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Benvenuti nel blog collettivo creato da Ambra

martedì 27 aprile 2010

Sulla mia spalla, dolcemente

Quel giorno a pranzo assistemmo, con grande emozione, all’atterraggio del mezzo che, per primo, aveva allunato.
Mia madre, come tutte le domeniche, era venuta a pranzare a casa mia (abitava al secondo piano
ed io all’ottavo) e, fra noi due, lei - seppur in età molto avanzata – era
quella con la maggior carica vitale di entusiasmo. Non si sentiva anziana e non amava stare con chi lo era, soprattutto se una persona, invecchiando, era andata offuscandosi con gli anni. Lei invece era sempre al corrente di tutte le novità, amava la vita di società, era sempre pronta a fare una gita od un viaggio, manifestando in questo modo delle caratteristiche che raramente collimano con l’età avanzata. E’ per questo forse che molti giovani l’adoravano.
Terminato il pranzo, ci eravamo accomodati in salotto e noi due ci eravamo seduti insieme sul divanetto a due posti.
“Dovevo” metterla al corrente della mia prima settimana nel nuovo incarico di lavoro che avevo avuto. Ero uno dei tre direttori commerciali dell’azienda siderurgica con 55.000 dipendenti cui appartenevo. Dopo concertazione con gli altri due colleghi, ero stato designato ad andare in Inghilterra per rimettere in piedi una importante filiale con sede a Londra. Era da lì – da Londra - che ero tornato il sabato precedente, dopo la prima pesantissima settimana.
Mentre le raccontavo la mia avventura avevo avuto l’impressione che, ad un certo punto, lei non mi seguisse più. Aveva appoggiato la testa, lievemente, sulla mia spalla. Dopo poco sentii che il suo respiro si faceva più pesante: mi scostai, la guardai e, vidi che si stava spegnendo dolcemente.
Non credo siano molte le persone che hanno avuto la ventura di assistere alla morte della propria madre in questo modo. Un modo dolcissimo!
E per lei, ne sono sicuro, la fine è arrivata come mai avrebbe osato sperare, poggiando sulla spalla di uno dei suoi tre figli, su quella del più piccolo, di Eliù, come mi chiamava.
Inutile dire che il mio soggiorno a Londra, di quasi due anni, non mi diede modo di conoscere la città: i miei passi andavano lungo un itinerario obbligato casa-ufficio e ufficio-casa.
La mia missione fu estremamente pesante e la lontananza da casa mi pesò più che mai.
Elio

12 commenti:

Ambra ha detto...

Un racconto toccante e commovente che mi ha anche riportato alla memoria il libro di Simone de Beauvoir "Una morte dolcissima", con la descrizione intensa e bellissima della morte di sua madre.

Mirella ha detto...

Grazie di aver condiviso un momento così "tuo"...commmovente

Mirella ha detto...

Toccante e commovente...hai detto benissimo, Ambra
@Elio
Grazie di aver condiviso un momento così "tuo"

Sandra M. ha detto...

Un grande, grande e delicato dono quello della tua mamma.Non posso dire altro.

Ida ha detto...

Un brivido, una lacrima e un grazie.
Ida

Unknown ha detto...

Spesso, le cose migliori, le raccontiamo a chi non ci conosce, come i viaggi della vita, le nostre lunghe percorrenze ... sono la parte più integra e bella di ogni essre umano; il tuo racconto, toccante, traspare di sentimento, un turbine delicato di amore per una donna che di amore te ne ha regalato tanto ... le tue parole, che raccontano semplicemente di te, hanno un tocco d'angelo su una strada d'ovatta. Complimenti.

Unknown ha detto...

Ad Ambra.
Grazie, troppo buona, scrivo spesso poesie, pensieri privati, che a quei pochi a cui concedo di leggerli, sembra che io sia triste e malinconica, ma non lo sono, sono solo le parole di una donna che ama la vita e che ha rispetto per ogni singolo essere su questa terra. Grazie della visita al mio blog.

LA CRI ha detto...

Elio come gli altri ti ringrazio per aver voluto condividere questo momento così intimo della tua vita ma ti ringrazio comunque anche per avermi dato ancora una volta una lezione di vita ed umanità .

Terry ha detto...

Grazie ho letto mi ha commosso, ho
rivissuto gli ultimi giorni che ho
passato con mia mamma, quando aveva le mani fredde ed io le trattenevo tra le mie, scaldandole.

Andrea ha detto...

Ciao, ho letto con attenzione, io avevo 15 anni e ricordo perfettamente che giravo in biciletta in giardino poi mi hanno chiamato e poi tutto il "trambusto"...! E' un momento molto toccante e solitamente molto personale, ma sono convinto che se hai voluto esternarlo è perchè ne avevi bisogno....! Un abbraccio, tuo nipote...!

mimma ha detto...

Caro Elio, quanta dolcezza nel racconto della dipartita della tua mamma, pur nella sua drammaticità (così inaspettata e repentina). Anch'io non ho potuto fare a meno di ripensare agli ultimi momenti di mia mamma, giusto 7 anni fa: così pieni di sofferenza, così strazianti... Un pochino pochino ti ho invidiato per questo ricordo dolcissimo.

Fabio ha detto...

Grazie per questo racconto Elio, ci racconti di una bella persona e della fortuna che hai avuto ad essere suo figlio.
Davvero fortunato, parte della serenità e della vivacità di tua madre la possiamo vedere quando siamo in tua compagnia, in questo senso anche noi siamo forunati nel conoscerti.