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sabato 2 maggio 2009

Sens’Azione

Quando il buon senso è agire…
Fabrizio Melocchi ha letto questo testo in internet e pensato che potesse interessare anche chi ancora non lo conosceva, chiunque l’abbia scritto.

Oggi piangiamo la scomparsa di un caro, vecchio amico, il Buon Senso, che fu con noi per molti anni. Nessuno sa con precisione che età avesse, perché i suoi dati anagrafici vennero persi molto tempo fa in disguidi burocratici. Lo ricorderemo per aver avuto care lezioni valide come le seguenti:  
  • Capire quando era il caso di entrare in casa per uscire dalla pioggia;
  • Per quale ragione l’uccello che si sveglia per primo trova il verme;
  • La vita non è stata sempre giusta, e forse è stata colpa mia.
Il Buon Senso viveva secondo principi semplici e finanziariamente solidi (non spendere più di quanto guadagni) nonché ragionevoli strategie (gli adulti, non i bambini, siano al comando).
La sua salute cominciò a deteriorare rapidamente quando delle regole ben intenzionate ma eccessive presero il sopravvento. Notizie di un bambino di 6 anni incolpato di violenza sessuale quando baciò una compagna di classe; liceali sospesi dalla scuola per essersi sciacquati la bocca con una lozione disinfettante dopo pranzo; e un’insegnante che perse il posto di lavoro per aver sgridato uno scolaro indisciplinato, non fecero che peggiorare la sua condizione.
Il Buon Senso perse terreno quando dei genitori attaccarono gli insegnanti per aver fatto il lavoro che loro stessi non erano riusciti a fare nel disciplinare i loro figli riottosi. Peggiorò ulteriormente quando alle scuole venne richiesto di procurarsi l’assenso dei genitori per amministrare una lozione solare o un’aspirina a uno studente; ma venne impedito loro di informare i genitori quando una studentessa restava incinta e desiderava abortire.
Il Buon Senso perse la voglia di vivere quando le chiese divennero delle organizzazioni affaristiche; e i criminali vennero trattati meglio delle loro vittime. Il Buon Senso subì un grave colpo quando non potevi più difenderti dai ladri nella tua stessa casa e il ladro poteva farti causa per essere stato assalito. Il Buon Senso perse la volontà di vivere dopo che una donna non riuscì a capire che una tazza fumante di caffè era anche calda. Se ne rovesciò un po’ in grembo, e le venne subito dato un forte risarcimento.
Il Buon Senso è stato preceduto nella morte dai suoi genitori, Verità e Fiducia, da sua moglie, Discrezione, da sua figlia, Responsabilità, e da suo figlio, Ragione.
Sopravvivono i suoi quattro fratellastri:
- Conosco i Miei Diritti - Voglio Tutto Subito - E’ colpa di Qualcun Altro - Sono Una Vittima
Non molti erano presenti al suo funerale perché pochi hanno realizzato la sua scomparsa.
Anonimo
image courtesy of s0cialanimal-cc

8 commenti:

Ambra ha detto...

Ciao Fabrizio. Condivido. Certo la mancanza di Buon Senso contraddistingue spesso avvenimenti, decisioni o dichiarazioni di personaggi pubblici e non. Il testo ne esaspera i contorni, però quanto sono veri molti degli eccessi ai quali fa riferimento e ai quali abbiamo assistito.

Ida ha detto...

Ciao Fabrizio, grazie per questo ironico e drammatico spunto di riflessione!
Sono convinta che se ognuno di noi, attraverso un percorso personale, ricuperasse un pò di quel perduto Buon Senso, saremmo tutti più sereni e quindi più felici.
Ida

fabrizio melocchi ha detto...

Ciao "ragazze"condivido in pieno quanto scrivete,infatti ci vorrebbe così poco aver un pò di buon senso,ma è così difficile,come dice sempre giustamente Ambra,basta osservare gli ultimi accadimenti pubblici!!!!A presto Fabrizio

Ambra ha detto...

