Testo di Giovanni N.
Alessio e Sonia si avviarono per la consueta passeggiata serotina.Non sospettavano che quella non sarebbe stata una sera come le altre, che qualcosa stava per succedere nella loro vita.
Ripetevano l'uno all'altro, che dovevano pazientare ancora. Alessio asseriva che era meglio attendere che la bufera della guerra fosse finita e si sarebbe cominciato a ricostruire le città ridotte ad un cumulo di rovine.
Sonia era sempre d'accordo: “ Tutto è destinato. Tutto è stato programmato e la nostra stessa volontà non è altro che uno strumento di quella programmazione fatta da Dio alla nostra nascita”.
Conversando del presente e dell'incerto futuro, giunsero vicino all'ospedale là ove la città diradava e si infittiva la vegetazione della campagna. Al bivio ebbero l'abituale incertezza. Sorrisero della loro ripetitività: “Pigliamo la strada a destra o a sinistra? Sonia avanzò la proposta. “Ce lo chiediamo sempre e poi sempre andiamo a sinistra. Perché non cambiare? Anche da quella parte ci sono panchine e anche un giardinetto”.
Alessio fu d'accordo e le strinse ancor più fortemente il braccio nell'avviarsi verso la direzione stabilita.
Avevano percorso poche centinaia di metri quando l'urlo delle sirene preannunciò un bombardamento. L'allarme suonò con inspiegabile ritardo tanto che la squadriglia era già sopra la città. Giunse alle loro orecchie il crepitio del mitragliamento sulla strada che quella sera avevano deciso di non percorrere.
Quando la sirena annunciò il cessato allarme, quella strada ora era invasa dalla polvere e dal gemito dei feriti.
Ripresisi dal terrore Sonia angosciata si rivolse ad Alessio sperando di essere aiutata a capire: “Povera gente perché gli aerei l'hanno attaccata?” Alessio le fece notare che
comunque dovevano ringraziare il cielo di non aver preso la solita strada. Commentò: “Altrimenti....”.
“Non proseguire ....”. Sonia si asciugò le lacrime. “Lo so che poteva toccare a noi. Prego solo che se dovrà succedere qualcosa ce ne andiamo insieme nello stesso istante...”.
Sonia strinse la mano di Alessio e con una dolcezza infinita aggiunse “così non ce ne accorgeremo”.
Alessio non rispose ma formulò una muta preghiera: “ Dio, se dovrà accadere, lasciaci morire insieme”.
Quando si ripresero dall'angoscia entrambi all'unisono avevano maturata la decisione. Assurdo porsi tanti problemi in questo momento. Non attendere, ma presto, presto il più possibile.
Alessio formulò la conclusione dei loro pensieri “Da domani si cerca casa amore mio”.
Giovanni N.
32 commenti:
Molto bello questo racconto,
ti avvince ogni riga che si legge,
grazie di averlo condiviso con tutti noi. Tomaso
un bellissimo racconto!! complimenti!!
felice inizio settimana, a presto!
Molto coinvolgente, Giovanni.
Io sono convinta che nulla succede a caso...
Un racconto che prende il lettore.
Complimenti!
Buona giornata Ambra!
bella foto
chissa' se andra' a destra o a sinistra
qualunque direzione scegliera' sono 'casini'
ciao Michele pianetatempolibero
Che bella storia, commovente e mi porta a riflette, se ci fermasimo a pensare quanto tutto possa finere così all'improvviso le cose sarebbero ben diverse, a volte la vita sembra che ci regali un'altra opportunita, come è capitato a questi ragazzi, ma in effetti ogni giorno c'è ne regala una, sta a noi decidere di coglierla.
Racconto molto emozionante.Auguro un buon inizio di settimana;saluti a presto
Un bel racconto e un invito a riflettere. Complimenti a Giovanni.
Ciaoooo!
Raccontino tenero.Grazie Giovanni. Un caro saluto a tutti voi.
ps. per Ambra, mi spiace per Bologna, che non vedo da secoli e sarà anche molto cambiata, soprattutto mi spiace non conoscervi, ma come ti ho scritto il cane è molto anziano e non può fare lunghi viaggi,sarà per la prossima volta. Grazie
che bel racconto, grazie !
bacioni
a volte capita che certe scelte possono rivelarsi giuste,altre no.
Sarà istinto?
Sarà perchè così è scritto?
Bel racconto
Lu
Un racconto, che fa riflettere.
E' una storia che collega il PASSATO al PRESENTE e purtroppo anche al FUTURO credo...se le persone, non capiranno che questa cose non devono più accadere...
per Ambra: grazie per il tuo aiuto, con i post.
Buona serata Tilli
Ciao Giovanni, mi piace molto questo racconto, anche io sono dell'idea che bisogna vivere e agire nel presente senza perdersi nell'attesa del momento opportuno che potrebbe non arrivare mai!
