Scritto da Cristina
Empatia, una parola che inevitabilmente mi conduce a sentimenti positivi.L'empatia, che dobbiamo avere e che ci insegnano ad avere nei corsi di formazione per diventar volontari ... vestire i panni dell'altro per essergli di aiuto davvero.
Giorni fa ho ritrovato grazie ad un social network su internet una vecchia compagna delle scuole medie, la classica ragazza che ai tempi era una "candidata a spaccare il mondo", mi racconta di lei, che lavora per una grande griffe della moda, che guadagna 2600 euro al mese, che ovviamente adora la sua occupazione e che ama entrare in empatia col cliente per potere vendergli il prodotto giusto e più caro per far accrescere le sue provvigioni. Questa sua ultima affermazione mi ha lasciato attonita, raggelata...ho realizzato come io a ben 37 anni sono ancora un'illusa e sciocca idealista che per me determinate parole evocano solo "buoni sentimenti" ...
Forse è ora che io esca dal mio universo di bene e dal mio piccolo mondo perfetto perchè così non funziona?
Cristina
immagine da Studio-Psicologia.com
46 commenti:
Io l'empatia la traduco come "mettersi nei panni degli altri", per cui secondo me non andrebbe usata per secondi fini.
Non voglio giudicare nessuno, ma non credo che sia tu, Cristina, quella che deve cambiare!!
E poi forse la tua amica voleva solo cercare di dimostrarti che lei si era "realizzata", ed ha esagerato un po'...rendendosi un tantino antipatica forse
Un saluto
Giada
L'empatia, una parola strana, non la avevo mai sentita.
Leggere tutto guesto è stato un vero piacere, è proprio vero che fine che si vise c è sempre da imparare cara Cristina.
Un grazie infinito cara amica.
Tomaso
Presuntuosa la compagna di scuola e non sa il vero significato di empatia...
Tu Cristina resta come sei...
L'empatia è nel dna. E' solo lì. Punto!!!
Buona giornata a Te e pure ad Ambra!!!
@ Giada, Stella: grazie per le belle parole , spesso credo poco in me stessa e le vostre risposte invece mi spronano a farlo e questo per me è impagabile. Buon mercoledì!
@ Tomaso: non si finisce mai di imparare eh? comunque mi piace il tuo modo di scrivere così semplice, diretto e delicato. Buonagiornata
@ Cosimo: si certo è sicuramente in parte nel nostro DNA ma io credo che si possa anche "imparare ad essere empatici", il discorso è di sapere usare l'empatia in maniera oserei dire corretta a prescindere se sia farina del proprio DNA o meno. Buon pomeriggio.
La migliore soluzione è restare sempre se stessi.Saluti a presto
non conoscevo questa parola....strana....
piuttosto beata "l'amica" che guadagna 2600 euro al mese...cavolo ma che lavoro fa???
ciaooooo
@ Cavaliereoscuro: si forse hai ragione tu ...grazie molte
@ IsA : lavora nel campo della moda non so bene cosa faccia...ma a volte forse certe persone sparan pure "un po' alto" per darsi delle arie...chisssà.
Cristina, se hai tempo, ti invito a leggere questo post : http://stella-ilbeneinnoi.blogspot.com/2008/10/empatia.html
Cristina purtroppo al giorno d'oggi non è così difficile trovare di queste persone
Oserei dire che, per propri fini personali, fingono empatia, che è soltanto opportunismo per scopi personali.
Purtroppo queste situazioni aumentano sempre di più e dico anche che, purtroppo, sono talmente scaltre da non lasciar fraintendere nel proprio interlocutore la finta empatia.
Che dire...andiamo per la nostra strada sempre dignitosamente, peccato però che le cantonate le prendono proprio le persone che di solito si comportano correttamente.
Restra comunque come sei, perchè se tentassi solo di cambiare, non ti sentiresti a posto con te stessa.
