Post di Ambra
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Così lessi anche gli altri di Bacchelli: Il rabdomante, Il diavolo al Pontelungo, Il fiore della Mirabilis, Il pianto del figlio di Lais e infine Mal d'Africa. Ancora oggi li ricordo quasi tutti, ma “Mal d'Africa” l'avevo completamente dimenticato. Il mal d'Africa è quell’acuta sensazione di nostalgia di chi è stato in Africa e brama tornarci, qualcosa di struggente come espresso dalla parola “saudade” in spagnolo o da “Sehnsucht” in tedesco. Ecco, io il mal d'Africa - quello di cui avevo avuto qualche sentore leggendo il libro - l'ho poi veramente provato, l'ho sentito, forte, nel mio corpo e nella mia mente.
Ero già stata in Africa per lavoro, a Tunisi, era molto pittoresco, mi era piaciuto.
Ma l'Africa, l'Africa vera, quella, pare, delle nostre radici, non l' avevo conosciuta.
La seconda volta - era il 1982 - ci andai ancora per lavoro, questa volta la mia destinazione era stata la Costa d'Avorio, Abidjan, sulla laguna.
Era la stagione delle grandi pioggie. Come ero scesa dall'aereo di colpo avevo avuto una forte sensazione, era come se il mio corpo si sciogliesse nel calore d'inferno che lo avvolgeva. Camminavo come ubriaca avvolta nel calore bruciante.
Il taxi ci portò poi all'albergo, mentre per la strada uomini e donne giacevano sdraiati per terra all'ombra in cerca di refrigerio.
Scesi presto nella hall dell'hotel e mi avvicinai alla piscina mentre guardavo alberi lussureggianti mai visti. Il sole splendeva in tutto il suo fulgore, la luce era accecante. Ovunque una potente seduzione mi premeva d'intorno. Nasceva dai fiori profumatissimi, dall'intrico degli alberi pieni di foglie, dal sole che ti bruciava la pelle, dai corpi lucidi di sudore degli uomini, dalle loro movenze rallentate e molli.
Ma l'Africa, l'Africa vera, quella, pare, delle nostre radici, non l' avevo conosciuta.
La seconda volta - era il 1982 - ci andai ancora per lavoro, questa volta la mia destinazione era stata la Costa d'Avorio, Abidjan, sulla laguna.
Era la stagione delle grandi pioggie. Come ero scesa dall'aereo di colpo avevo avuto una forte sensazione, era come se il mio corpo si sciogliesse nel calore d'inferno che lo avvolgeva.
Il taxi ci portò poi all'albergo, mentre per la strada uomini e donne giacevano sdraiati per terra all'ombra in cerca di refrigerio.
Scesi presto nella hall dell'hotel e mi avvicinai alla piscina mentre guardavo alberi lussureggianti mai visti. Il sole splendeva in tutto il suo fulgore, la luce era accecante. Ovunque una potente seduzione mi premeva d'intorno. Nasceva dai fiori profumatissimi, dall'intrico degli alberi pieni di foglie, dal sole che ti bruciava la pelle, dai corpi lucidi di sudore degli uomini, dalle loro movenze rallentate e molli.
Per la gioia di ritrovarmi in quel mondo che mi prendeva l’anima e la mente, creature di sole danzavano nella mia testa, ubriacandomi di felicità.
Rimanemmo alcuni giorni ad Abidjan, poi esauriti gli impegni di lavoro prendemmo accordi in hotel per andare verso nord con un taxi, non c'è altro modo per definirlo perché faceva servizio pubblico, ma lungo la strada si fermò diverse volte e dovemmo anche aiutare l'autista a spingerlo.
In viaggio verso nord |
Infine quando lui lo decise si riprese il lungo viaggio.
Ai margini della strada, dapprima la foresta piena di fascino oscuro poi infine la vegetazione che si abbassava e da verde intenso diveniva bruciata, era la savana sterminata.
