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mercoledì 24 marzo 2010

A 80 anni meglio sola …

 Così mi ripete spesso la signora S., parlando della sua situazione. Devo dire che fin da quando l’ho conosciuta qualche anno fa, la signora S. mi ha sempre un po’ stupito perché non l’ho mai vista particolarmente afflitta e
intristita dalla solitudine, come mi aspettavo da una persona anziana (ormai ha varcato la soglia degli 80 anni), che vive da sola, vedova e senza figli, con due fratelli come unici parenti, i quali peraltro non abitano vicinissimo a lei e hanno entrambi una propria famiglia e propri problemi.
Ma alla signora S. in certi momenti l’andirivieni delle varie persone (i parenti piuttosto che il fisioterapista o le donne mandate ad aiutarla nelle pulizie domestiche e personali o il medico che esce ogni due settimane per i prelievi di sangue) invece che esserle di conforto e distrazione, sembrano piuttosto sconvolgere il suo piccolo, tranquillo tran-tran quotidiano e stancarla.
Mi dice che in certi giorni tra andare avanti e indietro a rispondere al citofono ad aprire e chiudere la porta, a parlare al telefono più le piccole faccende che ancora riesce a sbrigare … insomma non riesce ad avere un momento di tranquillità, da potersi distendere finalmente un po’ sul letto a dare un’occhiata a qualche rivista e, soprattutto, a vedersi in santa pace la sua amata televisione.
Eppure si tratta di una persona proveniente da una famiglia numerosa (erano in sei tra fratelli e sorelle più genitori, nonni e altri parenti vari) e abituata a stare in una famiglia numerosa perché, anche quando in gioventù dalla natia Sicilia è emigrata a Milano, vi è arrivata con tutti i famigliari. Si è sposata solo “tardivamente” (sui 40 anni) con un uomo più anziano di lei che l’ha lasciata vedova dopo non molti anni di matrimonio: ma da allora si è abituata a vivere da sola senza particolari nostalgie e, se prima poteva contare sulla compagnia saltuaria delle sorelle o di qualche amica e vicina di casa, adesso che col passare del tempo queste conoscenze sono purtroppo venute meno, la sua più grande compagnia è per lei la televisione (di referenza sintonizzata su programmi “leggeri”, possibilmente con musica, sua grande passione fin dagli anni giovanili).
Il suo grande cruccio è di non essere più del tutto autosufficiente (ha dei problemi di deambulazione, oltre a svariati altri) e la sua preoccupazione è che questa situazione non peggiori fino a costringerla definitivamente in casa, a dover dipendere in tutto e per tutto dagli altri (il fatto poi di abitare sull’ultima scala in fondo al cortile, al terzo piano senza ascensore, non la rincuora di certo).
Ma per fortuna ci sono la radio e soprattutto la televisione che riescono ancora a regalarle momenti di svago e di allegria. E a farle arrivare notizie e immagini, permettendole di tenersi un po’ aggiornata su quel che accade nel mondo là fuori (anche se, a suo dire, oggi accadono troppe cose brutte!)
Il che mi porta a pensare che se una persona oggi ottantenne, senza particolari interessi e senza nessuna abilità tecnico-informatica (il suo cellulare, dopo un breve entusiasmo iniziale, giace in fondo a un cassetto), riesce ad alleviare la sua vita solitaria grazie a questi semplici, “primitivi” mezzi di comunicazione, forse i vecchietti futuri non soffriranno più tanto di solitudine quando si ritroveranno sì anziani e soli, ma circondati da tutti quegli aggeggi informatici che hanno imparato ad usare alla perfezione fin dall’infanzia. Probabilmente continueranno a chattare, a tenersi in comunicazione con amici e conoscenti attraverso i social network, a scaricare musica e film, a fare acquisti, pagamenti e operazioni bancarie su internet, a leggere giornali e libri, a interagire con la TV e … chissà quante e quali altre, oggi inimmaginabili, diavolerie.
Certo non sarà come incontrarsi di persona, scambiarsi un abbraccio, bere qualcosa o farsi due risate assieme, ma potrebbe pur sempre essere un buon surrogato.
Mimma Brambilla                                            image cc by GilbertoFilho .

1 commento:

Ambra ha detto...

Ad una prima lettura del post di Mimma ho pensato che era molto triste immaginare che la TV prendesse con successo il posto di una persona nella vita di un’anziana, anche se capisco che con la TV non c’è scambio né fatica di relazioni.
E’ però vero che le recenti e future “diavolerie” - anche se non tutte - permettono davvero di interagire con altri secondo modalità di comunicazione nuove che non sono quelle della parola diretta, né quella del corpo, ma quella del pensiero.
Forse è bene dimenticare l’espressione “ai miei tempi …” ripetuta spesso dai nostri nonni ancorati al loro passato e nemici di ogni novità, come se l’evoluzione o comunque il cambiamento fosse sempre e soltanto negativo.