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lunedì 22 febbraio 2010

Lettera aperta di Elvira Dones

Sta girando in Internet questa lettera aperta della scrittrice albanese Elvira Dones al premier Silvio Berlusconi in merito alla sua battuta sulle "belle ragazze albanesi", quando ha attaccato gli scafisti e ha chiesto più vigilanza all'Albania, aggiungendo poi:


"Faremo eccezioni solo per chi porta belle ragazze".
Senza commenti, desidero solo aiutare a diffondere queste considerazioni.
Ida Conti
"Egregio Signor Presidente del Consiglio, le scrivo su un giornale che lei non legge, eppure qualche parola gliela devo, perché venerdì il suo disinvolto senso dello humor ha toccato persone a me molto care: "le belle ragazze albanesi". Mentre il premier del mio paese d'origine, Sali Berisha, confermava l'impegno del suo esecutivo nella lotta agli scafisti, lei ha puntualizzato che "per chi porta belle ragazze possiamo fare un'eccezione."
Io quelle "belle ragazze" le ho incontrate, ne ho incontrate a decine, di notte e di giorno, di nascosto dai loro magnaccia, le ho seguite da Garbagnate Milanese fino in Sicilia. Mi hanno raccontato sprazzi delle loro vite violate, strozzate, devastate. A "Stella" i suoi padroni avevano inciso sullo stomaco una parola: puttana. Era una bella ragazza con un difetto: rapita in Albania e trasportata in Italia, si rifiutava di andare sul marciapiede. Dopo un mese di stupri collettivi ad opera di magnaccia albanesi e soci italiani, le toccò piegarsi. Conobbe i marciapiedi del Piemonte, del Lazio, della Liguria, e chissà quanti altri. E' solo allora - tre anni più tardi - che le incisero la sua professione sulla pancia: così, per gioco o per sfizio.
Ai tempi era una bella ragazza, sì. Oggi è solo un rifiuto della società, non si innamorerà mai più, non diventerà mai madre e nonna. Quel puttana sulla pancia le ha cancellato ogni barlume di speranza e di fiducia nell'uomo, il massacro dei clienti e dei protettori le ha distrutto l'utero.
Sulle "belle ragazze" scrissi un romanzo, pubblicato in Italia con il titolo Sole bruciato. Anni più tardi girai un documentario per la tivù svizzera: andai in cerca di un'altra bella ragazza, si chiamava Brunilda, suo padre mi aveva pregato in lacrime di indagare su di lei. Era un padre come tanti altri padri albanesi ai quali erano scomparse le figlie, rapite, mutilate, appese a testa in giù in macellerie dismesse se osavano ribellarsi. Era un padre come lei, Presidente, solo meno fortunato. E ancora oggi il padre di Brunilda non accetta che sua figlia sia morta per sempre, affogata in mare o giustiziata in qualche angolo di periferia. Lui continua a sperare, sogna il miracolo. E' una storia lunga, Presidente... Ma se sapessi di poter contare sulla sua attenzione, le invierei una copia del mio libro, o le spedirei il documentario, o farei volentieri due chiacchiere con lei. Ma l'avviso, signor Presidente: alle battute rispondo, non le ingoio.
In nome di ogni Stella, Bianca, Brunilda e delle loro famiglie queste poche righe gliele dovevo. In questi vent'anni di difficile transizione l'Albania s'è inflitta molte sofferenze e molte ferite con le sue stesse mani, ma nel popolo albanese cresce anche la voglia di poter finalmente camminare a spalle dritte e testa alta. L’Albania non ha piu pazienza né comprensione per le umiliazioni gratuite. Credo che se lei la smettesse di considerare i drammi umani come materiale per battutacce da bar a tarda ora, non avrebbe che da guadagnarci.”
© Riproduzione riservata (La Repubblica, 15 febbraio 2010) - immagine da DonesMedia.net

5 commenti:

Miss Hope ha detto...

Nessun commento anche da parte mia: la lettera "parla" già abbastanza da sola.
Una speranza però: che qualcuno sia riuscito a farla leggere al nostro Egregio Signor Presidente del Consiglio, il quale perde il pelo, ma purtroppo non il vizio (tra gli altri) di fare battute quanto mai squallide e deprecabili.

Jennifer Yukos ha detto...

sono anche io d'accordo su quello che è il contenuto della lettera

Fabio ha detto...

se fossero le battute di cattivo gusto il problema dell'italia saremmo un paese normale con un problema di cattivo gusto.... ma il problema è di ben altra natura e non riguarda ne' il l'estetica ne' la gradevolezza formale dei comportamenti. Mi astengo dall'approfondire oltre, se quando carico la lavatrice tiro fuori i vestiti completamente lacerati non mi soffermo sul particolare che il colore del pulsante dell'avvio non è intonato con il resto dei pulsanti....

Ambra ha detto...

Non capisco bene il tuo commento Fabio. Non mi sembra che nessuno - né nei commenti né nel testo - abbia posto l'accento sul cattivo gusto delle parole usate.
Sono comunque d'accordo, come tutti penso, che il problema è un altro - anche se c'è comunque anche una questione di "cattivo gusto" che - in questo caso - passa ovviamente e ampiamente in secondo piano.

Fabio ha detto...

ciao Ambra,
sarò più chiaro: mi viene da ridere quando sento contestare il cattivo gusto di qualcuno (mi sembra che la lettera sia indirizzata a qualcuno in particolare) o magari l'avventatezza di quello che dice quando questo qualcuno è coinvolto in ben altre situazioni.
Mi sembra che l'esempio che ho fatto sulla lavatrice sia esemplare e molto chiaro