Non potevamo più proseguire in auto poiché la strada terminava, ma ci aspettava un biplano.
Il biplano |
Gli indigeni ci avevano circondato e ci guardavano, offrii un pacchetto di sigarette a uno di loro, un giovane che se ne stava in disparte, senza una gamba. Sul suo viso un sorriso appena accennato dapprima e poi un lento aprirsi dello stesso a un momento di felicità inaspettata, in un gran biancore di denti in contrasto col nero cupo della pelle.
E qui, nell'Africa selvaggia ho trovato le mie radici, quelle primordiali che sembra accomunino tutti gli uomini.
Lei era la mia Patria, la Terra dalla quale ero, non so come, arrivata.
Lei era la mia Patria, la Terra dalla quale ero, non so come, arrivata.
Restammo un giorno e una notte nella savana, ci accolse un italiano che aveva abbandonato moglie e tre figli per inseguire il canto delle sirene e dall'Africa non era più tornato. Ci fece le feste un cucciolo di leone che viveva con lui e dal quale mi tenni alla larga.
Per il pernottamento per noi ospiti c'erano disponibili 3 casottini in lamiera forniti solo di una branda e di un bagno ridottissimo, ci disse di chiudere a chiave porte e finestre e di non aprire per nessuna ragione, fino a quando non fosse arrivato lui al mattino e avesse bussato alla porta.
Il cucciolo |
Mai trascorsi una notte così spaventevole, voci irriconoscibili, rumori, suoni, versi mai sentiti, un continuo picchiare, uno strisciare lungo le pareti e sul tetto, urli improvvisi non sapevo se d'uomo o d'animale mi raggiungevano e mi rimbombavano nella testa, mentre con gli occhi sbarrati non mi muovevo dalla branda per paura che le creature sconosciute là fuori potessero entrare nonostante porte e finestre fossero sbarrate e pensando che se mi fossi sentita male, non sarei nemmeno potuta uscire per chiedere aiuto. Il telefono non c'era e il cellulare era di là da venire.
La minaccia e la paura - anch'esse manifestazioni esasperate di un mondo che mi reclamava - mi stringevano in una morsa avvolgendomi strettamente come in un laccio e catturandomi ancora di più.
Volevo restare e inebriarmi delle sensazioni intense e penetranti che l'Africa mi aveva suscitato. Ma presi infine l'aereo e tornai.
La minaccia e la paura - anch'esse manifestazioni esasperate di un mondo che mi reclamava - mi stringevano in una morsa avvolgendomi strettamente come in un laccio e catturandomi ancora di più.
Volevo restare e inebriarmi delle sensazioni intense e penetranti che l'Africa mi aveva suscitato. Ma presi infine l'aereo e tornai.
Da allora so che cosa vuol dire Mal d'Africa perché a tratti si ripresenta come un vago dolore, come di radici strappate che hanno lasciato una ferita mai del tutto cicatrizzata.
Ambra
che bel racconto, si l'africa ci riporta al nostro stato "primordinale" da cui tutti noi arriviamo, qualcosa che anche se non conosciamo sentiamo molto familiare e troviamo un attrazione incredibile, grazie per avere condiviso con noi questa tua esperienza e stato d'animo
RispondiEliminaChe bel racconto, Ambra! Lo dico anch'io, e ora mi punge la curiosità di sapere che lavoro facevi e qualcosa in più di te.
RispondiEliminaGrande racconto che incanta, hai scritto "mai trascorsi una notte così spaventevole" la paura mi stringeva in una morsa eppure le sensazioni ti avvolgevano, ti catturavano, ti prendevano anima e mente da non voler più andare via!
RispondiEliminaPer un attimo mi sono sentita in Africa...
Un abbraccio e buon pomeriggio da Beatris
Un bel racconto!
RispondiEliminaSaluti a presto
Cara Ambra, leggere simili racconti è sempre un piacere!!!