Devo dirti, Fabrizio, che il termine "ragazze" da te usato è un vero potente ricostituente, altro che la melatonina, la cosiddetta "pillola della giovinezza". Ci hai offerto una sorsata di allegria, salute e benessere ...

Fabio ha detto...

Ciao Fabrizio, ciao ragazze, anche io ho notato che il Buon Senso sia il grande assente del nostro vivere civile che per questo diventa sempre meno civile. In particolare mi soffermerei sulle capacità educative delle famiglie, giacchè la scuola non puo' nulla se le famiglie distruggono le nozioni, lo spirito critico, i valori che la scuola dovrebbe aiutare a trasmettere. Mi viene in mente l'immagine di queste mamme di oggi, tutte intente a portare avanti le loro carrozzine come una bandiera, a queste mamme che hanno perso il bello e la delicatezza dell'accudimento sfiancando i loro figli di corsi, impegni, prestazioni... ecco che ritorna il concetto di bandiera, di esibizionismo, del figlio trattato come la bella automobile più bella e più potente di quella del vicino. E' l'ego a farla da padrone, è il figlio che ha tutti i diritti e nessun dovere, nessuno gli insegna a convivere civilmente ma solo a sopraffarre ed esigere. Chiedere ed essere soddisfatto. E' la bandiera che viene piantata sul punto più alto rispetto a quella degli altri.
Questi comportamenti mi indignano, c'è poco da prendersela con la scuola o con la società. Questi genitori che non fanno altro che scattare foto digitali ai propri figli come se fossero piccoli personaggi dello spettacolo mi danno il voltastomaco. Perchè questo atteggiamento induce comportamenti e genera personalità incapaci di coesistere con le esigenze degli altri e con il concetto stesso di civiltà.

Ambra ha detto...

Ciao Fabio. Per una volta non sono interamente d’accordo con te. Scattare foto implica anche altri significati, ma non è questo il punto. Questi genitori sono il prodotto di una società che ci ha invitato ad un’orgia di benessere che ha oscurato tutto quanto non aveva stretta attinenza con il “materiale”, il danaro, la vacanza, l’esibizione di qualsiasi oggetto rappresentativo di uno status symbol. La componente mercantilistica ha fatto leva in modo esasperato su questa nuova tendenza che ha visto la rinuncia all’affermazione del proprio io attraverso la ricerca e la crescita di qualità morali e conoscitive a favore della proiezione di una immagine della propria ricchezza o pseudo tale.
Ma credo che si dovrebbero fare delle distinzioni almeno per quanto riguarda l’educazione dei figli. Da un paio d’anni mi capita di frequentare o di osservare spesso bambini e adolescenti e talvolta anche i loro genitori proprio in ambito scolastico. E a fianco dei genitori che vanno a scuola a schiaffeggiare i professori perché si sono permessi di richiamare al suo dovere il loro “piccolo” (è successo a Quarto Oggiaro) ce ne sono tanti, ma davvero tanti che si comportano ben diversamente. Solo, non fanno notizia. Non è detto che non siano la maggioranza.

fabrizio ha detto...

Caro Fabio,sono parzialmente d'accordo con te ,sono completatamente d'accordo che è sempre questo "fottutissimo" ego che ci frega!!

Fabio ha detto...

Ciao Ambra, spero sia come dici, evidentemente si sente più un albero che cade che una foresta che cresce.... in questo caso però mi sembra che gli alberi a cadere siano moltissimi e il terreno sul quale dovrebero ricrescere particolarmente arido.
Non sono ottimista in questo, i genitori di oggi mi deludono molto, ben più di quanto mi abbiano deluso quelli della mia infanzia.
Il discorso è che non sembra ci sia più nulla da trasmettere che sia in coerenza con un senso di miglioramento della civiltà, del senso del vivere comune, dei valori in senso stretto, quelli che un tempo scrivevamo con la lettera maiuscola. La società mercantile è certo la causa, ma i soggetti non possono trarre dall'ambiente un alibi per non riflettere sul senso e sull'arricchimento morale della propria vita e di quella dei propri figli.