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giovedì 10 settembre 2009

Per non dimenticare

Uno degli aspetti più tristi della crisi economica che sta attanagliando l’Italia, e il resto del mondo, e su cui si è soffermato di recente anche il prof. Umberto Veronesi in un suo articolo, riguarda quegli anziani (e sono tanti purtroppo!)
che si ritrovano a tirare avanti con una pensione sempre più misera e svalutata per rapporto al costo della vita. Eliminate tutte le spese superflue (si fa per dire) eliminabili, ridotte al minimo le spese ineluttabili tipo le bollette di luce, gas e telefono, è stato appurato che per cercare di arrivare a fine mese molti anziani si sono messi a saltare uno dei due pasti quotidiani! E questo penoso risparmio non colpisce solo la quantità del cibo ma anche la qualità: cibi più energetici e più salutari come carne, pesce, frutta e verdura sono anche i più cari, per cui molto spesso vengono sostituiti da alimenti con un prezzo più abbordabile, tipo pasta e patate.
Naturalmente questa malnutrizione dovuta alla crisi non contribuisce certo a migliorare le patologie di cui quasi sempre le persone in età avanzata soffrono (vedi diabete, osteoporosi, ipertensione, cardiopatie, solo per citare le più comuni).
A ciò si aggiunge che per molti anziani già il solo fatto di essere soli e di dover quindi cucinare unicamente per sé stessi non rappresenta certo uno stimolo verso il cibo, anzi la preparazione e la consumazione del pasto diventa il più delle volte un “peso”, tenuto conto anche dei vari annessi e connessi quali fare la spesa, lavare i piatti, scendere a buttare i rifiuti nei vari contenitori: questa situazione poi è spesso aggravata da problemi di salute (tra cui, in primis, quelli relativi a denti e masticazione), che costituiscono un ulteriore ostacolo alla degustazione del cibo. Questa perdita della voglia di mangiare nelle persone oltre i 75 anni (tra l’altro più marcata nelle donne che negli uomini) è stata anche oggetto di un recente studio svedese che ha rilevato come sovente arrivino in ospedale anziani in stato di denutrizione, seppure non tutti questi pazienti risultino in condizioni disagiate.
Quando a questa situazione di solitudine e depressione si aggiunge poi l’aumento spropositato che hanno avuto negli ultimi anni in Italia i generi alimentari (e non solo quelli) e, in parallelo, la perdita del potere d’acquisto che hanno subito gli stipendi e le pensioni, non c’è da stupirsi se molti anziani per mancanza di soldi sono costretti a tirare letteralmente la cinghia saltando i pasti. E non c’è da stupirsi, ma da intristirsi ulteriormente, se in futuro vedremo, nel caso la situazione economico-sociale non dovesse migliorare, sempre più italiani anziani (e non) in fila, per chi ancora ce la fa e se la sente di farlo, presso le mense gratuite delle organizzazioni caritatevoli.
Mimma
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3 commenti:

Mirco ha detto...

Mirco ha detto...

Una mattina di Maggio dell'anno scorso, mia madre mi chiama al telefono, mentre stavo recandomi in auto al lavoro.
Dopo alcune chiacchere, di quelle leggere che riscaldano però il cuore, mia madre mi racconta una cosa...
- "...guarda, mi ha data una stretta al cuore vederli rovistare nel rusco della Coop..." (rusco in bolognese è il pattume)
- "Ma veramente, Mamma?"
- "Si! Ma io dico...uno lavora una vita, per una vita fa sacrifici e adesso che è vecchio non ha neanche da mangiare??!? Ma neanche da mangiare, capisci?!?"

Mi viene un po' da piangere

- "Poi guarda...una signora la conoscevo di vista, e superato un po' l'imbarazzo mi ha raccontato che hanno delle spese mediche davanti, e le medicine e le visite dal professore costano tanto e allora devono scegliere se comprare le medicine o mangiare <...> "

Questa è stata una delle molle che mi ha spinto a fare il volontario

Si possono dire e pensare tante cose...tra tutte fa specie che le cose più naturali che ci sono - nutrirsi e stare in salute - e che la Natura regala in abbondanza, siano proprietà di qualcuno che vende a qualcun'altro.

Che dire? Per fortuna che i supermercati buttano via tanto cibo

Mirco

Anonymous ha detto...

Bravo Mirco,condivido pienamente la morale del tuo commento!!!!
A presto
Fabrizio

Fabio ha detto...

Purtroppo devo constatare che molti anziani indigenti vivono la loro condizione come una colpa che li spinge in una fase depressiva. L'anziano dovrebbe capire che non è una sua colpa quella di dover dipendere in modo sempre più stretto dalla società che lo rirconda ed alla quale, per una vita intera, ha contribuito con sacrifici.
Nell'anziano manca, purtroppo, la cultura della rivendicazione dei propri diritti, un anziano che vive di stenti è un'accusa gravissima alle nostre istituzioni ed alla loro inadempienza nei confronti delle categorie più deboli. Bisognerebbe usare questo come arma politico/culturale, anzichè chiudersi nel proprio isolamento... e soprattutto gli operatori dovrebero smetterla con il pietismo e l'atteggiamento caritatevole trasmettendo agli anziani che, quello che stanno facendo per loro, è per loro un sacrosanto ed acquisito diritto.
Da esigere a testa alta.