Un occhio in più di attenzione però agli opportunisti...non guasta. (senti chi parla....io ci casco sempre..ahahah
ciaoooo
che bella riflessione, come uno strumento che in mani non corrette rischia di essere dannoso, mi devo svegliare anche io
Ciao Cristina, la differenza è nell'obiettivo, non nel mezzo. Tu usi l'empatia per fare del bene al prossimo. La tua amica usa l'empatia per fare del bene alla propria azienda. Poiché siamo tutti principalmente alla ricerca della felicità, credo sia conveniente comportarsi nel modo più spontaneo. Se tu sei una persona altruista, allora è giusto che ti comporti come da tua natura. La tua amica raggiunge la propria felicità in altra maniera e, se non esistessero persone come lei, non ci sarebbe progresso, perché l'economia sarebbe immobile e senza il lusso non esisterebbe neppure l'arte.
E' giusto così: che ognuno, cercando la propria felicità, muova una parte del mondo, usando l'empatia e altri mezzi leciti.
se una persona si mette veramente nei panni degli altri non può non volere davvero il loro bene...
Condivido il commento di Luigi e a te mi sento di dire: resta come sei! In fondo poi la bontà d'animo vince sempre.
la migliore cosa e' essere se stessi.
felice giornata!! a presto!!
Cristina secondo me non si può imparare ad essere empatici. L'empatia è come un neo sul viso, e non tutti hanno un neo proprio lì. Non c'è un modo di usarla, perchè è la persona che nota, sente e vive la tua empatia che detta i tempi di questa. Chi è empatico non ha bisogno di dire cento parole o fare cento sorrisi per liberare l'empatia. Perchè sono gli altri che avvertono il tuo essere empatico.
Per concludere....
L'essere empatico viene avvertito dagli altri.......ed io ne so qualcosa
!
Signore perdona coloro che non sanno quello che fanno. Giovanni
anch'io sono d'accordo con chi afferma che l'empatia è innata,è come un sentimento,non si impara.Il significato e l'uso che la tua amica fa è sbagliato..
Buona serata Lu
PS
Per Ambra
Carissima Ambra,sono contenta che il mio pensierino ti sia giunto!Grazie mille per avermi avvisato
Un bacione!
Lu
Ciao Cristina, per me essere empatici è un dono di natura, utilizzarlo come fai tu è semplicemente meraviglioso...per cui mantieni questa rotta!
Un caro saluto a te e ad Ambra.
empatia in se vuol dire tante cose e niente.
Sta di fatto che se vuoi vendere qualcosa a qualcuno devi capire in fretta cosa l'altro cerca.
Un venditore professionista, lo fa per sua capacità o per scuola e poi affina la tecnica.
Il fatto è che tutti, se vogliamo avere relazioni con gli altri, dobbiamo essere padroni della gestione di questa parola.
Lo deve fare il prete con l'ateo, l'uomo con la donna, la madre con il figlio, il medico col paziente e tante volte il paziente con il medico, il sarto con lo zoppo, l'oste con il bevitore, il "santo" con l'ammalato, il biglietto del bacio Perugina con l'innamorato.
Empatia è entrare in contatto con gli altri, qualsiasi lavoro si faccia. Non centrano i buoni o i cattivi sentimenti anzi ... i buoni sentimenti secondo me vengono dopo e fanno parte della carità, del donare, del fare per gli altri, oppure del vendere e del realizzare un profitto per se stessi premessa e utilizzata questa capacità. Il massimo è realizzare un guadagno facendo felici gli altri. Se io trovo una persona triste e gli vendo un abito che è "quasi magico" e quello è quello che l'altro cercava io avrò realizzato un guadagno e l'altro sarà euforico ... credo che questo sia il lavoro delle banche etiche.
Tirando le somme, io adoro stare nei miei panni senza che nessuno ci si venga a ficcare dentro perchè oltretutto è scomodo, ma ho un sacco di gente che fa di tutto per farmi provare i suoi ... e io non ho neanche fatto il corso per volontari.
dimenticavo
Impara da don Verzè:
"Sanare gli ammalati ... facendosi pagare".
Sono di un avviso, la roba che costa poco viene sempre vista come roba che vale poco anche se è della migliore.
Dovrei impararlo anch'io, ma io ho troppo la testa quadra per vendermi.
