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martedì 4 novembre 2014

Voltarsi indietro

Post di Giovanni
Il saluto
Quando Alfredo si sveglio’ ebbe una misteriosa sensazione.  Quando fu più lucido un ricordo si affacciò alla sua mente. L’immagine di Sofia al tempo del liceo. Lei aveva diciotto anni. Diresse lo sguardo verso il letto matrimoniale e la guardò con tenerezza: da qualche anno era sua moglie. Un traguardo che era stato difficile da raggiungere in parte per colpa della sua timidezza, in parte per l’eccessiva riservatezza insegnata a quei tempi alle figlie, ma in grandissima parte per gli avvenimenti storici nei quali la loro generazione era stata coinvolta.
Eccola nel ricordo, la sua compagna di classe al liceo, la Sofia di diciotto anni. Piccola di statura con un bel viso illuminato da occhi chiari e vivaci.
Se ne era innamorato  pur convinto di detestarla. Era la prima della classe. Latino e greco, due scogli sui quali si era infranto il suo orgoglio, per lei erano una piacevolezza. Quel sorriso appena accennato sulla bocca lo affascinava e al tempo stesso lo disorientava. Cercava di recuperare il controllo con la rivalsa. Lui era il più bravo in italiano. Ma il problema non era così meschino . Quelli semmai erano semplici reazioni. Alle volte riceveva l’impressione che volesse fargli intendere qualcosa mettendo in moto un arrovellio della mente:” le piaceva almeno quanto lei piaceva a lui?” Il solo incrociare il suo sguardo innescava qualcosa di simile alla balbuzie.
Era un caldo giorno di giugno ed era l’ultimo giorno di scuola. Una chiusura che era stata anticipata per i venti di guerra che soffiavano nel mondo.
Poche settimane dopo l’Italia entrò in guerra. Non passò molto e Alfredo ricevette la chiamata alle armi.
Quando si recò a casa di Sofia, Alfredo aveva inglobato nella sofferenza per il vicino distacco, il rimpianto per il tempo perduto.
Ad aprire venne  lei. Sul suo bel viso era scomparso il sorriso. In pochi minuti avvenne quel che non era successo per anni. Uno stravolgimento ed una voglia pazza di recupero. Si abbracciarono (lo avessero fatto prima!). Lei parlò per prima: “ti ho sempre voluto bene”. Alfredo: ”io ti amo da anni”. Singhiozzava mentre Alfredo cercava di confortarla. La stringeva a sé senza esprimere un pensiero angoscioso “ti rivedrò?”
Quando giunse il giorno della partenza Alfredo avrebbe voluto evitare a Sofia altre emozioni ma ella venne ugualmente alla stazione. Quando  salì sul vagone con il suo reggimento, attraverso il finestrino le loro mani si strinsero forte ancora. Una sofferenza per entrambi. Sono i momenti in cui si vorrebbe che il treno non si muovesse e al tempo stesso che partisse subito per entrare in un diverso stato d’animo, quello dell’attesa e della speranza.
La separazione durò tre anni. Prima al fronte poi la prigionia.
Tutto arriva. Anche il giorno del ritorno annunciato senza indicazione precisa.
Sofia era venuta tutti i giorni alla stazione in attesa di un treno che non arrivava mai. Finalmente arrivò. Quando Alfredo mise il piede a terra sotto la pensilina lo attendeva l’abbraccio caldo e confortante di una donna innamorata.
“Sofia abbiamo finito di soffrire. Ci sposeremo prestissimo dovessi mettere a sottosopra il mondo”.
Entrambi sentirono che la loro vita ricominciava. Anzi cominciava. Anche quella mattina constatò che il  ricordo era sempre vivo come fosse stato appena vissuto.
Alfredo sul punto di uscire per recarsi al lavoro   diede ancora un’occhiata a Sofia che sonnecchiava   e si  preparò a vivere sull’onda del risveglio una giornata felice.   
Giovanni

26 commenti:

Tomaso ha detto...

Caro Giovanni, a 84 anni io provo una grande emozione nel leggere queste righe.
Grazie amico che le hai condivise, un racconto veramente bello!!!
Tomaso

Beatris ha detto...

Splendido racconto, emozionante!
Buona giornata da Beatris

Sari ha detto...

Che bel racconto, è denso di sentimenti e consola un lieto fine non scontato.
Quanti sono tornati dalla guerra non trovando nessuno alla stazione... tornati feriti nell'anima o menomati... tornati solo col corpo, l'anima smarrita fra le bombe.
Alfredo guarda la sua donna nel sonno e sorride pago. In questo momento lo sono anch'io.