RispondiEliminaCiao e buon pomeriggio cara amica.
Tomaso
è un vero piacere leggerti !!!
RispondiEliminacomplimenti
Quasi una mancanza, d'una terra affascinante e selvaggia, si presenta fortemente nostalgica, a tutte quelle persone che hanno conosciuto la natura e la bellezza dell'Africa. Come non desiderare di rimettervi piede?
RispondiEliminaUn racconto di piacevolissima lettura, che ho molto apprezzato
Buona serata, Ambra e un saluto,silvia
Che bello questo racconto,Ambra, emozionante.Certe sensazioni forti non si dimenticano così facilmente, non ti lasciano più. Fanno parte della più profonda coscienza, della nostra essenza..
RispondiEliminaAmbrina cara, penso di essere l'unica , stando in Africa( Tanzania per la precisione) a non essere stata folgorata dal famoso male che ti si insinua nelle vene e non riesci più a togliertelo di dosso.
RispondiEliminaMi perdonerete? Non so che dire , ma sono sincera...
I miei conoscenti mi chiamano scherzando" vecchia Germania" ed ora un pochino si capisce , vero?
Bacissimo!
Il tuo racconto, cara Ambra è coinvolgente al massimo. Mi hai fatto vivere il tuo viaggio, le tue sensazioni, la tua avventura e quella notte spaventevole poi....
RispondiEliminaPenso che l'Africa eserciti un grande fascino...penso, almeno, perchè non ci sono mai stata e sono anch'io un tipo un po' "vecchia Germania" come si definisce NELLA!
Belle anche le foto!
Grazie di questo splendido ricordo e buona serata!!!
Mamma mia che post bellissimo, vario e divertente malgrado quella sosta del taxi in Africa.
RispondiEliminaHo letto anch'io "Il mulino del Po" ma, purtroppo, non rammento nulla del suo contenuto.
Un caro saluto,
aldo.
Ciao Ambra!
RispondiEliminaAvvolgente il tuo racconto e quanta emozione nel leggerti mi sembrava di essere li a viverlo in prima persona,per sentito dire tutti coloro che sono stati in Africa sperano di tornarci ancora,un'amica di mio figlio ogni anno ci andava per tre mesi circa quest'anno ha lasciato l'Italia per trasferirsi definitivamente
Buon fine settimana
L'africa molto bella e affascinante… un caro saluto e un buon fine settimana ciao
RispondiEliminaSplendido! Bellissimo! Un racconto affascinante e coinvolgente!
RispondiEliminaRicordo anch'io quel silenzio rotti da suoni sconosciuti, ma ero tranquilla, nel Parco.
RispondiEliminaChi non è stato in Africa, dovrebbe leggere questo tuo post e gli parrebbe di esserci stato.
Cristiana
Ciao Ambra, un racconto bellissimo che ci fa quasi sembrare di essere lì con te in quella notte spaventevole...Mal d'Africa, l'ho provato anch'io, nel sud dell'Egitto, una sensazione che ti avvolge e ti soffoca, un insieme di rimpianto, malinconia, nostalgia e una puntina d'ansia...e non ti abbandona più, ancora oggi certe mattine, appena sveglia, provo questa acuta sensazione, una sorta di perdita e questa grande, infinita nostalgia ...
RispondiEliminaTi auguro un sereno fine settimana.
Antonella
Ciao Ambra, del Mulino del Po', a parte averlo letto anch'io, mi ricordo della serie TV in bianco e nero di tantissimi anni fa. Mi piace il tuo racconto, ma io non posso avere il mal d'Africa "nera" perché non ci sono mai stato. Sono stato solamente in Marocco. Buona domenica.
RispondiEliminaDeve essere stata un'esperienza bellissima. Io non posso andare in quei paesi per motivi di salute, ma mi piacerebbe moltissimo :-)
RispondiEliminaBaci
❤ه° ·.
