...

Un meraviglioso scambio d'affetto e solidarietà.

Buon Natale a tutti voi.

Marica ha detto...

Che emozione....complimenti a tutti voi!!!

Un bacione

Marica

Luigi ha detto...

adesso sarà lei che aiuterà te, vedrai...

Lufantasygioie ha detto...

passo per ringraziarti del tuo commento e per ricambiare il tuo augurio per Natale
Saluto tutti voi.
lu

Stefano ha detto...

Mi associo a tutto ciò che è stato eloquentemente descritto in questo interessante post.
Auguri e buon lavoro a tutti i volontari.
Stefano di Semplici Conversazioni

Cavaliere oscuro del web ha detto...

Auguro a tutti un buon inizio di settimana.

Ninfa ha detto...

Da quando mia mamma è ricoverata ho avuto modo di conoscere più da vicino la realtà del volontariato: persone che sanno andare incontro, con sensibilità e generosità, alle esigenze dei malati. Se non ci fossero loro a colmare i vuoti lasciati dai familiari o dal sempre carente personale sanitario, non so proprio chi si prenderebbe cura di alcune persone. Molto bello e commovente il tuo racconto su Orsina, capisco come ti possa mancare, ma credo che il suo ricordo ti terrà compagnia con dolcezza. Ciao, Doc.

L'angolo di raffaella ha detto...

Il volontariato è sicuramente l'espressione più bella della dimensione umana.
Accoglienza... sostegno... ascolto... disponibile alle esigenze altrui... tutto compendiato in quella piccolissima parola "uso" che da tanto all'altro...
Due vite che si incrociano e lentamente si legano d'affetto...
Le tue parole,Doc, mi hanno commosse... lei ora può leggere da sola e sicuramente vorrà veglierà su di te...
Felice settimana

Anonimo ha detto...

Un'esperienza di vita, di incontro, di conoscenza, di affetto come molte di quelle legate al volontariato dove si ci si accorge che vi è un donarsi reciproco. Si dona qualcosa di se... il proprio tempo, le proprie capacità come ad esempio quelle di leggere o saper ascoltare, ma si riceve molto di più.
Grazie Doc per averci fatto conoscere Orsina, parlare di lei te la fa sentire ancora vicina!
ciao

Rita Baccaro ha detto...

non so perchè sono risultata anonima.. ogni tanto blogger mi fa qualche scherzetto.
Il commento precedente è il mio al quale aggiungo un grande abbraccio a tutti!
Rita Baccaro

Adriano Maini ha detto...

Devo premettere anch'io che non intendo essere buono perché vicini a Natale, ma questo racconto mette in evidenza due vite diverse, ma entrambe ampiamente meritevoli di essere conosciute. La signora ha compiuto il suo servizio civile da partigiana. Il medico lo fa ancoraa tempo pieno. Entrambi connotati di grande curiosità umana e culturale, con inevitabile maggiore bagaglio di preparazione per il professionista che é anche volontario sensibile, hanno realizzato insieme per il breve tratto possibile una trama di vita esemplare.

Unknown ha detto...

Certo che Ti manca...e come potrebbe essere diversamente...
un'Anima che Ti ha donato, mentre Tu Ti recavi da Lei per donarti...
la Tua esperienza è sinfonia dell'incontro...
perchè, quando si dona, sorprendentemente si riceve...
a volte in misura , pure maggiore a ciò che si è donato...
grazie per averne condiviso il divenire qui...
sereno giorno "Doc"..
un Sorriso..
dandelìon

riri ha detto...

Un ricordo che ti fa onore Doc, gli anziani e gli ammalati sono spesso troppo soli, ma c'è sempre una luce, qui sei stato tu Doc.
Un caro saluto a tutti voi.

Sandra M. ha detto...

Che straordinario ed intenso scambio, Doc. Un racconto così fa davvero nascere il desiderio di provare le stesse intense emozioni.
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Tanti auguri a tutti quanti voi..."Seneca" al completo!

L'infinito di Crib ha detto...

Il limite tra quello che si dona e si riceve è fatto di piccole differenze. La grandezza è fatta dal riconoscerle. Nel mancarti si capisce il bene che ha fatto la presenza di Rosina. Il ricordo già da i suoi frutti con riflessioni per te e per noi.

