Testo di Cristina I.
Son stata ad un matrimonio … il classico matrimonio in chiesa. Una bellissima cerimonia nulla da dire non nego di aver avuto persino un moto di commozione quando ho visto la sposa varcare la soglia della chiesa .
Ma ciò mi ha indotto a metà cerimonia ad una riflessione e mi son detta : ma perché noi esseri umani necessitiamo sempre della testimonianza altrui per affermare i nostri sentimenti?
Non ritengo si tratti solo di questioni religiose o indottrinamento familiare se molti di noi fanno il grande passo, ritengo forse si tratti per certi versi sia della grande voglia di voler condividere e festeggiare con chi riteniamo più caro (seppur a volte i più cari arrivano ad essere persino un centinaio) … sia dettato da quel retaggio mentale secondo il quale se non si ufficializza, se non si affermano davanti al prossimo le nostre intenzioni, sentimenti e progetti questi rischiano di essere considerati di “seconda classe” e non tutti siamo disposti a “soccombere all’imponenza di questo duro fardello”… Del resto quante volte abbiam sentito “ma mica son sposati …convivono solamente” … che significa ciò? Che un sentimento grande come l'Amore (che io ci tengo a scrivere sempre con la lettera maiuscola), necessita di ufficialità? … non è questo forse in un certo senso sminuire, snaturare e voler come inscatolare in un imballo standard quest’essenza vitale del cuore?
Cristina
34 commenti:
Sono riflessioni che spesso, come te, ho fatto anch'io.
Credo che, qualsiasi cosa si scelga di fare, l'importante è non farsi guidare unicamente dal condizionamento altrui, ma di ascoltare la propria testa (e il proprio cuore).
Un saluto carissimo, Giada
Cristina io non concordo con la tua riflessione finale, l'amore non necessità di ufficialità, ma se amo veramente a una persona, ti unisci a quella per tutta la vita, e gli fai una promessa seria con effetti legali, morali e religiosi, e su questo progetto preso così seriamente si fondamenta la FAMIGLIA,ciò da sicurezza, serietà e solidità a questa unione.
Cristina io non concordo con te, non si tratta di dare ufficialità all'amore, se di ama veramente, nel matrimonio si fa seriamente la promessa con effetti legali, religiosi, e anche sociali, di unirsi per tutta la vita,è un impegno preso molto seriamente che fondamenta la FAMIGLIA,in questo modo il vincolo è più solido e sicuro. Poi la famiglia è la base della società e perciò il legame è regolato dalle leggi religiose e della nazione
Mi piace come sei espressa Cristina, l'amore quello vero non ha bisogno di esser annaffiato da altre cose!!!
Se poi parliamo di religione di leggi dello stato, e chi ne ha più ne metta.
Qualcuno dirà! ma quel vecchio come fa a ragionare così! Ho visto coppie appena sposate che subito se ne accorgono che qualcosa non va! poi inizia una vita che non si può più chiamare vita. solo indifferenza e conflitti.
Io posso dire che ne ho viste di tutti i colori...
Non aggiungo altro, care amiche un forte abbraccio a Ambra e Cristina,
Tomaso
I veri sentimenti sono quelli che ognuno si porta nel cuore e dimostrati ogni giorno nel privato.Felice serata a presto
Oggi il matrimonio ha il significato di ufficializzare un patto sociale dove lo Stato esercita le sue leggi, all'ombra di una festa che dovrebbe essere colma di canti, musica e allegria.
Ma il rito del matrimonio, del vestito bianco e dello scambio degli anelli è pagano, difatti i romani mettevano al dito un anello dorato, simbolo del sole, per rappresentare il legame e lo mettevano all'anulare perché da esso si diparte una vena che va al cuore. Il bianco poi è il colore dei druidi e significava purezza, mentre anche gettare il riso si rifà a un rito pagano per favorire la fertilità della coppia.