I miei complimenti a Giovanni.
Spesso mi chiedo se siamo noi gli artefici del nostro destino o se tutto sia stato già programmato...
Un caro saluto.
erika
Ci piacque. Concetto-HermanHessiano, io almeno l'ho visto così.
L'orrore della guerra ...
Bello,sospeso tra dolore e speranza; un invito ad eliminare gli orrori della guerra,e a costruire in ogni caso qualcosa
di importante per il futuro,qualunque esso sia.
Mi ha riportato la memoria dei racconti di mio padre di quei tristi tempi.
A Tomaso e
nanussa:
grazie del vostro aprezzamento. Scusate il ritardo con cui lo faccio (causa computer). Ciao giovanni.
Stella:
"nulla succede a caso...". Non potevi dire meglio grazie.
giovanni
Cosimo:
Grazie dell'apprezzamento dovuta a tanta sensibilità. Giovanni
Michele ,
Galatea,
Cavaliere oscuro:
destra o sinistra."se ci fermassimo a pensare...."Ottima interpretazione del racconto. Grazie di cuore a voi tutti. Giovanni.
Riri,
Isa
Grazie tante della vostra visita. Lo avrei già fatto se il computer non mi avesse tradito. Grazie Giovanni.
Ma bravo Giovannino! Ma che produzione che hai! Mi fai invidia e fai aumentare i rimproveri di Ambra a me! Ciao ragazzi.
Elio
buona giornata !!!!!!
A
lufantasygioe (istinto o fatalità?),
Tilli, (passato presente e anche futuro?),
Sciarada (sento piena assonanza),
Erika (fatalità, presentimento?)
Tambourine,
Adriano Maini (l'orrore della guerra fa sempre campolino nella vita di chi ci è passato),
Costantino,
Francesco Zaffuto(ricordi. Cercare comunque di ricostruire qualcosa. OK OK)
A TUTTI VOI IL MIO GRAZIE. Siete riusciti a commuovermi.
Grazie per avermi -2coccolato il cuore" con il tuo racconto.
Cara Ambra ti invito a leggere il mio post di ieri.
Il mio dolcissimo e amatissimo nonnino è sopravvissuto alla guerra, è stato uno degli eroi della resistenza: un partigiano combattente. Terminata la guerra, s'è tolto un po' di sfizi, come entrare nei parà e correre in moto. Intorno ai quarant'anni, dopo aver lavorato come poliziotto ferroviario, ha iniziato a lavorare come ferroviere, finché un giorno d'inverno un suo collega non gli ha chiesto il favore di coprirlo. Se mio nonno non avesse avuto il cuore immenso che ha sempre dimostrato, quel giorno non sarebbe scivolato su una lastra di ghiaccio e non si sarebbe trovato a dare l'ultimo colpo d'anca per potersi salvare dal treno in corsa che gli ha tranciato di netto una gamba. Una platea di manichini. Un suo amico è scappato anziché soccorrerlo e mio nonno non è morto dissanguato grazie alla lucidità con cui s'è tolto la cintura per stringersi la gamba amputata.
Mio cugino Steve lavora a Wall Street, in borsa, esattamente dove si stabilisce il valore del petrolio. L'11 settembre 2001 non soltanto si sono contati i morti delle torri gemelle, ma anche quelli degli edifici intorno, compreso quello di mio cugino, che quel giorno ha deciso che sarebbe stato meglio starsene a casa in pantofole per una leggera influenza. Sui pannelli oggi legge i nomi dei suoi amici perduti, piange, ma può ancora stringere i suoi bimbi.
Il destino esiste perché la vita di tutti è come un sasso in discesa. Se non si intuisce la direzione verso cui si sta puntando o se la si fraintende, non si interviene e allora mio nonno finisce sotto un treno, mio cugino si salva dall'attacco terroristico e la resistenza diventa, insieme all'aiuto dell'USA, la chiave per la libertà.
Grazie del racconto e per lo spunto alla riflessione!
Buona notte!!!
@ Ambra.
Mi proponevo nel pomeriggio di commentare dei post. Ma come si fa ad attendere a rispondere al post di Ambra.Cara hai descritto due esempi concreti e vissuti di destino. Io credo tanto in lui. Non a caso ,ma per molti fatti della mia vita. Alla fine della lettura si serra il cuore in gola. Grazie è dire poco. Ti scrivo come da fratello a sorella. giovanni
grazie a te, giovanni!
se Dio avesse un programma per ognuno di noi, in cielo ci sarebbe più casino che in centrale a Milano nelle ore di punta. Avere un programma per tutti i treni, e per tutti i passeggeri, per tutte le stazioni, di tutte le città, di tutto il mondo, credo sia disumano almeno quanto un mutuo sulla casa ancora da trovare.
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