Costantino ha detto...

Molto bello, a volte voltarsi indietro è piacevole e confortante.

silvia de angelis ha detto...

Situazioni di grande disagio emotivo che rafforzano un sentimento, celato per anni nel profondo, ma che premierà un'attesa forzata, in un ritorno quanto mai denso di grande felicità.
Ho letto con immenso piacere, e apprezzato, questo bel brano
Cari saluti, silvia

Annamaria ha detto...

Voltarsi indietro...e scoprire che il sogno della giovinezza si è avverato!
Che bello e quanta raffinatezza di sentimenti in questo racconto!
Grazie!!!

Melinda Santilli ha detto...

Mi fa venire in mente la storia dei miei nonni, grazie per questo bel racconto e chissà oggi quanti ragazzi e ragazze che vanno in guerra si ritroveranno in questa storia.
Un abbraccio

Carmine ha detto...

un gran bel racconto, tenero ma vero

Cavaliere oscuro del web ha detto...

Un racconto emozionante.
Saluti a presto

carlafamily ha detto...

Quanti dei nostri nonni hanno vissuto questa attesa. La chiamata alle armi, la vita al fronte e le lacrime versate aspettando.
C'è l'orrore della guerra ma, in questo epilogo, un gran soffio di vita.
Molto bello.
Un caro saluto!

Carla, i colori...pensieri della mia mente. ha detto...

Raffinata descrittiva in questo racconto che evoca tempi passati ma che tutto sommato sono sempre ai auge...considerando ciò che sta succedendo in alcune parti del mondo.

Pino Palumbo ha detto...

Che bel racconto...emozionante!

Il ricordo...spesso un'ancora o una piattaforma di certezza da cui ricominciare...anzi "cominciare"!

Un saluto a tutti.

Tiziano ha detto...

Complimenti Giovanni, un racconto che a tanto del reale quanti ne ho sentiti raccontare durante quel triste periodo ma pochi con un cosi dolce ed emozionante lieto fine
un caro e amichevole saluto

Tiziano.

Erika ha detto...

Ripeto ancora una volta che Giovanni è un grande narratore. Racconto molto commovente legato ad un periodo triste della storia italiana. Penso che gli amori contrastati siano i più forti e veri. Un caro saluto a tutti.

Kylie ha detto...

Bellissimo questo racconto. Mi ricorda quelli dei miei nonni.

Buona giornata!

Luigi ha detto...

Grazie per averci aperto il tuo cuore con questi ricordi intimi Giovanni: mi hanno evocato altri ricordi che credevo sopiti sotto la polvere degli anni!!!

Pia ha detto...

Che storia emozionante ed ancora attuale purtroppo.
Grazie Giovanni per avercela regalata.

Giovanni N. ha detto...

Di solito scrivo di getto quel che mi detta il cuore. Mi ha fatto tanto piacere il gradimento e la partecipazione. Grazie spero risentirci a Natale. Giovanni

il monticiano ha detto...

Quando si ama la o il proprio partner i ricordi quando tornano in mente sono sempre più piacevoli.

Blogaventura ha detto...

Voltarsi indietro è un'abitudine che molti hanno perso di questi tempi. Però, come dimostra questo racconto, ci aiuta a capire i sacrifici di una vita, le traversie e esser convinti che, se siamo uel che siamo, è solo perchè in passato siamo stati capaci di esser forti e di resistere. Un caro saluto, Fabio

Pia ha detto...

Certo che ci sarò!
Ciao.

Silvia Negretti ha detto...

Ma che bello, un racconto breve ma intenso ed emozionante!!!
Certe volte l'orgolgio è un bell' ostacolo, ma per fortuna il tempo in questi casi è un grande alleato! :D
Baci!
S
http://s-fashion-avenue.blogspot.it

nonno enio ha detto...

bellissimi ricordi peccato che poi la vita, nella realtà, spesso è molto diversa e meno romanzata

José María Souza Costa ha detto...

Ciao
Bom tudo para nós.
O que trazemos na memória, da velha infância ?
Também, não sei.
Portanto estou cá, para desejar um dia agradável, refletindo que, a maior obra do Criador, é você.
Um abraço.

Il Mondo Capovolto ha detto...

Molto bello*

IlCalesse ha detto...

Una dolcissima storia d'amore che suscita mille emozioni!
Ciao:)
Luci@