Post di Ambra
Un giorno a una cena blog dove si intrecciano parole, commenti, scherzi, leggerezze e profondità, Anna d'improvviso - quasi un'ispirazione tratta da una discussione su un tema che ho dimenticato - si mise a recitare "... I cavalli normanni alle lor poste frangean la biada con rumor di croste ..." e lì si fermò nell'impossibilità di ricordare i versi successivi.
Ci guardammo azzardando incerte "Carducci ...". Invece Mimma diceva "No, Pascoli". Mirco allora si mise a cercare sul suo “soepossotutto” altrimenti chiamato iPhone. Aveva ragione Mimma.
Questi versi suonano forse desueti come suoni provenienti da un'arpa che la lontananza nel tempo ha tacitato, ma noi ultrasessantenni che l'abbiamo imparata a memoria a scuola, la ricordiamo con dolcezza, ne percepiamo i suoni sommessi intrisi della ossessiva tristezza che segnò la vita di Giovanni Pascoli.
Ve la riporto, trovo bellissima la sua musicalità d'altri tempi.
Ambra
La cavalla storna
di Giovanni Pascoli
Nella Torre il silenzio era già alto.
Sussurravano i pioppi del Rio Salto.
I cavalli normanni alle lor poste
frangean la biada con rumor di croste.
Là in fondo la cavalla era, selvaggia,
nata tra i pini su la salsa spiaggia;
che nelle froge avea del mar gli spruzzi
ancora, e gli urli negli orecchi aguzzi.
Con su la greppia un gomito, da essa
era mia madre; e le dicea sommessa:
"O cavallina, cavallina storna,
che portavi colui che non ritorna;
tu capivi il suo cenno ed il suo detto!
Egli ha lasciato un figlio giovinetto;
il primo d'otto tra miei figli e figlie;
e la sua mano non toccò mai briglie.
Tu che ti senti ai fianchi l'uragano,
tu dài retta alla sua piccola mano.
Tu ch'hai nel cuore la marina brulla,
tu dài retta alla sua voce fanciulla".
La cavalla volgea la scarna testa
verso mia madre, che dicea più mesta:
"O cavallina, cavallina storna,
che portavi colui che non ritorna;
lo so, lo so, che tu l'amavi forte!
Con lui c'eri tu sola e la sua morte.
O nata in selve tra l'ondate e il vento,
tu tenesti nel cuore il tuo spavento;
sentendo lasso nella bocca il morso,
nel cuor veloce tu premesti il corso:
adagio seguitasti la tua via,
perché facesse in pace l'agonia..."
La scarna lunga testa era daccanto
al dolce viso di mia madre in pianto.
"O cavallina, cavallina storna,
che portavi colui che non ritorna;
oh! due parole egli dové pur dire!
E tu capisci, ma non sai ridire.
Tu con le briglie sciolte tra le zampe,
con dentro gli occhi il fuoco delle vampe,
con negli orecchi l'eco degli scoppi,
seguitasti la via tra gli alti pioppi:
lo riportavi tra il morir del sole,
perché udissimo noi le sue parole".
Stava attenta la lunga testa fiera.
Mia madre l'abbracciò su la criniera
"O cavallina, cavallina storna,
portavi a casa sua chi non ritorna!
a me, chi non ritornerà più mai!
Tu fosti buona... Ma parlar non sai!
Tu non sai, poverina; altri non osa.
Oh! ma tu devi dirmi una una cosa!
Tu l'hai veduto l'uomo che l'uccise:
esso t'è qui nelle pupille fise.
Chi fu? Chi è? Ti voglio dire un nome.
E tu fa cenno. Dio t'insegni, come".
Ora, i cavalli non frangean la biada:
dormian sognando il bianco della strada.
La paglia non battean con l'unghie vuote:
dormian sognando il rullo delle ruote.
Mia madre alzò nel gran silenzio un dito:
disse un nome... Sonò alto un nitrito.
image cc by Francesco Z
65 commenti:
E' una poesia che avevo imparato a memoria, oggi purtroppo ne ricordo solo pochi versi, grazie per averla proposta.
Stupenda!
che poesia carinissima!!!
ambra ho inserito il tuo banner, lo trovi nel mio blog nei "banner amici"
un abbraccio, ottimo inizio settimana!
@ Elettra.
E' come per tutti, gli anni assottigliano i ricordi e delle poesie che conoscevi per intero, ti restano solo alcuni frammenti.
@ Stella.
Grazie Stella, buon inizio di settimana.
@ Nanussa.
Grazie, ora passo.
ambra trovi il banner appena entri nel blog guarda i banner scorrevoli e poi clicca sul banner "banner amici" fammi sapere se l'hai trovato, baci!!
Un grazie di cuore cara Ambra perchè nel leggere "La cavallina storna" di
Giovanni Pascoli m'è parso di sentire veramente come dei "suoni provenienti da un'arpa". Sarà perchè sono quasi un ottantunenne?
@ il monticiano.
Direi proprio di no, caro Aldo. L'età non ha nulla a che vedere con la sensibilità, di cui puoi menar vanto.