Le implicazioni del matrimonio pagano o cristiano che sia sono infinite e non mancano di una certa suggestione.
Tante coppie si sposano in chiesa per apparire...
Non sanno neanche che il matrimonio è un sacramento!
... anche quando muore qualcuno di caro, si cerca di vivere quel momento della vita con altri, e li nessuno è direttamente invitato. Cosa c'è di più commovente e lacerante di una interruzione di un amore per una persona che non rivedremo mai più? Credo ci sia la necessità primitiva di vivere con gli altri dei momenti significativi dell'esistenza. Le cerimonie rendono pubblico quello che la convivenza per sua stessa natura non ufficializza. E' un po' come essere assunti in regola e lavorare in nero, le due condizioni non misurano la qualità del lavoro. Di uno regolarmente assunto si dice che "lavora", di chi lavora in nero si dirà sempre "fa lavoretti". Non credo sia retaggio di nulla, sia ufficializzare davanti a tutti che il fatto è compiuto. L'amore è un'altra cosa. Io amo da morire il mio zaino, lo porterei a letto, non me ne saprei privare.
non sempre possiamo decidere del nostro matrimonio,di tutte quelle cose ,piccole e magari banali che girano attorno ad un'unione.
Io ero e lo sono ancora,convinta,che l'unione in Chiesa e la fede nuziale non rappresenti per forza una matrimonio felice o/e duraturo.Sono sempre stata per la convivenza prima e magari il matrimonio civile dopo.
Ma a volte,bisogna cedere a dei compromessi,per amore.
Ci sono convinzioni così radicate in alcune persone,così difficili da sradicare e anche il loro giudizio si ferma solo alle apparenze o a quello che potrebbe pensare la "gente" se si fa o no una determinata cosa....
Il mio discorso potrebbe essere contorto,ma spero che mi abbiate capito.
notte
lu
Condivido le opinioni di Mirta e di Ambra.
Un caro saluto.
erika
Ciao Ambra,il testo di Cristina serve a far riflettere,trovo il commento di Stella molto giusto,condivido il suo pensiero.
Buona giornata.
Un bacio.
Ciao Ambra, innanzitutto mi scuso per non aver ricambiato la visita abbastsanza presto, ma avevo problemi con l'adsl.
Sul tuo post, io ho preso la decisione di non sposarmi per il motivo da te esposto...convivo col mio uomo da più di tre anni ma ci sono fidanzata da 18 :) sin da ragazzina non afferravo il motivo che mi avrebbe dovuto spingere a convolare a giuste nozze e perchè avrei dovuto dirlo a tutti quanto bene gli voglio ; per quale motivo un contratto, questo è il matrimonio, avrebbe dovuto sancire il mio diritto a farci l'amore e perchè tutti avrebbero dovuto saperlo? Sono quasi cresciuta con lui perciò la pensiamo allo stesso modo. Ora che ho raggiunto i 35anni, capisco che ha senso solo a livello di tutela femminile: questioni di detrazioni fiscali se uno dei due non lavora, assegni familiari e quant'altro.
Dov'è l'amore? :) E' solo una presa in giro che chiunque accetta solo per un bel vestito e per sentirsi al centro dell'attenzione per almeno un giorno. Tu hai spiegato meglio di me tre commenti più su.
Ti saluto, buona giornata Ambra
Ringrazio tutti per i commenti al mio post e per gli innumerevoli spunti di riflessone che mi avete dato. Ritengo personalmente che l'idea di famiglia, di prole (la famiglia è tale, a mio avviso, anche se non vi è la prole) e di Amore esulino da qualsiasi tipo di ufficializzazione e sacramento in quanto è un qualcosa di proprio che vivi e senti nella parte più profonda del cuore. Non si ama di meno se non ci si sposa, non si è solo una coppia e non una famiglia se non si mettono al mondo dei figli, bisognerebbe scindere, con non molta facilità, il vero sentimento d'Amore e trarne il suo puro nutrimento ed essenza dai i canoni imposti e dettati dalla società.
ci sarebbe tanto da dire su questo interessantissimo argomento Ambra: mi sta molto a cuore!