RispondiEliminaProvavelmente os barulhos e vozes deveriam ser de um bando de animais noturno em busca de alimentos. Fascinante!!! Eu teria me aproximado e tocado no filhote de leão.
Bom domingo! Boa semana!
Beijinhos.✿ه° ·.
✿✿⊱ه° ·.
non sapevo di questa tua avventura e di questa'amore per un'altra terra.....quante cose non si sanno.
RispondiEliminaNon credo mai che andrò in Africa,il caldo come lo hai descritto tu,mi farebbe morire..^_^
Baci
Sei riuscita col tuo racconto e le tue foto (bello anche vederti bionda...con lo stesso sorriso di adesso!) a trasmettermi tutte quelle sensazioni intense, sensuali, affascinanti e anche paurose che hai provato in Africa. Ora riesco a capire cos'è "il mal d'Africa" e di cosa si può provare nostalgia in modo così violento. Questo continente non l'ho mai visitato quindi non so se anch'io, dopo, potrei esserne affetta. Penso comunque di essere un tipo più...nordico. Ciao Ambra, buona domenica!
RispondiEliminaP.s. Mi è venuto in mente quanto mi aveva conquistato la lettura e il film "Il tè nel deserto".
Che bellissimo racconto, Ambra (e che belle che sei in quella foto)! Io sono stata solo nella parte nord dell'Africa, in Egitto, Tunisia e Marocco, che per quanto affascinanti non mi hanno però lasciato sensazioni tanto intense... ma spero che un giorno avrò l'occasione di fare un safari nelle savana, credo che in quel caso le cose saranno ben diverse!
RispondiEliminaComunque io non so come tu abbia fatto a non accarezzare quel cucciolo di leone, è un'amore! :D
Baci!
S
http://s-fashion-avenue.blogspot.it
Bello il tuo racconto :)
RispondiEliminasono stata per diverso tempo in Malawi e Zambia e ho adorato l'Africa!
ciao, bello il tuo racconto.
RispondiEliminadal 1982 ad oggi è passato un po' di tempo chissà come è ora? sono stato in Egitto nel 78, ma l'Africa nella sua centralità penso che sia come tu la descrivi. Forse non ci andrò mai, eppure ho scritto uno strano racconto sull'Africa che presto inserirò su Arpa eolica. ciao
RispondiEliminaBravissima, cara Ambra!!!! Mi è sembrato di leggere il racconto di un'esploratrice......Anch'io ho avuto l'impressione di trovarmi in quei luoghi in tua compagnia grazie alla ricchezza dei particolari, agli aggettivi che hai usato per le tue dettagliate descrizioni E' vero che esiste il mal d'Africa, posso confermarlo. Io ci sono stata tre volte e quando si torna a casa si ripensa con nostalgia a quei luoghi dove, pur non essendoci comfort, sei a contatto con una splendida natura, con gente che è sempre felice nonostante tutto. Grazie anche di aver condiviso questi scatti in cui ci fai conoscere una bellissima Ambra (sembri un'attrice in un set cinematografico....).
RispondiEliminaCmq, non sei cambiata per niente, brava!!!!!! Ed io son contenta di averti conosciuta. Abbraccio.
Cara Ambra mi è sembrato di leggere un bellissimo romanzo ,io conosco l'Africa settentrionale e l'Egitto e mi ricordo con molta nostalgia quel viaggio affascinante e diverso dagli altri per cui posso capire le tue emozioni.
RispondiEliminaUn caro abbraccio
Complimenti per la bella descrizione! Purtroppo non conosco il così detto 'Mal d'Africa' perché quel Continente lo conosco poco. Un abbraccio. Stefano G.
RispondiEliminaUn piacere leggere questo racconto e vedere le foto e ritrovarsi in quello che scrivi, magari pensando a un'altra parte di Africa o a tante altre. Una volta messo piede in Africa si pensa sempre a quando ci si potrà tornare.