Ciao Ambra, buon inizio settimana a te ed agli amici in comune..ma anche..in regione:-) Scherzo.
La poesia di Pascoli, questa in particolare,per me è un ricordo dolcissimo e lontano, quanta enfasi nel recitarla, quanta emozione per poter sentir dire: brava...
" là, in fondo la cavalla era, selvaggia"nata tra i pini su la salsa spiaggia", questo verso mi apparteneva, l'avevo fatto mio:-)
Un abbraccio
Grande opera del Pascoli.Salutoni a presto
Accidenti ho provato anch'io ma mi ricordavo solo poche parole, sarà Alzy?
ma non era in questa poesia la strofa: "l'albero a cui tendevi la pargoletta mano"???
Non mi ricordo più...
Un pilastro della nostra cultura che forse é già stato sgretolato non dall'ingiuria del tempo, ma da quella di certi uomini.
Una poesia che lascio' il segno..chissà se la insegnano ancora.
Un abbraccio ad Ambra e grazie:-)
@ riri
Ho un vago ricordo anch'io. Non la si poteva recitare in modo piatto, non era permesso, ci voleva enfasi.
@ Cavaliere
Saluti a te e grazie della tua visita.
@ Enrico
Il tuo vezzeggiativo non riesce comunque a conciliarmi con la malattia ...
:)))
Hai detto niente, era - ed è, secondo me - uno dei capisaldi della letteratura di sempre, a parte averla studiata a memoria, come si usava...quando a scuola l'Italiano veniva insegnato...e appreso!
Complimenti per averla proposta, un caro saluto.
@ Luigi
Questa me la ricordo abbastanza. E' "Pianto antico" e questa sì che è del Carducci, una lirica scritta in morte del suo bimbo.
@ Adriano
Si, lo temo anch'io.
@ Nicolanondoc.
Non credo che la insegnino ancora. Ma sarei curiosa di saperlo.
@ Sirio.
Un saluto a te Sirio. D'accordo sull'importanza di questa lirica nel panorama della nostra letteratura dell'Ottocento.
Non conoscevo questa poesia... dolcissima e commovente! Io poi adoro i cavalli.
...e davvero una bella idea, queste cene che organizzate!
Super Huggoni cara!
purtroppo non sempre è possibile ricordare tutte le poesie...sarebbe bello,ma non è così.Quello che ricordiamo,invece sono versi,forse di quelle poesie che hanno lasciato un segno,in qualche modo.
Un abbraccio
lu
@ Mariabei.
Non potevi conoscerla, visto che sei celta nel cuore e nello spirito:)
@ Lufantasygioie.
Sono d'accordo con te. Quello che riaffiora dalla memoria a distanza di anni per qualche ragione ha lasciato un segno indelebile.
Oh, sì la ricordo. Eccome.
Per la verità, però, è davvero come dici tu: non proprio tutta...a frammenti.
Ma son vivide le emozioni che suscita: se la rileggo mi rivedo nell'aula e rivedo la maestra e...tutto quanto. ...tutta la triste storia legata a questa poesia. Chissà se almeno al Classico si legge ancora questa letteratura?!
Celebri versi, indimenticabili: certo ricordarla per intero non è facile, ma mi riporta al tempo delle elmentari e alla commozione che provocò in me quando mi resi conto di quale enorme tragedia parlasse... Fa bene allo spirito ricordare certe poesie. Un abbraccio cara Ambra: grazie degli auguri... presto ci abbracceremo davvero!!!
Questi versi hanno evocato in me cari ricordi. Grazie Ambra!
Me la ricordo bene, è una poesia di grande drammaticità.
Mi è tornato in mente anche di come la mia maestra di quando ero bambina, sbagliando, ci avesse spiegato che "storna" stesse per "sorda" (nel nostro dialetto in effetti sorda si dice così). Invece storna si riferisce al colore del mantello della cavalla!
Il bello era che la maestra diceva "la madre di Pascoli parla alla cavalla, che però non può capirla, perché è storna, cioè sorda!!!
Grazie per averla riproposta qui. Ciao, a presto!
..l'ho sentita nominare quand'ero piccola da mio papà.
...molto delicata/forte.
ciao Vania
Ciao Sandra. Mi sarei stupita se mi avessi detto di non ricordarla:)
@ Paola. Eh si Paola, mi pare proprio si cominciasse a studiare dalle elementari. O dalla prima media?
@ Erika.
Sono ricordi della adolescenza, almeno per me.
@ Giada.
Mi è venuto un accesso di risa a sentire della tua maestra. Povere alunne. Ma bisogna essere anche comprensivi.
@ Vania.
Probabilmente sei troppo giovane ed a un certo punto nelle scuole il Pascoli deve essere stato dimenticato.
Ciao Ambra, io ricordo ancora quando ce la lesse la nostra maestra ed ero in quinta elementare. Dolce notte
Oddio, Ambra! L'avevo dovuta studiare anch'io alle elementari!!! Tristemente non ricordavo più alcun verso... :(
Un bacio e grazie dei bellissimi commenti che mi lasci sempre!!! Grazie, davvero! :*
Blog premiato!
