Testo di Cristina
courtesy |
DRIN DRIN! squilla il telefono.
“Signora Izzo?”
“Si sono io…”
“Buongiorno siamo l’agenzia interinale Cecco, lei ci ha mandato un suo curriculum vitae due giorni fa in risposta ad un annuncio per impiegata uso lingue in un’azienda metalmeccanica”.
“Si certo ricordo bene”
“Il titolare, il dr. Varalli, intende vederla questa sera … alle 20”
“Alle 20??”
“Si preferisce vedere i candidati dopo l’orario di lavoro per avere maggiore tranquillità, che faccio confermo?”
“Si si certo”.
Così una volta avuto l’indirizzo incomincio a pensare a che cosa mettermi per il colloquio, non voglio di certo sciupare un’occasione.
Molto bene penso, allora facciamo pantalone nero, camicia bianca, maglioncino con scollo a V nero e scarpe semi-basse, ... si dai, semplice ma raffinata.
Mi metto alla guida della mia storica auto-rottame (una vecchia Fiat panda verdolino indefinito) ed arrivo in azienda con circa 10 minuti di anticipo. Lì mi accoglie una signora di circa mezza età che mi fa accomodare su delle poltroncine vicino all’ingresso. Inizio ad osservare l’ambiente che mi circonda e capisco che i colloqui si svolgono al piano superiore da dove poco dopo vedo scendere una ragazza, decisamente molto più giovane di me, con il pianto agli occhi che esce trafelata senza nemmeno salutare .... "'aspita che augurio!".
Da lì inizia l’attesa sono le 20 in punto e le luci dell’azienda semi-spente … la signora dell’ingresso continua il suo lavoro a testa bassa e…20,15….20,30 e nessun cenno al mio colloquio. Cerco di incrociare lo sguardo della signora che mi ha accolta e finalmente alle 20,40 ci riesco, la signora mi guarda con un’aria di sfida e mi dice “Signorina cos’è ha fretta? Brava brava così non fa una bella figura!”.
Rivolgo lo sguardo a quella specie di donna che sembra un incrocio tra una mosca senz’ali ed un cane pechinese e rispondo “Si ma sono le 20.40…”.
E poi finalmente verso le 21 la mosca pechinese dà il suo benestare e mi autorizza senza proferir parola a salire la rampa delle scale ... il mio colloquio ha inizio ...
“Si accomodi” mi dice il Dottor Varalli senza minimamente scusarsi per l’ora di ritardo. Lo osservo: nevrotico, pelato, con l’occhio ceruleo e vitreo, penso “Azz’! mò si che siamo a posto!”.
Lui inizia a parlare e dice “Dunque noi siamo un’azienda metalmeccanica, produciamo lamiere, siamo i migliori, leader nel nostro settore …” Penso “Combinassiùn! Qui ad ogni colloquio son tutti leader, ma le aziende in crisi dove stanno? Solo al TG2? Mah!”.
Poi esordisce dicendomi “Sa, signora, noi non tolleriamo la gente che fuma qui questa abitudine è stata messa al bando” rispondo “Beh qui è vietato, in ogni modo c'è anche una legge antifumo…”.
Non faccio in tempo a finire la frase che il dottor Varalli mi accende in faccia una sigaretta e con la bocca a forma di triglia surgelata Findus inizia a fare pure i cerchiolini! Lo guardo sbalordita e siccome nei momenti di maggiore stress penso in dialetto napoletano dico fra me e me “Ma stù scem dove vuole arrivare? Cose è pazz!”.
Il colloquio prosegue “Qui i cellulari vanno spenti assolutamente ...” ma viene interrotto da una musica a tutto volume ... UAI EM SI EI ... ma si lo riconosco, è il cavallo di battaglia dei Village People e il "dottor" Varalli “Scusi neh?” e si mette a parlare al cellulare con i piedi sulla scrivania, ovvero praticamente all’altezza della mia bocca. Comincio davvero a gonfiarmi di rabbia. "Che bellezza! Piedi in bocca e cerchi di fumo in faccia!”. Il Varalli continua tranquillo la sua telefonata come se non ci fossi, ma ogni tanto mi getta un’occhiata quasi divertita ... "Ditemi solo che è un incubo, ieri sera ho mangiato pesantino à peperonata di mammà".