RispondiEliminaV.
bellissimo racconto, ma sopratutto grazie per AVERMI TRASMESSO TUTTE LE EMOZIONI che tu hai provato allora.
RispondiEliminaMolto avvincente questo diario... hai ben trasportato in questo racconto tutte le sensazioni e ricordi che ti hanno permesso dei conservare il Mal d'Africa.
RispondiEliminaUn caro saluto!
Un abbraccio e buona giornata da Beatris
RispondiEliminabuona serata!
RispondiEliminaE' stato un grande piacere leggerti e vederti allora con lo stesso sguardo che hai ora: Sei stata molto coraggiosa, il coraggio ti derivava dal tuo lavoro? Non so quale fosse, cmq un'esperienza fantastica. Baci
RispondiEliminaEmi
Splendido racconto Ambra
RispondiEliminaun abbraccio Stefano
Hai tradotto benissimo il fascino, il mistero,le contraddizioni di quel meraviglioso continente. Continente che trabocca di gioventù, purtroppo tra mille problemi e difficoltà.
RispondiEliminaTi auguro un sereno fine settimana, con un abbraccio
RispondiEliminaUn abbraccio e buona domenica da Beatris
RispondiEliminaCiao
RispondiEliminaQue o teu dia de domingo, seja agradável.
Que o Criador, nos brinde, com: Saúde. Paz e Alegria.
E que a família, continue, a ser, o - esteio - dos nossos dias.
Um abraço.
Riesco solo ora a tirare il fiato e raggiungerti in questo post.
RispondiEliminaRammaricandomi per quel che mi son persa fino ad ora!
Tra tanti vagheggiamenti che mi hanno catturata nella vita, non ho mai avuto il mal d'Africa. Probabilmente proprio per quello che tu hai saputo così efficacemente portare a noi tra le mani in questo tuo splendido reportage: perché l'Africa, per una come me, sarebbe stata un'esperienza troppo intensa, troppo "panica", e io devo averne, per questo, sempre avuto paura. Paura non dell'Africa, ma delle mie reazioni ad essa. Paura di smarrirmi, di perdermi e non tornare più, come la protagonista di The sheltering sky. Io la mia personale Africa, selvaggia e torrida e sterminata, la porto dentro, non ce la farei mai ad affrontare anche la sua gemella "esterna". Ma chissà :)
Per ora quella interna si è sollevata in una tempesta di sabbia, esaltata ed emozionata al massimo grado dalla visione di te ragazza, bellissima come sei oggi e come immaginavo fossi ieri: o meglio, come sapevo fossi, perché te l'ho vista dentro, quella splendida bionda, ogni volta che ci siamo incontrate, esce fuori ogni volta che compari ai miei occhi. Grazie di questa perla di post, Ambra :)))
ciao Ambra ! Io , adolescente , ho letto e visto in TV lo sceneggiato " Il Mulino sul Pò
RispondiEliminaConfesso che non lo ricordo. Non sono mai stata in Africa ma , ho sempre sentito parlare
del " mal d' Africa " Tu lo hai raccontato benissimo . Mi sembra di esserci stata con te.
Io preferisco i Paesi nordici ,dove ho anche vissuto e ne provo nostalgia...ma il tempo
passa e tutto cambia e si evolve.
Però , qualche cosa più di te e del tuo lavoro ,potresti dircelo,no? Non sono l'unica ad essere incuriosita . Forse nel prossimo post ? Buona serata Laura A.
Ciao Ambra.
RispondiEliminaHo letto tutto d'un fiato, le tue foto sono bellissime (soprattutto quella con il biplano).
Non sono mai stata in Africa, quindi ti ringrazio di aver descritto tutto comprese le tue belle emozioni, che ora sono anche un pò mie.
Grazie e bacio.
Doskonale :)
RispondiEliminaPozdrawiam... Eugeniusz