Grazie per i tuoi commenti
p.s. anche tu hai una grande sensibilità: si percepisce anche solo guardando il tuo viso!
non voglio ripetermi con quello che e' stato gia' detto, concordo con tutti!!
aggiungo che a firmare un pezzo di carta delle volte si e' costretti perche' senza quella firma non si e' tanto tutelati a livello legale ed in particolare poi per i figli.
per quando riguarda l'amore ....si sa che non ha bisogno di carte, banchetti e tutto il resto!!
ciao e buon inizio settimana!!
Sì, come dice Ambra, i riti che uffucializzano le unioni sono un bel misto .
Tralasciando l'aspetto religioso, che è legato alla personale e non obbligata scelta dei singoli, esiste l'altro aspetto, quello legale. Indubbiamente la legislazione vigente dà ALCUNE granzie a chi "è unito in matrimonio".Chi sceglie di ufficializzare, religiosamente o solo civilmente, assume una responabilità che implica le istituzioni. Chi fa una scelta diversa, convivere per esempio, assume responsabilità con se stesso e con chi ama.
Il nocciolo della questione è il sentimento d'amore. Esso esiste o non esiste e credo vada oltre tutto ciò. Non ho la verità in tasca ma penso che ciascuno debba poter fare le proprie scelte con consapevolezza di ciò che comporta scegliere di condividere la propria vita con l'altro, nel matrimono e non.
Amore amore, ma quando si vive assieme i problemi sono tanti e a volte sembra che l'amore non esista più sommerso dalle incomprensioni.
Se non ci fosse anche un contratto legale che è oneroso sciogliere, forse ancora più persone si separerebbero alla minima incomprensione senza tentare di capirsi e cambiare il modo di rapportarsi.
Luciana
hei ciao ! ecco così adesso ti ho anche vista in foto....è bello sapere con chi si parla e tramite Lucia ci siamo conosciute. Bello il tuo spaces, ti aggiungo fra i miei amici.
ciao ciao
isa
p.s.: aggiungo anche che Lucia ha quasi descritto la mia vita.
Io sono sposata da 14 anni, mai avuto dubbi se sposarmi o convivere. abbiamo deciso di sposarci per scelta ma non perchè pensavamo che poteva durare di più il matrimonio....o convivere magari per un po per vedere se le cose funzionano....per me non esistono queste prove, non c'è l'amore se si hanno questi dubbi e per finire ti dico che la nostra cerimonia è stata semplice, un bel pranzo al ristorante con i parenti e amici ma il rito l'abbiamo fatto solo in comune, niente Chiesa.
baci baci
@ Nanussa e Sandra sono pienamente d'accordo, spesso si è costretti a convolare a nozze per motivazione di ordine fiscale e legale soprattutto nel caso in cui poi ci sono dei figli ..e esula sempre di più da quella che è la mia idea di Amore
@ Anonimo è risaputo che la vita a due, lo stare sotto lo stesso tetto ha delle implicazioni e responsabilità diverse che fan venir meno "la poesia" ma allora seguendo il filo del tuo discorso, che significa che abbiamo bisogno della spada di Damocle sulla testa per crescere in maniera critica e responsabilizzarci ?
@ IsA sono pienamente concorde quando dici che "se ci si pone troppe domande di questo tipo" non si può parlare d'Amore . Forse tu sei fra le poche che comunque ha vissuto il proprio matrimonio come una vera giornata di condivisione con la gente che per te contava davvero non con centoe più personaggi (il vicino, quello che inviti perchè hai invitato l'altro, quello a cui sta male dire di no...) come spesso accade purtroppo in altre cerimonie...
Riflessioni condivisibili...
