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Benvenuti nel blog collettivo creato da Ambra

domenica 21 giugno 2009

Donarsi lungo il Viaggio (della Vita)

Un giorno mi sono posta la domanda: volontari si nasce o si diventa? Ho cercato una risposta riflettendo sul corso della mia vita.
La mia situazione familiare, seconda di cinque fratelli, mi ha portato spesso a
occuparmi dei “piccoli”. Era normale doversi occupare dei fratelli, qualche volta anche un po’ seccante perché non sempre ne avevo voglia. Un giorno, per caso, sono andata in gita con amici, senza fratelli ed ho scoperto che era molto più piacevole non dovermi occupare degli altri! Ho continuato però a seguire i fratellini!
Passati gli anni, alla fine del liceo, ho conosciuto un gruppo di giovani che si occupava di bambini disabili: qui è avvenuto l’ incontro con il volontariato. Ho iniziato a frequentare il Piccolo Cottolengo di Don Orione allora in espansione a Milano, per cercare di insegnare qualche cosa alle” mongoline”, come chiamavamo affettuosamente le piccole down, e alle altre bambine mentalmente disabili: non imparavano nulla, anche perché noi non sapevamo insegnare, ma l’incontro aveva creato un rapporto di affetto, da parte loro, incondizionato e pieno di gioia. L’incontro è stato difficile: non avevo mai conosciuto bambine così particolari, i loro comportamenti per me inimmaginabili mi turbavano molto. Scoprivo un mondo mai pensato, perché, per fortuna, nella mia numerosa famiglia di cugini non c’era nessun “diverso”. Le bambine mi hanno adottato, donandomi, in cambio di quel poco che io potevo dar loro, incredibili espressioni di gioia ed affetto ! Erano tutte bambine abbandonate da famiglie non in grado di accudirle o spaventate dal peso delle cure necessarie alla loro condizione. Bisogna pensare che allora, fine anni ’50, le bambine nell’istituto erano “ricoverate, assistite” senza tutte le prevenzioni e le cure che ci sono ora!
Dopo qualche anno per il lavoro e gli impegni familiari ho dovuto interrompere quella attività che però mi ha lasciato un profondo ricordo di calore e di affetto. Qui voglio esprimere nel ricordo, la stima e l’ammirazione per quella Suora che aveva dedicato tutta la sua vita con dedizione e affetto a quelle povere bambine abbandonate.
In seguito il lavoro mi ha tenuto in contatto diretto, per molti anni con il mondo operaio: dovevo seguire il lavoro di molte donne. Un mondo anche questo per me completamente nuovo: in quegli anni poi c’era un grande distacco, una grande differenza di trattamento tra impiegati e operai ed io convinta dell' esistenza di molte ingiustizie, ho cercato di aiutare soprattutto le donne quando si trovavano in difficoltà, mettendomi anche talvolta in contrasto con i “Capi”.
Finito il lavoro, mi sono avvicinata ai “vecchietti” del Pio Albergo Trivulzio. Per quasi cinque anni ho partecipato alle attività ludiche (tombole, giochi di vario genere) in un gruppo di volontari. Ma la situazione mi era troppo penosa: partecipavo troppo alla loro evidente decadenza, e alla loro scomparsa, per cui ho interrotto quella attività.
Nel frattempo ho saputo dell’esistenza del Movimento per la vita: condividendo molta parte degli obiettivi della associazione ho iniziato a collaborare con lavoro di segreteria, partecipando a incontri, conferenze e convegni. Ora continuo nella mia collaborazione.
E ancora, con altre amiche, ho organizzato e riordinato la biblioteca della mia Parrocchia. Questo lavoro, concluso in quasi cinque anni, purtroppo ha avuto scarso successo: nessuno legge!
Da qualche mese mi sono avvicinata a Seneca : ho seguito il corso di preparazione e ho iniziato a collaborare in un gruppo di animazione per gli anziani …
E TUTTO QUESTO E’ VOLONTARIATO !? A VOI LA RISPOSTA!
(Io mi sono data una risposta, … ma la tengo per me)
Maria Coletti
image cc by Foxtongue

2 commenti:

Ida ha detto...

Ciao Maria, sono Ida, conduttrice dei gruppi Seneca "Io parlo...io ascolto".
Per rispondere alla tua domanda finale, mi viene in mente l'avvertimento di un nostro docente all'Università del Volontariato "Dovrete fare attenzione a non diventare volontari alle cinque de la tarde, dopo che per otto ore vi sarete comportati seguendo solo il vostro individualismo".
A me sembra che tutto quanto racconti del tuo percorso parla di una persona che ha fatto del volontariato un semplice modo di essere, indipendentemente dal numero di ore dedicate.

Ambra ha detto...

Certo che è volontariato, il tuo! Il vero volontariato. E non somiglia per nulla a quello che ha come obiettivo principale ed unico l'esibizione di sé e l'affannosa ricerca di uno spazio di affermazione a scapito di ogni e qualsiasi altra esigenza.
Un volontariato dove si soddisfa un esasperato bisogno di ammirazione degli altri. Ed è sgradevole dover constatare che chi lo esercita non ne riconosce la funzione utilitaristica che pure gli ha dato, sentendosi molto buono e generoso.
Credo che la prima regola di un Buon Volontario sia quella di prendere coscienza che occuparsi degli altri fa bene anche a se stesso e questo gli servirà a riguardarsi con più umiltà, mettendo l'altro e non se stesso in primo piano.