The blog is very good!
Congratulations!
http://nelsonsouzza.blogspot.com
Un saluto!
Nell'etimologia di empatia c'è la valenza di "sentire lo stesso" o addirittura "soffrire nello stesso modo". La parola di uso comune nella nostra cultura che ha questo significato preciso è "compassione" che ha la medesima radice (passione = pathos)
Come giustamente dice Mariolino essere empatici è una caratteristica e una qualità che in minima o massima parte tutti abbiamo.
Certo, c'è chi la usa in un modo (per venderti qualcosa, per convincerti di qualcosa o più generalmente per manipolarti) e chi in un altro (l'empatia con la Natura, con gli ammalati, con i bambini, con le lasagne della mamma, etc)
Si può quindi dire che ognuno di volta in volta sceglie se nutrire - attraverso un proprio talento o qualità - una parte nobile di sè o una meno nobile.
E fin qui nessun problema...il brutto è quando "qualcuno si vuole ficcare dentro i [miei] panni" - come dice Mariolino, o ti vuol far sentire in definitiva inferiore come - forse - ha fatto la conoscente di Cristina su di lei.
:o)
@Cristina
Bel post, Cristina, hai toccato un buon argomento
@Mariolino
Tu mi fai trooooppo spataccare dal ridere!!! :-D
@ Stella: ho lasciato un commento sul tuo blog. Grazie per la segnalazione graditissima
@ Carla, Carmine: ho l'impressione che siamo tutti e tre ancora calati nel "nostro mondo perfetto" e certe situazioni ci destano stupore ed amarezza. Forse è vero dovremmo svegliarci da questo sogno ...ma forse a noi sotto sotto piace un po' cullarci nel nostro piccolo universo. Sbaglio? :D
@ Luigi, Tiziana: secondo me non è vero che la bontà d'animo vince sempre...ma essere arpie non è proprio nella nostra indole.
@ Nanussa: tanto non ce la farei ad esser diversa da come sono ...ci ho provato ma è stata una missione davvero impossibile per come son fatta io.
@ Cosimo, Lufantasygioie, Sirio, Mirco, Mariolino: non sono pienamente d'accordo. A mio avviso si può in un certo senso imparare ciò...o meglio più che imparare forse si può apprendere a meglio indirizzare questa dote. @ Sirio in particolare: grazie molte davvero @ Mirco in particolare: grazie per il complimentone, a presto.
@ Giovanni: ma davvero non sanno quello che fanno secondo te? io non ne son poi così convinta
@ Ambra: mi hai dato un bello spunto di riflessione. Grazie mille
@ Nel: Thanks for yr visit here! See you.
imparare ad essere se stessi è possibile? Se così fosse si diventerebbe altri che scimmiottano il nostro io.
Sono dell'avviso che l'empatia tra due persone possa crearsi soltanto
spontaneamente.
Che io rammenti, "empatia" è un termine che si usa spesso in piscologia per definire una forma di meta-comunicazione, ovvero quel particolare rapporto di comprensione non verbale che si stabilisce fra la madre ed il figlio neonato.
Ciò premesso e al di là dell'esempio specifico da te riportato (che riguarda il lavoro, quindi la sopravvivenza) io credo che tu abbia voluto richiamare l'attenzione sull'opportunismo che dilaga oggi nelle società industrializzate. La filosofia dominante è quella dell' "edonismo reaganiano", per cui nessuno fa niente per niente e tutti si muovono solo se possono rivavarne un certo tornaconto.
@ Nel: see you soon. Kisses
@ Mariolino: ...o quantomeno imparare a non indossare sempre e solo la maschera. No?
@ Il Monticiano: io non credo che sia sempre e solo dettato dalla spontaneità.
@ Guard. del Faro: forse inconsapevolmente (giuro) ciò che mi ha scatenato così tanto stupore e risentimento è anche - ma non solo - ciò di cui tu parli. Grazie mille per lo spunto di riflessione che mi hai dato.