Finalmente riaggancia e - come se niente fosse - riparte: “Inoltre nell’azienda ...”
“No scusi” lo interrompo “Inoltre si son fatte le 21,45 e io tengo ò pollo sul fuoco…signò tante care cose!” mi alzo e me ne vado, faccio i gradini due alla volta con l’occhio annebbiato, sarà il fumo? Sarà la puzza della para delle scarpe del Varalli? O forse lo stupore e la rabbia di avere perso più di due ore per una farsa di quart’ordine? Arrivo al pian terreno e come degno finale mi ritrovo davanti la mosca pechinese .... scantono, esco e prendo una bella boccata d'aria pensando “Si si al prossimo colloquio mi porto pure il Baygon spray da borsetta, una paletta soscia mosche ed una bustina di Ciappi … hai visto mai ?!!?!?!?!”
Morale della storia.
Della serie non c'è mai fine al paradosso grottesco, a cadenze trimestrali il Varalli pubblica sempre il medesimo annuncio … anzi mi ha pure ricontattata tramite un’altra agenzia non ricordandosi minimamente chi fossi. Che vuò fà si sarà perso tra un cerchiolino di fumo e l’altro.
Cristina
24 commenti:
Formidabile, se non fosse per il tuo stato di precaria si potrebbe ridere a crepapelle però mi fermo e penso alla tua situazione ed a quella di molti altri giovani o meno giovani.
Nel '54 ho vissuto per più di due anni nelle tue stesse condizioni.
Coraggio, un augurio di cuore.
Un caro saluto a te e ad Ambra,
aldo.
Non so perché, avevo perso il prologo; l'ho letto passando dal qui del primo capitolo. Letto anche questo, aspetto gli altri flash.
Che sicuramente saranno gustosamente amari come questo.
L'elemento che hai descritto (chiamarlo tizio sarebbe per lui un onore che non merita; verme? Sì, verme sarebbe titolo appropriato) in maniera perfetta, pur se troppo blanda per i miei gusti, rappresenta un universo "infame" che vive fuori dal mondo, solo un minigradino più in basso dei politici (dei nostri politici).
Sarebbe bello stampare questo post (e, di volta in volta, gli altri che seguiranno, poiché, se tanto mi dà tanto, credo che di queste macchie di miseria mentale parlerai ancora) e farglielo avere, magari passando per lo stoccafisso situato all'entrata a mo' di semaforo.
Ciao, mi ripeto, post amarevole ("assai", direbbero nel napoletano).
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Difficilissima situazione e in parte la sto vivendo anche io su mio figlio...insomma...è una piega di questi nostri giorni.
Abbraccione a tutti.
Cara Cristina, ho letto tutto il racconto, cosa si può dire, è un racconto che ha dei risvolti qualche volta da ridere, ma anche in questo non si può ridere, sentendo le precarietà che ci circondano, tu sei la prova! Posso dire solo, coraggio che la speranza non muore mai.
Tomaso
ciao cristina quel dottore si meritava ben altro che un'alzata di tacchi e andarsene!!
ma che tipo!!! e pensare che ce ne sono così tanti in giro.....
"capisci a me" (anch'io sono napoletana!!)
un abbraccio e in bocca a lupo per la prossima volta!!
purtroppo questa è gente che non vede al di là del suo naso...le arie che si danno,non fanno altro che offuscare il poco cervello che hanno e che non usano!
Hai fatto benissimo ad andare via,questa gente continuerà ogni tre mesi a reclutare gente nuova....
Lu
sei stata sin troppo gentile Cristina: io, da buon partenopeo, non ti dico dove l'avrei mandato...
Un sorriso
Mi dispiace tanto per queste antipatiche situazioni, cara Cristina. Ti auguro di trascorrere un Sereno Natale e che il Nuovo Anno ti porti un buon lavoro,
Auguri a tutto lo staff.
