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Benvenuti nel blog collettivo creato da Ambra

giovedì 20 maggio 2010

Mezzogiorno di ghiaccio

Sono salita sull'autobus, un mezzogiorno. Mi sono seduta. Davanti a me stavano due ragazzini, 15 o 16 anni, l'aria strafottente tipica degli adolescenti timidi, insicuri. Ridono in continuazione, scioccamente.
Li sento che sottovoce ma non così tanto da non farsi sentire da tutti, ammiccano ad una ragazza che sta parlando al cellulare. Uno deve aver detto all'altro di guardarla, con espressioni irripetibili. L'altro guarda e bisbiglia che si era sbagliato esprimendo con parole altrettanto irripetibili il suo giudizio sull'aspetto fisico della ragazza che non si accorge di niente. Risate e sogghigni si ripetono.
Poi arriva una ragazza - mussulmana si presume, dato che ha il capo avvolto in un velo legato intorno al collo, come si usava da noi negli anni 50 ai tempi di Brigitte Bardot. Entrambi la guardano e l'uno dei due canticchia: "Allah, allah, allah" e grandi risate. La ragazza guarda stupita, non dice nulla e gira il volto verso il finestrino. Sghignazzi, strofetta ripetuta. Un signore che siede vicino si gira e gentilmente dice ai due ragazzi che non è bello fare così e spiega delicatamente perché. Risate e l'uno canticchia questa volta "allah, allah, allah, che c….. me ne fa" mentre l'altro sghignazzando risponde al signore senza guardarlo in faccia "Che c..... c'ha da dire quello là? Io canto "dio, dio dio" e allora? E le risate raddoppiano. Interviene una signora dicendo che devono imparare a rispettare gli altri ed a rapportarsi in modo civile con gli altri. Silenzio improvviso, ma le risate si ripetono.  Un signore che sta per scendere, si avvicina a loro che siedono vicino alla porta e dice "Se tu fossi mio figlio ti avrei già schiaffeggiato più volte, ti va bene che non sei mio figlio". Risate. Mentre il signore scende e non può quindi più ribattere, uno dei due, che finalmente ha smesso di ridere, lo guarda con aria feroce e grida "Mio padre sta guidando, sta attento che lo chiamo e ti spacca la testa".
E' facile commentare questa scenetta e deprecare la mala educazione dei genitori, ma quel ghigno così stonato su un viso giovane e levigato non sarà invece una vistosa manifestazione di malessere diffuso, in una società  sterile di contenuti e grandezze?
Ambra

12 commenti:

Sandra M. ha detto...

Disarmante, Ambra.Anche a me son capitati episodi simili, diversi nei contenuti ma davvero disarmanti. Intendo il senso di impotenza che coglie di fronte alla totale incosapevole ottusità dei protagonisti.

silvia ha detto...

Ambra, hai fotografato con molta abilità una situazione conosciuta: a chi non è capitato di assistere a episodi come questo? Purtroppo non credo che ci sia della sofferenza nelle retrovie, ma solo maleducazione e stupidità

Unknown ha detto...

Purtroppo i giovani hanno poco da nascondersi dietro a malesseri generazionali e società insensibili ai loro problemi. Credo che atteggiamenti e situazioni del genere ci siano sempre state. La verità ce l'ha il signore che ha detto "Se tu fossi mio figlio ti avrei già schiaffeggiato più volte"; e con questo non voglio istigare alle bacchettata sulle mani e le inginocchiate sui ceci, parlo da ragazzo che non è mai stato nemmeno toccato dai genitori: semplicemente alcuni genitori non sanno più educare; e un tempo quelli che non sapevano farlo ricorrevano alle mani, oggi invece viene considerato pedagogicamente "scorretto".
Speriamo che ci si accorga presto di questo paradosso, prima che sia troppo trardi per correggere ragazzi come questi...

In ogni caso complimenti per il blog, veramente interessante! Se ti va passa a dare un'occhiata al mio: http://cawarfidae.blogspot.com/

saluti!

Ambra ha detto...

@Sandra
Mi indigna la risata stupida per scherzi stupidi. Portarli alla luce, dargli forma e spazio sia pure in un breve post riesce a farmi fugare quel senso di impotenza di cui tu parli, Sandra.

@Silvia
Sarei d’accordo con te e con Sandra, ma mi rimane il dubbio di aver liquidato questi ragazzi senza concedere il beneficio del dubbio. L’adolescenza è comunque un’età di sofferenza.

@Cawarfidae
Nome sicuramente suggestivo da antico longobardo …
E’ bello constatare in un giovane – anzi giovanissimo come ho notato dal tuo profilo – serietà e rigore.
Come avrai visto sono passata dal tuo blog che mi è piaciuto molto. Tornerò a visitarlo e magari passerà da te anche qualcun altro di noi.

lore ha detto...

l'adolescenza è un periodo difficile..è innegabile...ma io credo che il malessere diffuso che si intravvede sia dovuto alla mancanza di principi..di ideali..di sogni...la società moderna ha tolto ai nostri ragazzi la capacità di essere ragazzi e li ha trasformati in fotocopie riuscite male di modelli già brutti di per sè
un abbraccio

Ida ha detto...