Rimani così come sei, cara Cristina. Lo sai che ho trovato su internet un test sull'empatia? Ho risposto a 20 domande ed è risultao che ho una percentuale di empatia molto elevata...
Ciaoo e buon fine settimana.
Erika
anche quando uno toglie o mette la maschera è sempre se stesso ... cioè uno che spesso mette maschere e se le toglie.
Noi siamo tutto quello che già siamo, non potrebbe essere altrimenti.
La cosa importante è piacersi o se proprio non ci si riesce, almeno non divorziare da se stessi. Non mi cambierei con nessun altro, non perchè creda di essere il meglio, ma perchè mi sono abituato a me stesso, mi intendo con me stesso, è ho empatia con me stesso. Avere in questo corpo un altro più ricco o più povero, più scemo o più intelligente, più scaltro o più tranquillo mi creerebbe solo problemi.
Perchè dovrei imparare anche ad essere diverso? migliore? Ma che sò? Uno che se sta pure ad autolapidà???
E' difficile parlare di empatia nel senso vero della parola, dovrebbe essere sintonia, mettersi nei panni degli altri...trovo sia bello farlo per poter capire meglio. Un bacio a te ed a tutti i graziosi ed empatici membri del team.
ps.Ciao Ambra:-)
Cara Cristina, funziona come lo vedi tu, è la tua amica che sbaglia... cosa guadagna lei soldi, lusso... ma ciò le basta? la rende felice? credimi io ho conosciuto molte persone che sembra che abbiano il mondo sotto i piedi, ma sono vuote nel anima... e credi ciò è orribile, meglio vivere modestamente ma con sogni trasparenti e la vera allegria nel cuore. Grazie Ambra per la tua visita al mio blog, capita anche a me che a volte non ho tempo di visitare i blog degli amici. Un grande abbraccio!
Vedo che nel mio commento non si vede bene chi sono, sono Mirte del blog http://lucenelcuore.blogspot.com/
Ciao Cristina.
Il tema che tu hai postato ha suscitato numerose e complesse reazioni. Personalmente sono più o meno d’accordo con le diverse opinioni, perché le cose hanno più sfaccettature, in particolare condivido completamente quello che scrivono Mariolino e il Guard. del Faro.
Mariolino parla di maschere. La maschera la si mette o la si toglie per celare o mostrare qualcosa di sé che resta in ogni caso sempre uguale con o senza maschera. Sulla pressione che normalmente viene fatta per “migliorare” se stessi, anche nei vari incontri tra volontari, trovo che sia un concetto abbastanza privo di senso, tanto più che la morale cambia a seconda del tempo e della società. Ognuno di noi ha dentro di sé una sua morale che non necessariamente è uguale a quella di un altro o a quella di chi vuole insegnarti un comportamento morale. “Ognuno può interpretare soltanto se stesso” diceva Hesse.
Ma condivido in pieno anche quello che dice il Guard. del Faro. La filosofia imperante è quella del proprio interesse personale e andrebbe anche bene se non fosse che alla fine si ritorce contro isolandoti dagli altri che con noi condividono l’avventura della vita.
La tua amica rientra nella categoria di chi ha acquisito e fatto proprie le lezioni e la morale della società in cui viviamo. E’ da condannare? Può darsi - in base alla morale di un altro. Lei si sta comportando come ritiene sia giusto e conveniente e come la società attuale la spinge a fare.
Cristina ho trovato questo brano che forse aiuta a chiarire un po' il tema che ci hai presentato. "Davanti a se stessi e al mondo, siamo tutti uguali. Uguali a chi? Uguali a cosa? È la nostra condizione esistenziale, interiore, a renderci uguali. Per quante cose ci possano arricchire e distanziare da chi è nella miseria e a stento sopravvive, ci si sperimenta momento per momento sempre con la stessa realtà interiore, con lo stesso “io”, e ci si accorge sempre più persi nelle proprie cose, dipendenti da esse e nascosti a se stessi dalle cose, ci si accorge di desiderare sempre più cose e sempre migliori cose e si ha sempre meno tempo o capacità di amare e di sperimentare quella felicità che non c’entra assolutamente niente con le cose che si comprano, si usano, si consumano, e che non bastano mai, quella felicità che prescinde dalle cose o le supera, le oltrepassa, le attraversa". http://www.pontifex.roma.it/index.php/opinioni/laici/2484-domande-sulla-condizione-umana-degli-insegnanti-e-degli-studenti-modalita-dellesistere-nella-scuola-e-nel-mondo
“La non felicità”. La felicità non si compra. Si crede di comprarla o si crede che, acquistando un bene materiale aumenti. Ma non è così. Non solo perché di per sé la felicità e le cose materiali viaggiano su binari opposti, ma perché se viaggiassero insieme, la contentezza per l’acquisto durerebbe lo spazio di pochi minuti.