Erika
Purtroppo gli imbecilli ce li troviamo sempre intorno,per non parlare di chi approfitta della sua posizione per prevalere su chi ha bisogno.ATTENTI a non farsi sottomettere o peggio...
Situazione ad alto rischio, da cui sei uscita nel miglior modo possibile, con cortesia, senza reagire alle provocazioni ... in caso contrario ne avresti patito tutte le conseguenze negative, pur avendo ragione, con un feed back alla società interinale tale da non farti più lavorare. E' capitato e capita, anche se si effettua solo un colloquio di questa natura. Il danno sarebbe stato un giudizio fortemente negativo inserito nella tua cartella personale, tale da ostacolare qualunque contatto successivo.
Ce ne sono tanti di idioti patentati, ma quando lo incontri disgusta sempre.
Un caro saluto.
Fatti che accadono sempre più spesso, è questo è molto grave!! Una felice giornata a te...ciao
Buon Natale, con l'augurio che la tua precarietà termini prestissimo e soprattutto di non incontrare più idioti simili, compresa la mosca pechinese!
sembra incredibile, beh, almeno hai avuto la fortuna di conoscerlo solo per un ora della tua vita e di non doversi lavorare assieme!!!!!!!! In bocca al lupo per i prossimi cara Cristina!!!!! Ci sentiamo prestO!!
E'proprio vero che alla stupidità non c'è mai fine.
Auguri!
Antonella
Buon Natale Cristina. E un nuovo anno più sereno, meno precario, e - almeno - senza più idioti all'orizzonte.
Complimenti per la tua divertente penna.
Carissimi amici, purtroppo questo è solo il primo di una serie di racconti VERI che vi propinerò qui nel blog.
Vi ringrazio molto per tutte le belle parole, gli auguri, e gli incoraggiamenti che mi avete fatto. Come avrete ben capito ben difficilmente mi arrendo tuttavia a volte il cervello pensa un po' troppo e mi sembra di impazzire ...ma qui poi subentra la mia parte sudista che prende il sopravvento e mi fa ironizzare e scrivere. Un abbraccio a tutti voi e buone feste.
Cara Cristina, in giro c'è tanta gente stupida e arrogante, ma hai fatto proprio bene ad andartene.
Sei bravissma con la è pennae sai molto ironica.
Un abbraccio
Un testo che rappresenta un momento reale dei nostri tempi,tempi oscuri e sembra senza via di sbocco,certe persone non hanno nessun valore e condivido la tua scelta.
Auguri di buon Natale Cristina e auguri anche alla cara Ambra.
Precariato!!! Una parola che crea inquietudine se si pensa quante persone si trovano in questa situazione... Che brutto avvenire per i giovani!!
Comunque, ti auguro un Natale con la speranza che il prossimo possa portarti quello che desideri...nel frattempo ti auguro di vivere questo in modo sereno.
Un abbraccio
Bruna
L'ironia di certo mi aiuta, ma sicuramente anche il vostro caloroso sostegno. Grazie mille ancora.
In un colloquio, contano poche cose davvero e quando si ha a che fare con persone serie e ben disposte, lo si percepisce immediatamente:
-Specifica del tipo di contratto;
-Durata, se è un contratto a termine;
-Che cosa si dovrà fare;
-Retribuzione.
Se non si chiariscono da subito queste poche cose essenziali per chi lavora ma anche per chi offre lavoro, tutto il resto sono chiacchere inutili, che non trovano giustificazioni alcuna se non di far perdere del tempo.
Il rispetto della persona, da parte di chi offre lavoro, va analizzato con fredda determinazione, a prescindere dal bisogno di lavorare.
Quanto siamo disposti a concedere?
E' un punto essenziale perchè : ogni concessione ha un prezzo da pagare in termini di stima e di benessere personale, di fatto è la chiave di lettura per capire l'esito futuro del rapporto di lavoro.
@ Paolo Falconi: grazie mille per il tuo commento che come si suol dire non fa una grinza. Concordo al 100% su tutto quello che dici in particolare modo quando parli del rispetto del lavoratore e delle "concessioni". Sono sempre stata ferma su questi punti e difficilmente cambierò punto di vista.
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