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giovedì 8 aprile 2010

La città bianca

Da un libretto intitolato “Poesie”, trovato tra vecchie carte nella Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze.  Mi avevano colpito la sua bellezza e la tristezza profonda di cui la poesia è intrisa. 

La pioggia cadde sulla città bianca
mentre uomini lenti raccoglievano foglie nei viali
vecchie donne chiusero porte e finestre per non sentire

e il vento piombò lamentando sulla città bianca
le fontane deserte gorgogliavano acqua alle vie
gialli fuochi di luna tra brandelli di nubi occhieggiavano

e ai bimbi malinconici nasceva ansia di rifugio
solo le pianole fuggivano traballando canzoni
e sempre più calava la sera sui giardini imprigionati.

Tutti i diritti di riproduzione riservati                                      
image cc by Todd Baker technowannabe

4 commenti:

Sandra M. ha detto...

Trasuda angoscia, direi.
La potenza della parola del poeta!

fabri ha detto...

Hai ragione Sandra, un ritmo lento che accentua l'angoscia del poeta ma bellissima

Ventanilla ha detto...

Una poesia che gronda tristezza, però lo stesso che bello quel flash finale sulle pianole! Io me le ricordo le pianole quando (ero bambina) passavano in strada con le loro musichette traballanti: chissà dove sono finite tutte, mi sembrano ormai così lontane, proprio come la mia infanzia!
(non per niente ho appena compiuto un altro anno).

silvia ha detto...

E' vero, le pianole della nostra infanzia! Ascoltarle era un piacere. Nella poesia l'immagine delle pianole sveglia nel cuore una malinconia struggente.