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lunedì 28 marzo 2016

Storia della colonna infame

E’ il titolo di un saggio di Alessandro Manzoni che racconta una storia terribile di ingiustizia, realmente accaduta.
Lapide della Colonna Infame courtesy of G. Dall'Orto

Siamo nel 1630, il 21 giugno, in una città di Milano tetra e sconvolta dalla peste, che uccide senza fine. Nella mattina di quel giorno, Caterina Rosa, una donna del popolo, vede un uomo che si accosta alle porte e ai muri delle case di fronte alla sua, in via Vetra.

Forse per ignoranza, forse perché è suggestionata dalla paura della peste, è convinta di vederlo spargere sui muri un unguento scuro, che diffonde la peste. Il fatto è confermato successivamente da una vicina di casa di Caterina Rosa, che sostiene di aver visto anche lei un uomo ungere i muri della strada.

La polizia arresta un sospettato, Guglielmo Piazza, commissario di sanità, le cui mani sono sporche di nero, ma si tratta solo di inchiostro. Tuttavia la polizia lo sottopone ad interrogatorio e a lunghe e dolorose torture per farlo confessare. Perquisisce la sua casa, dove nulla viene trovato che possa incriminarlo.

Alla fine il Piazza, allo stremo delle sue forze, confessa agli inquisitori che gli hanno promesso impunità e libertà, di aver ricevuto l’unguento pestilenziale dal barbiere Giangiacomo Mora, che vende anche diversi unguenti per curare varie malattie.

Il Mora viene subito arrestato e la sua casa perquisita davanti a sua moglie e ai suoi quattro figli, che, terrorizzati, vedono la polizia sequestrare liquidi trovati in diversi recipienti e interpretati come ingredienti per l’unguento che diffonderà la peste.

Il Mora protesta la sua innocenza dicendo che si tratta di un insieme di cenere e acqua bollente per lavare i panni. Non viene creduto e gli inquirenti fanno invece pressione con continue torture fisiche e morali affinché vengano denunciati da lui e dal Piazza altri personaggi che potrebbero essere coinvolti in qualità di complici.

La tortura e le macchinazioni costruite dagli inquirenti riescono ad estorcere una confessione fasulla che porta all’arresto di altre cinque persone..

Il processo segnerà la fine per i due principali imputati che il 27 luglio dello stesso anno vengono condannati a morte e giustiziati il 2 agosto del 1630 col supplizio della ruota. Con loro perderanno la vita anche gli altri cinque imputati.

Dopo l’esecuzione della sentenza e per ordine del tribunale viene rasa al suolo la casa del Mora, ritenuto il più colpevole degli imputati e sopra alle ceneri della casa viene eretta a futura memoria una colonna con un’iscrizione latina, che dovrà ricordare, a tutti coloro che la guardano, l’infamia dei propagatori di peste.

La colonna, divenuta successivamente segno d’infamia non più per i giustiziati, ma per i giudici, fu poi rimossa nel 1778, mentre la lapide in latino - che riportava la descrizione delle pene inflitte - si trova ora al Castello Sforzesco.

Qui di seguito una traduzione in italiano della scritta (ripresa da Wikipedia):



QUI, OVE S'APRE QUESTO LARGO,
SORGEVA UN TEMPO LA BOTTEGA DEL BARBIERE

GIAN GIACOMO MORA
CHE, ORDITA CON IL COMMISSARIO DELLA PUBBLICA SANITÀ
GUGLIELMO PIAZZA
E CON ALTRI UNA COSPIRAZIONE,
MENTRE UN'ATROCE PESTILENZA INFURIAVA,
COSPARGENDO DIVERSI LOCHI DI LETALI UNGUENTI
MOLTI CONDUSSE AD UN'ORRENDA MORTE.
GIUDICATI ENTRAMBI TRADITORI DELLA PATRIA, IL SENATO DECRETÒ'
CHE DALL'ALTO DI UN CARRO
PRIMA FOSSERO MORSI CON TENAGLIE ROVENTI,
MUTILATI DELLA MANO DESTRA,
SPEZZATE L'OSSA DEGLI ARTI,
INTRECCIATI ALLA RUOTA, DOPO SEI ORE SGOZZATI,
BRUCIATI E POI,
PERCHÉ DI COTANTO SCELLERATI UOMINI NULLA AVANZASSE,
CONFISCATI I BENI,
LE CENERI DISPERSE NEL CANALE.
PARIMENTI DIEDE ORDINE CHE
AD IMPERITURO RICORDO
LA FABBRICA OVE IL MISFATTO FU TRAMATO
FOSSE RASA AL SUOLO
NÉ MAI PIÙ RICOSTRUITA;
SULLE MACERIE ERETTA UNA COLONNA
DA CHIAMARE INFAME.
LUNGI ADUNQUE DA QUI, ALLA LARGA,
PROBI CITTADINI,
CHE UN ESECRANDO SUOLO
NON ABBIA A CONTAMINARVI!
ADDÌ I AGOSTO 1630
(sen. Marcantonio Monti prefetto della pubblica sanità
Giovambattista Visconti capitano di giustizia)



A conclusione di questa terribile storia di ingiustizia, un pensiero inquietante mi occupa la mente. Nulla in realtà è cambiato, Il filo della sofferenza causata dalle violenze fisiche è arrivato fino ai giorni nostri. E’ storia recente la morte di un giovane italiano innocente, Giulio Regeni, sul cui corpo sono state trovate tracce di numerose torture.