L'idea del matrimonio come contratto sembra inconcepibile ma i "condizionamenti" culturali, sociali e legali sono una realtà e, che ci piaccia o no, fanno parte della quotidianità e non è facile interpretarli e gestirne la "forza".
Un saluto
più vado in la con gli anni e più penso che il matrimonio sia una forma di previdenza sociale. Paghi sempre e prendi a babbo morto... se va bene.
@Anna Righeblu: esatto trattasi di "condizionamenti" culturali e socio-legali e decisamente la loro gestione non è semplice.
A mio avviso essere moglie/marito è una "condizione interiore" a prescindere dalla "legalità" e dagli "schemi sociali". Ci "si sente" moglie con la persona giusta e ci si approccia di conseguenza, non lo si diventa.
Il matrimonio è un contratto..ma è anche un sacramento! C'è chi dà prevalenza all'uno, chi all'altro...concordo con Giada....
Ciao Cristina, penso che l'Amore non abbia bisogno di carte firmate, ho convissuto col mio ragazzo nel lontano 73, per un bellissimo anno, poi ci siamo sposati in municipio, la famiglia ci teneva,i tempi erano quel che erano, poi un figlio ed all'età di 10 anni del mio piccolo incrociammo un parroco di cui diventammo amici e ci sposammo anche in chiesa, questa volta c'erano gli amici (pochi intimi) ed i parenti, pochi anche lor, ma oggi a 37 anni di distanza posso affermare che fanno bene quelli che si amano senza riserve, forse quando arriva la prole un riconoscimento è indubbiamente necessario..Sposarsi, oggi non solo è difficile, ma quasi inutile se c'è l'Amore e grazie per questo post..Un abbraccio di condivisione
Ciao Cristina, sei un degno componente del "clan" di Ambra.
Pur essendo giovane - ti ho ammirato in una foto del post precedente - hai scritto un post che condivido in pieno.
Molto sagge.
@ Alessandra e Giada: sicuramente le scelte migliori son quelle dettate da testa e cuore e non dalle convenzioni sociali, ma il problema è proprio qui, spesso ci si fa condizionare dalla società e ci si autoconvince di fare una "scelta libera e sentita".
@ Riri: E' bellissimo pensare ad una cerimonia così intima e sentita come è stata la vostra. Sicuramente, come già ribadito, quando si parla di prole il discorso purtroppo dev'essere vincolato perforza
@ Il Monticiano: Non è semplice entrare nel "clan di Ambra" ed io per ora sono all'inizio della mia carriera come mascotte :P ...scherzi a parte, grazie a te per il tuo commento e per i complimenti che mi/ci fai.
Cristina mi hai "stuzzicato"
In linea di principio non mi piace parlare del mio matrimonio.Ma come si fa a sorvolare su argomenti così delicati descritti con tanta sincerità?
L'impianto base della tua tesi è pienamente condivisibile. Ciò detto devo fare qualche osservazione avvertendoti che non sono un "bacchettone" e che mi piacciono le donne.
Ci vuole anche e soprattutto se molto semplice e breve qualcosa che solennizzi un giuramento. Assolutamente inutile se alla base non c'è l'amore con la A maiuscola. Se non c'è un autentico senso morale. Guarda che non alludo alla "purezza". Quì ci vorrebbe un discorso a parte. Quel che conta è come sei dentro quando giuri.
I tempi son cambiati? Sì purtroppo. Non vedi le conseguenze nella nostra società, nella politica, nei matrimoni che alle volte durano così poco?
Viviamo in una fase di oscurantismo come ce sono state tante. Poi la sofferenza riscatta tutto e si ricomincia.
Riassumo in tre righe la mia esperienza: 8 anni di fidanzamento , la guerra, i bombardamenti, la deportazione in Germania sempre dietro l'angolo. Un matrimonio felice. Il prossimo febbraio il 6 saranno 60 anni di matrimonio. Pensi chio sia molto vecchio? Può darsi ma non ci giurare. Ciao Giovann
Caro Giovanni,
se non fosse per i tuoi 60anni di matrimonio da come scrivi e ti poni potresti avere tranquillamente 35-40 anni.