Unknown ha detto...

una finestra sul mondo dei volontari, che svolgono un "lavoro" encomiabile, portando compagnia e assistenza a persone che senza di loro sarebbero perse. La "tua" Rosa-Orsina, caro Doc, mi ha fatto venire in mente la "mia" Rosina. La mia bisnonna, innamorata della vita, morta a 102 anni. Anche lei ha dovuto trasferire su altro il venir meno (giorno dopo giorno, anno dopo anno) di parenti e amici. Amava stare seduta vicino a me, in religioso silenzio, mentre studiavo. Voleva che ripetessi ad alta voce, perché lei potesse sentire una lezione di storia o di letteratura. Che poi capisse poco, non le importava. Grazie per quello che fai e per averlo condiviso con noi! P.S. cara Ambra, colgo questa occasione per farti i miei più sinceri auguri di un sereno Natale. Un abbraccio

Antonella Riviello ha detto...

Tanti cari affettuosi auguri di Buon Natale a tutti voi e alla carissima Ambra scusandomi per la mia lunga assenza... Spero di trovare un pò del tempo che mi manca ... Un abbraccio!

Paolo ha detto...

Ho letto più volte questo post, e devo ammettere che mi ha piacevolmente colpito: per lo stile garbato di chi racconta la propria esperienza nel volontariato, e per la protagonista, la Sig.ra Rosina.

Fa riflettere la forza e l'impegno di chi pur limitata a causa della salute e dell'età, non si arrende trovando stimoli svariati e forzando a volte la propria natura (lei stessa si è ribattezzata Orsina, doveva avere un carattere per lo più schivo e solitario) dimostrando al tempo stesso una non comune capacità di apertura ed interesse a ciò che le girava attorno.
Fa tenerezza il modo con cui Doc tratteggia la storia,e rende partecipe chi legge dell'importanza di un incontro tra due esseri umani, dello scambio reciproco e disinteressato che fa bene ad entrambi, è di sostegno ed aiuto per migliorare o alleviare il vuoto esistenziale, con il desiderio di rapportarsi a chi è sinceramente interessato al nostro vivere a cui di rimando si risponde ricontrocambiando con altrettanta attenzione ed interesse.
Quando si prova un senso di perdita, come se a mancare fosse un proprio caro, significa che quell'incontro ha donato qualcosa di molto prezioso, l'occasione per vedere la propria vita con altri occhi, un momento di vero arricchimento e progresso personale, come se certe persone fossero mandate come angeli custodi a ben indirizzare la propria vita.

Mirco ha detto...

Ciao Doc,

Trovo bellissima questa tua leggerezza frizzante nello scrivere...talento che in questo caso si è rivelato particolarmente prezioso poichè hai raccontato un nodo dell'anima, ovvero un viaggio del cuore con semplice bellezza.

Devo anche dire che poi mi è stato anche particolarmente utile poichè ho provato - pur con modalità radicalmente diverse - una sorta di lutto simile al tuo con la "mia" assistita, la Signora Libera.

Raccontare ora quello che si muove dentro è difficile, e non ci provo neanche perchè fatico a manifestare in via scritta - poi sul web - quel che sento.

Ma...Doc...una domanda: necessariamente ogni rapporto umano *deve* avere un ritorno? E' solo così che funziona ?

Grazie
Mirco :o)

Mirco ha detto...

DA PARTE DI DOC

Ciao a tutti,

nel corso di un bello scambio di mail, Doc mi ha chiesto di ringraziare a nome suo tutti i "commentatori" per la loro visita...

Per i più interessati, Doc ha dato una risposta alla mia domanda, che era:

"...necessariamente ogni rapporto umano *deve* avere un ritorno? E' solo così che funziona ? ..."

Dicendomi che - fatti salvi alcune persone "special" come i genitori e i "santi", ovvero le persone di elevata caratura ed evoluzione spirituale, di riffa o di raffa più o meno...

Che dire?


Nota per i più piccini: di riffa o di raffa l'ha detto il sottoscritto e non Doc.

;o)

Saluto



rispondendo alla mia domanda

Ambra ha detto...

Tra Mirco e Doc ... siete proprio una bella coppia (bella nel senso di un po' strani).
In ogni modo non mi sembra del tutto vero quello che dice Doc.
I santi non so, ma i genitori...
E come la mettiamo con il padre padrone?
E la madre che odia la nuora perché le "ruba" l'amore del figlio o qualcosa del genere? E' un classico.
E non così raro.