Non acquistate solo cose materiali, ma cercate di rivolgere la vostra attenzione sulle esperienze, che vi arrichiranno interiormente. Vi conoscerete meglio e vi rendereste conto veramente dell’origine dei vostri problemi; http://www.iovalgo.com/perche-le-cose-materiali-non-danno-la-felicita-1408.html
Nel nostro cammino ci troviamo di fronte anche alla tentazione dell’avere, dell’avidità di denaro … La bramosia del possesso provoca violenza, prevaricazione e morte; per questo la Chiesa, specialmente nel tempo quaresimale, richiama alla pratica dell’elemosina, alla capacità, cioè, di condivisione. L’idolatria dei beni, invece, non solo allontana dall’altro, ma spoglia l’uomo, lo rende infelice, lo inganna, lo illude senza realizzare ciò che promette... se il cuore è pieno di sé e dei propri progetti, con i quali ci si illude di potersi assicurare il futuro… La tentazione è quella di pensare, come il ricco della parabola: “Anima mia, hai a disposizione molti beni per molti anni…”. Conosciamo il giudizio del Signore: “Stolto, questa notte stessa ti sarà richiesta la tua vita…” (Lc 12,19-20). La pratica dell’elemosina è un richiamo al primato di Dio e all’attenzione verso l’altro, per riscoprire il nostro Padre buono e ricevere la sua misericordia.(MESSAGGIO DEL SANTO PADRE BENEDETTO XVIPER LA QUARESIMA 2011)
Forza, Cristina, tieniti stretti i tuoi buoni sentimenti! Forse minoritario, ma qualcuno che li apprezza c'é sempre!
Ciao Cristina,
piacere di conoscerti: giungo a te tramite segnalazione della comune amica Mirta del blog "Luce nel cuore"...
...ho letto il tuo odierno post, e tutto quel che mi sento di dire è: NON COMMETTERE L'ERRORE DI MOLLARE LA PRESA !
TU sei nel giusto, NON la su citata ex compagna di scuola...che ha fatto dell'effimero il suo malsano vangelo di vita!
L' "empatia" (?!?) da lei menzionata è molto più verosimilmente azione sanguisùga...e nondimeno opportinista ! Continua a coltivare nel cuore (E CON ENTUSIASMO!) il tuo "piccolo mondo perfetto"...perchè QUELLO E NULL'ALTRO EDIFICA !!!!
Un abbraccio!
Maddy
http://charitydrops.blogspot.com/
http://maisamoreefantasia.blogspot.com/
Non cambiare Cristina... molto meglio chi vuole aiutare il prossimo senza secondi fini... che chi approfitta per aumentare il proprio conto in banca!
Un caloroso abbraccio
@ Erika, Riri, Mirta, Mariabei, Maddy,Adriano Mai:: grazie molte per la fiducia che riponete in me, per la dolcezza che mi avete trasmesso, nonchè l'energia che mi avete dato per poter cercare credere maggiormente in me stessa ed in quello che sento.
@ Amra DB, Mariolino: vi ringrazio per le "scosse" che mi avete dato entrambi con le vostre risposte ed ai diversi spunti di riflessione che mi avete dato.
ciao Ambra... solo per dirti che ora puoi togliere di nuovo le iniziali del cognome. Sto meglio così, nell'anonimato!
Pandora!?!?!? ma che bel nickname!
superb
Posta un commento