Ci vuole qualcosa per solennizzare un giuramento? Ma perchè? Che senso ha? Perchè qualcuno investito di un qualsivoglia ruolo deve solennizzare quello che sento, provo, vivo?
Forse è un discorso di "condivisione"? E' bello condividere ciò che si ha nel cuore di positivo e negativo con chi si tiene davvero, è nella natura umana e la condivisione ci arricchisce pure come persone. Ma in taluni frangenti condividere con 100 e più persone assume la stessa valenza o è solo un ostentare e/o mero conformismo? Comunque grazie molte per il tuo gradito e delicato commento al mio post.
ciao Cristina, capisco quello che scrivi, e capisco pure che molte volte oltre al bel rituale ci si trovi di fronte ad una scatola vuota.
Tuttavia viviamo in società e ritengo un arricchimento per la società e oper noi stessi condividere con tutti e rendere pubblico qualcosa di bello come un amore o la costruzione di un legame che è un bene prezioso per noi e per questo anche per la società. E' per questo che ritengo vergognosi gli impedimenti che taluni frappongono al matrimonio o alle unioni civili tra persone dello stesso sesso o altre categorie che per status precedenti vengono escluse. Se si ammette che la condivisione di un valore come quello dei legami affettivi è qualcosa di positivo il voler mettere barriere all'accesso a questo è un crimine nei confronti delle persone ed un grave vulnus per la società, che infatti va sempre più impoverendosi di contenuti e di energie positive.
Partendo dal presupposto che stai con una persona per Amore io credo che il resto sia marginale! In questo senso:il matrimonio è un sacramento ma è anche un modo per festeggiare insieme agli amici,ai parenti un momento che si ritiene importante!Anche una convivenza si puo' eventualmente "festeggiare" quindi secondo me cambia poco se la sostanza è sempre l'Amore!In tutto vi puo' essere superficialita' questo è chiaro,ma "il peccato è spesso negli occhi di chi guarda"! Non fraintendermi:per peccato intendo il nostro stato d'animo! Una stessa situazione si presta a molte letture quanti sono i nostri stati d'animo!Un bacio!
Scusa, la dislocazione a destra mi ha distratta così tanto che non sono riuscita ad arrivare fino alla fine del post.
Che peccato!
Scusa il sarcasmo fuori luogo.
Onestamente ho letto per primi i post di Ambra, per cui m'aspettavo che quel tenore contenutistico e formale venisse mantenuto anche dagli altri partecipanti. Solo in seguito ho scoperto che Seneca è un impegno sociale e non culturale.
Mi scuso ancora.
Complimenti per il vostro intervento sociale.
Saluti, Ambra
@ Fabio @ Rita B. La condivisione è la cosa più bella che ci possa essere, sia per festeggiare un evento sia a volte per condividere un dolore, del resto l'essere umano è nato per stare in comunità e non per rinchiudersi in se stesso e fare l'eremita. Quello che non mi piace è l'ostentazione, la banale superficialità, "la pallottola pronta in canna" per sparlare anche in determinate situazioni (sull'abito, sul pranzo etc...) quando invece bisognerebbe essere onorati di avere la possibilità di esserne partecipi.
@ Fabio in particolare: l'Amore a mio avviso è un sentimento bellissimo che nasce dal cuore e pensare che esistono impedimenti di tipo burocratico, pseudo -morali etc mi fa solo tristezza e nello stesso tempo una grande rabbia, oltre che farmi capire che siamo purtroppo una società ancora molto arcaica per certi aspetti.
@ Ambra non ho ben capito a che cosa ti riferissi qui nel tuo penultimo intervento. Grazie cmq per i complimenti che ci fai che son sempre ben accetti da tutti :D
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