Ambra


33 commenti:

Silvana Planeta ha detto...

Hai ragione, cara Ambra! Forse il lato più oscuro di vicende come quella, inquietante, da te narrata consiste non tanto nella perdita della vita, quanto, piuttosto, nelle calunnie infamanti che marchiano per sempre degli innocenti.

Silvia Negretti ha detto...

Che cosa terribile l'ignoranza, tanto più quando è sostenuta dalla paura.
Io avrei voluto vedere se alla signora Caterina Rosa sarebbe piaciuto esser accusata ingiustamente di essere un'untrice!
In pratica ha conannato a morte lei tutti quei poveretti!
Ed è incredibile che storie come questa, che sembrano totalmente anacronistiche suonino comunque così attuali...
Baci!
S
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fioredizagara ha detto...

Sembrano storie d'altri tempi ,purtroppo la triste realtà ci propone anche oggi storie di orrende torture inflitte ad innocenti.
Una pagina interessante di storia,mi complimento con te.
Un caro saluto

Luigi ha detto...

sai che l'ho avuto tra le mani soltanto pochi giorni fa questo testo e mi ha confermato nel pensiero che non c'è cosa più grave al mondo della giustizia tradita.
Quando talvolta ci si meraviglia del fatto che qualcuno entra in tribunale e spara a giudici ed avvocati, io rispondo sempre che ci si dovrebbe meravigliare pittosto che fatti del genere accadano così raramente!!!

silvia de angelis ha detto...

La storia sembra ripetersi in tutte le sue più bieche atrocità e nonostante si parli, continuamente, di progresso...sembra che un
inqueitante regresso sia alle nostre porte....
Sempre bello leggerti, felice sera, cara,silvia

nucci massimo ha detto...

Quel ragazzo mi pare solo l'ultimo simbolo
anche se su di lui nessuna sentenza sia stata pronunciata
ma quante altre volte senza pronunciar sentenze siamo stati carnefici?
Penso al ferroviere Pinelli e dopo di lui una bella fila di morti ammazzati senza sentenza
ma quello che mi fa più paura è la fila di incarcerati dopo una sentenza
perchè giudicati da chi avrebbe dovuto applicare giustizia e cercare verità.

José María Souza Costa ha detto...


Tenho uma janela por onde vara cores de momentos
E uma eterna mania de sonhar.

Cavaliere oscuro del web ha detto...

Spesso la storia insegna, ma l'essere umano continua a sbagliare.
Serena giornata.

nanussa ha detto...

l'ignoranza forse ha fatto piu' vittime della peste e di altre malattie alla pari... la cosa piu' brutta e' che oggi non sia cambiato quasi niente...

ciao Ambra, sereno inizio settimana!

speedy70 ha detto...

Una storia antica... riproposta purtroppo nei nostri giorni!

Arwen Elfa ha detto...

Cara Ambra conosco da lunga data questa triste storia, essendo nata e vivendo a Milano
E' tremendo sapere che basta pochissimo .... per rovinare la vita di una persona
Una o due persone prendono Roma per Toma - affermano con sicurezza una cosa falsa ed è finita
Davvero non si può credere quanto poco basti.
Trovo che tuttora, (al giorni nostri) anche se per fortuna in modo diverso - rianga un'argomento come dire attuale e vivo. Come è successo ad Enzo Tortora tanti anni fa e ad altri che hanno subito accuse imfamanti e scontato pene in prigione senza alcuna colpa

Buon pomeriggio cara e migliore continuazione di settimana

Elle ha detto...

Ricordavo la storia terribile di questa colonna, raccontata dal Manzoni. Mentre leggevo pensavo che non solo i primi due accusati non sono stati risparmiati per aver fatto i nomi di altri (come loro promesso), ma che è stupido da parte delle autorità credere che sotto tortura o anche solo con la promessa di un rilascio, qualcuno possa fare nomi veri; questo si collega alle paranoie e alle credenze di quel tempo, ma ancora oggi ci sono pentiti che vengono messi sotto protezione e che anni dopo rittrattano ecc... insomma, discorso lungo e poche informazioni per poterlo affrontare io.
Poi alla fine del post la notizia ancor più terribile! ...non sapevo delle tracce di torture sul corpo del giovane Giulio!

Francesco Zaffuto ha detto...

una caccia agli untori può ricominciare oggi anche senza la peste. Paura e sospetto abbondano.

Carmine ha detto...

Che bella riflessione, sono cambiati i metodi ma siamo lì, a volte sono rattristato di come la storia si ripete, sembra che l'esperienza del passato non serve ad imparare nulla, siamo Ciechi? Analfabeti? o solo molto distratti?

Kylie ha detto...

Ricordo bene questo episodio. NOn è poi cambiata molto la storia...