Come spesso discutiamo in Seneca nei nostri gruppi "Io parlo...io ascolto", rimango dell'idea che la società non è una cosa astratta ma siamo tutti noi e quindi penso che noi (e solo noi) abbiamo trasformato i nostri ragazzi "in fotocopie riuscite male di modelli già brutti di per sé".
E' triste riconoscerlo, ma forse può servire!
Ida

lore ha detto...

non parlavo di società come entità astratta...ma società composta da soggetti che a seconda del loro ruolo hanno contribuito a rendere i nostri ragazzi così come sono ...non vorrei però fare una generalizzazione catastrifica..il fatto è che il "male" fa rumore ..il "bene" un pò meno

Mark ha detto...

Sono d'accordo con quello che dice lori. Usata in questo contesto anche la parola "noi" è un concetto astratto e finisce per banalizzare il problema. I miei figli adolescenti e quelli dei nostri amici si comportano in modo ben diverso. La società è fatta di individui diversi, di cattolici e mussulmani, di bianchi e neri.
Bisogna stare attenti a non fare di ogni erba un fascio. E niente di più vero, si parla solo di quello che fa notizia e un ragazzo sull'autobus che si alza per lasciare posto a una signora non è una notizia sulla quale discutere.

Unknown ha detto...

Cara Ambra,
sono stata via una settimanella circa,ed oggi ho finalmente sbirciato sul tuo delizioso blog; ma, con una certa amarezza,che, leggendo il tuo articolo, ho riflettuto su uno di quelli che, (secondo me), è uno dei tanti temi di degradazione sociale MENTALE! e si ... perchè a far le battute su " la fuga di cervelli all'estero " siam bravi tutti, ma quando si affronta un tema che vede coinvolti nel sociale, genitori e figli, di un degrado mentale così acuto ... non c'è parola che tenga!soprattutto perchè nessuno si assume mai la responsabilità di dire che è stato un fallimento come genitore, facendo spesso arieggiare un voto di ometà che fa rabbrividire! ai miei tempi.. ed io ho solo 32 anni, uno sguardo di mio padre bastava a farmi tacere, ed una mossa di mia madre, bastava a farmi capire che non mi stavo comportando bene ... oggi, dietro queste false facciate di famiglie felici, si nascondono ragazzi che, più che infelici e insicuri sono cacciatori e carnefici alla ricerca della propria gazzella da sgozzare! la cosa che più mi fa schifo, è che, a differenza di un leone, o una comune bestia, che lo fa per nutrirsi, questi bastardi, lo fanno per dimostrare come sono in gamba agli occhi degli altri ... non so, se il padre di questo giovane sarebbe stato " al gioco ", ma come genitore, mi sentirei un fallito a sapere di aver un figlio così! E' vero pure che, nè un genitore può pagare per le colpe di un figlio.. nè un figlio può pagare per le colpe di un genitore, magari anche solo sciocco, superficiale e disattento a tal punto, da renderlo la bestia idiota che è oggi! scusa se mi sono dilungata, ma queste cose mi mandano in bestia! saluti, e grazie di cuore.

Fabio ha detto...

si potrebbe parlare di "amoralità", ma è un concetto semplicistico che non condivido e che non spiega nulla.
Le domande sono su quali genitori e su quale ambiente sociale possa portare a questi comportamenti. Non sono d'accordo nel collegarli con l'età, non penso affatto che con la crescita questi ragazzini possano far alro che diventare dei devianti o degli individui poco cartecipi del bene collettivo come, probabilmente e sotto altri aspetti, lo sono i loro genitori.

Ambra ha detto...

@Fabio
Certo, i ragazzini qui descritti rappresentano un fenomeno piuttosto forte di inciviltà e di sadismo di bassa lega. Ma, poiché parli – e giustamente – di scarsa partecipazione al bene collettivo, allora vorrei ricordare un altro fenomeno di inciviltà, magari meno grave, ma sempre di inciviltà.
Nessun pubblico è più misto della clientela di un supermercato che va dalla peruviana incaricata della spesa, all’impiegata di corsa nelle ore serali alla signora ingioiellata, solo per citare alcuni prototipi.
Provenienza, quindi, da culture e ambienti sociali molto differenti.
Eppure quando prendi i carrelli della spesa, quasi tutti portano tracce indecenti , elenco della spesa spiegazzato, guanto usato, sacchetti verdura in plastica abbandonati a se stessi. E ho visto più di una volta persone di diverse età dall’aria più che rispettabile riporre il carrello nella fila lasciando la loro sporcizia e non solo loro. Le tracce indecenti sono lasciate indifferentemente dai vari tipi sociali che per lo più non sono ragazzini, ma uomini e donne adulti. E qui si aggiunge un altro tasto dolente in termini di mancato rispetto nei confronti degli altri e quindi della collettività.
Fenomeno d’altra parte non nuovo della nostra epoca poiché non è di oggi l’espressione “res publica, res nullius”.

Giada ha detto...

Ciao Ambra, sono venuta a visitare per la prima volta il tuo blog e mi sono fermata a leggere il tuo articolo... Quante volte mi è capitato di assistere a scene del genere, gli adolescenti sanno apparire odiosi. La finta, ostentata sicurezza che hanno in gruppo si dissolve quando si trovano da soli. Quei due,per quanto siano stati offensivi ed umilianti (e sono assolutamente ingiustificabili) potrebbero essere però dei tipi innocui... Le maggiori amarezze le ho sempre ricevute da persone per così dire "adulte", proprio perché le cattiverie sono più sottili e subdole.
Ti saluto e ti ringrazio anche per le belle parole che hai avuto per le mie farfalle sul blog di Gabriella... Ciao! Giada