@ Paola.
Ah grazie Paola. Quello che tu dici mi aiuta a collocare esattamente il ricordo. Ci provo sempre a fugare la nebbia che di solito avvolge i ricordi del passato.
@ Pandora.
Eccoti arrivata! Non pensavo proprio che la cavallina ti fosse conosciuta. Che invece non sia rimasta nei meandri della tua memoria, beh, questo è abbastanza naturale dal momento che è stata sepolta sotto strati e strati di altra conoscenza e di cultura.
Auguro a tutti voi un'ottima giornata, Ambra, oggi per me è un giorno speciale e volevo condividerlo col mondo intero: il mio unico figlio compie 35 anni, ma sembra ancora un ragazzino:-) Un bacio a te ed un saluto a tutti.
@ riri.
Ciao riri. Sono passata da te.
Cara Ambra, bellissima poesia, non la conoscevo grazie di avermela insegnata.
Grazie del tuo saluto nel mio blog, ti auguro anch'io una giornata fantastica. Un bacione!
@ Mirta.
Ciao Mirta. Certo che non potevi conoscerla. Alla tua scuola avrai studiato autori argentini. E io non li conosco.
buon pomeriggio Ambra
giornate sempre intense,vero?Ti abbraccio Lu
E' il più difficile poeta da commentare. Non tutti i letterati se la sentono di imbastire una conferenza su questo grande poeta. Ambra ho sentito la campanella. Si entrava a scuola ... Quanti decenni son passati? Dicono bisogna guardare sempre avanti. E va bè . Grazie cara per aver rinverdito la memoria "cavallina storna che porti colui che non ritorna ..."
Mi hai fatto ricordare la scuola. Ce la facevano imparare a memoria e per me era un incubo perchè la mia memoria è sempre stata poca...
Grazie
Giulia
un attimo e me la sono ricordata tutta, quasi tutta, che emozione, grande
@ Lufantasygioie.
Ciao Lu. Proprio così. Un abbraccio.
@ Giovanni.
Sai che la tua frase "ho sentito la campanella" mi ha proiettato di colpo in un'epoca remota? Con un po' di malinconia.
@ Giulia.
D'altra parte l'obbligo stesso di mandare a memoria qualcosa, non aiutava di certo la memoria, appunto.
@ Carmine.
:)))))))
Un abbraccio.
Grazie Ambra, con simpatia:-)Buona giornata.
La poesia è musica di parole e come certa musica ci riporta ad altri tempi, quando la sentimmo per la prima volta.
@ Alberto.
Sono d'accordo con te. Ogni forma artistica risveglia in noi momenti e sentimenti già vissuti.
Un sorriso per augurare ad Ambra e a tutti un felice week-end.
Ele
@ Ele.
Grazie Ele. Buon weekend di sole anche a te.
Avevo un maestro, Kino Ermacora noto poeta friulano, che amava recitarla con tutta l'enfasi e particolari tonalità che te le faceva entrare nel sangue. Parlo di oltre settanta anni fa e, non ricordandomela a memoria, mi è tornata in mente proprio per le tonalità impresse da Ermacora.
Grazie Ambra! Stasera sono tornato giovanissimo e ho ricordato anni felici.Grazie
@ Elio.
Grazie a te Elio. Anche a me queste tue parole mi hanno riportato lontano nel tempo con una gioia ch era quella dell'infanzia e dell'adolescenza.
ciaoo Ambra. Sono passaa da te per un saluto e per augurarti una serena Pasqua, Non so se riuscirò ancora a passare prima della festa un bacio e stai bene...mi raccomando.ciaoooooooooooooooo
questa poesia mi metteva sempre un freddo dentro, come gli scritti del Foscolo (che per me doveva avere un zio seppellitore) o come il Pellico doveva avere un cugino (almeno di secondo grado o caporalmaggiore) guardia giurata.
Non so perchè ma mi era più affine quel:
T'amo, o pio bove; e mite un sentimento
Di vigore e di pace al cor m'infondi,
O che solenne come un monumento
Tu guardi i campi liberi e fecondi,
0 che al giogo inchinandoti contento ...
e sempre a dirmi:
"i buoi di mio nonno non devono conoscere il bue di Giosuè (e non intendo il clandestino Crosue, di cognome Robinson e di codice fiscale non ricordo, finito sull' isola sbagliata, senza guardiacosta, senza crocerossa, e senza collegamenti per Ventimiglia). I buoi di mio nonno avevano la coccarda rossa da campioni (vincevano sempre per stazza e belle proporzioni alla fiera cittadina) ma mandarli nei campi era una tragedia come convincere quelli della Fiom ad entrare nella ex Bertone.
@ Mariolino.
Mariolino, mi sembra che tu sia andato fuori tema. Qui si parla di cavalli, non di buoi. Sei entrato nella stalla dalla porta sbagliata.
è una costante! Trovo sempre tutori che non vogliono capire che io non sono Pino ma Glicine.
Posta un commento