Zampette in pasta ha detto...

Incredibile come un fatto di tanto tempo fa, possa essere ancora tragicamente e ingiustamente riproposto!!!
Buon we, baci

Enrico zio ha detto...

Il racconto è noto e ieri come oggi ignoranza, superstizione, ipocrisia falsi moralismi, continuano ad alimentare la caccia ai cosiddetti untori, poco importa se poi risultino essere persone stimabili.
Felice fine settimana.
Un abbraccio
enrico

Nella Crosiglia ha detto...

sai Ambrina che ricordavo per sommi capi questa storia..grazie per avermi dato una bella rinfrescata...
le angherie e i soprusi non moriranno mai purtroppo, sono solo gli innocenti che ci rimettono la vita...
Bacio della buona notte!

Krilù ha detto...

Avevo un vago ricordo della storia della "colonna infame", consapevole che era legata alla terribile epidemia di peste che aveva devastato Milano nel 1600 ma non avevo mai approfondito l'argomento e questo tuo post, così esauriente, ci fa indignare e ci fa riflettere sulla facilità con cui anche ai giorni nostri la folla è propensa a gridare "dagli all'untore".

Rita B ha detto...

Ciao Ambra, veramente terribile soprattutto poi se lo si collega a vicende recenti e attuali! Deve essere tremendo sentirsi senza via d'uscita nelle mani di una presunta giustizia!Non conoscevo a fondo la storia della colonna infame anche se sapevo degli untori!
Baci tua Bozzola!

Elio ha detto...

Ciao Ambra mi accorgo che tu sei più assidua di me per i commenti sui rispettivi blog. Me ne scuso e ti faccio i miei complimenti per questa pagina di storia che non insegnano certo a scuola. Condivido in pieno il tuo commento finale e mi chiedo quando l'Egitto farà il suo mea culpa. Un abbraccio e buona domenica.

Cristina Deboni ha detto...

L'ingiustizia non cesserà mai, anche con la tortura fisica. Forse meno praticata ma ugualmente esistente in altre forme. L'umanità non impara dai propri errori. Purtroppo!
Buona domenica! : )

Beatris ha detto...

Interessante post, una storia antica che purtroppo si ripropone nella realtà, negli avvenimenti dei nostri giorni!
Condivido pienamente il tuo pensiero finale!
Un abbraccio carissima Ambra!
Beatris

Sciarada ha detto...

Non so commentare perché oggi questa storia mi tocca più di ieri e meno male che non c'è più la tortura, almeno in Italia.
Ciao Ambra e gioioso giorno!

Erika ha detto...

Sono gli uomini che devono cambiare, cara Ambra, ma questo è molto difficile....
Hai fatto bene a pubblicare questo post e soprattutto ricordare Giulio.

Stefyp. ha detto...

Giusta e inevitabile osservazione la tua, che non si discosta dal mio pensiero. Nulla è cambiato purtroppo..se non mi sbaglio questo episodio doveva far parte dei Promessi Sposi, in un primo momento Manzoni voleva inserirlo in Fermo e Lucia...ma anche senza questo episodio quanti fatti storici riportati appunto nei Promessi Sposi paiono ancora attuali, eppure ne è passato di tempo. Purtroppo l'uomo non cambia, perchè non sa imparare dalla storia...e innocenti ancora oggi pagano con la loro vita un prezzo troppo alto. Ciao, Stefania

Zampette in pasta ha detto...

Ciao Ambra, un veloce saluto e l'augurio di passare un sereno we...da me bagnato!!!
Baci

Stefano ha detto...

La storia si ripete sempre in tanti modi!!!
Comunque è sempre bello rileggere alcune libri sulla peste a Milano.
Bellissimo post Ambra. Un abbraccio.
Stefano G.

Arwen Elfa ha detto...

Un saluto Ambra ...... e Buon Fine settimana <3 :-)

fulvio ha detto...

Ciao Ambra,una tristissima storia vera di altri tempi,purtroppo come scrivi,certe vergognose abitudini sopravvivono anche oggi.
Felice domenica,fulvio

Anna Bernasconi Art ha detto...

Eh già, cambiano scenografie e costumi ma la trama è più o meno sempre la stessa.
Da un po' di tempo tendo a credere che scoprire il passato non serva, come spesso si dice, a migliorare il futuro. C'è davvero bisogno di guardarsi indietro o scavare è solo un fatto di cultura personale? Non basterebbe guardarsi in faccia onestamente, semplicemente, adesso, senza perder tempo a cercar riferimenti e paragoni? O forse un giorno, a furia di sentire le stesse storie, ci si renderà conto di quanto siamo diventati monotoni e verrà voglia di cambiare...

Pedro Luso de Carvalho ha detto...

Ambra,
A peste de 1630 foi contada pelo grande escritor italiano Alexandre Manzoni, no seu romance clássico intitulado “Os Noivos”. Tudo de importante de de trágico está nesse livro.
Parabéns pelo post.
Abraços.

Arwen Elfa ha detto...

Un bacione Ambra - Un saluto e Buona domenica <3 :-)