lunedì 13 febbraio 2012

Nascosto da una porta aperta

Post di Elio
courtesy
Giornata di freddo intenso che penetrava facilmente attraverso i maglioni! La neve ghiacciata rendeva poco sicuro il cammino, ma la calma apparente suggeriva a Vincenzo l’idea di fare una scappata da Gianna.
Lei abitava in una casetta rustica lasciatale dai suoi genitori, che consisteva in unico grande camerone. Una delle dodici  casette di cui era composto il suo paesino arrampicato sulla montagna.
Pur nella calma Vincenzo era molto all’erta: i tedeschi avevano imparato a muoversi senza farsi notare e incontrarli, significava vederli per l’ultima volta. Finalmente giunse alla porta della casetta e bussò leggermente. Gianna venne ad aprire ed il suo volto accigliato si spianò in un invitante sorriso. Vincenzo entrò, chiuse la porta ed appoggiò il suo mitra proprio nell’angolo che l’uscio faceva con il muro, abbracciò e baciò Gianna e si avvicinò al camino acceso con le mani tese.
Sul fuoco era appeso un paiolo che non conteneva polenta, come capitava di sovente, ma oltre ad un capace secchio d’acqua, uno di patate: lo splendido cibo sempre apprezzato, come la polenta, da tutti, specialmente se affamati. Vincenzo si sedette su una seggiolina accanto al camino, si tolse gli scarponi e le calze e cominciò a massaggiarsi i piedi ed a sentirsi riconciliato con la vita. Erano tre mesi che vagava con il suo gruppo tra quelle montagne e appena capitava da quelle parti faceva un salto da Gianna.
Ogni tanto  arrivava un ordine ed il gruppo, comandato da un ex tenente dell’esercito, studiava l’azione da compiere in tutti i suoi dettagli. L’azione veniva richiesta dal Comando in città e per prima cosa si verificava se nel gruppo ci fosse qualcuno che conoscesse bene la topografia del luogo, le strade più note e ancor più quelle meno trafficate, si calcolavano i mezzi necessari ed i tempi. E tutto questo doveva richiedere poche ore. Quindi uno di coloro che conoscevano la zona scendeva da solo in città per un sopralluogo e, se possibile, per incontrarsi con i patrioti della città che avevano richiesto l’azione. Quindi tornava il più velocemente possibile per riferire al Comandante e venivano stabiliti il giorno e l’ora dell’azione!
Quel giorno il gruppo non aveva nulla in vista e quindi Vincenzo poteva rilassarsi fisicamente e allentare la tensione nervosa. L’aspettava un bagno caldo, sia pure in una tinozza con poca acqua, un rapido spuntino, qualche momento d’amore con Gianna e poi ….. il ritorno lassù al freddo ed alla tensione!
S’immerse nell’acqua e cominciò ad insaponarsi con qualcosa che chiamavano sapone ma che di questo aveva ben poco: nero, duro, non si scioglieva facilmente ed emanava un odore di grasso andato a male. Però in qualche modo lavava e poi ……… c’era solo quello!
Gianna cominciava a preparare il cibo ed accennava, con la sua bella voce squillante, una vecchia canzone d’amore ……… ma fu interrotta da energici colpi alla porta d’ingresso: la porta si spalancò ed entrarono, mitragliette spianate, due soldati tedeschi  in tenuta da combattimento. Avevano i visi stirati e tesi, come se avessero più paura di me e di Gianna! E non era possibile che ne avessero di più di noi. Vennero vicino alla tinozza e mi chiesero, in un italiano molto stentato, se abitasse qualcun altro in quella casa e chi io fossi. Rispose Gianna dicendo che ero suo cugino che lavoravo in città e che ogni tanto andavo a trovarla, facendo intendere che eravamo legati da un rapporto amoroso. Fu bravissima!
Assolutamente non tradiva né la sua paura né alcun imbarazzo. I due davano davvero l’impressione di essere felici di crederle e così salutarono e se ne andarono chiudendo la porta, che era rimasta spalancata, impedendo la vista del mitra.
Quella porta salvò due vite: se i tedeschi avessero visto l’arma, avrebbero chiamato i loro compagni ed il comandante della pattuglia e niente e nessuno avrebbe potuto evitare a Gianna e Vincenzo l’immediata fucilazione sul posto!
Elio

33 commenti:

  1. Bella foto caro Elio, guardandola ti senti rilassato.
    Tomaso

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  2. ...vero da un senso di quiete.

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  3. Bellissimi ricordi e bellissima foto. Complimenti e Ciao
    Stefano

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  4. terrificante e purtroppo reale il terrore e la paura che avranno provato queste due persone.lu

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  5. Basta un soffio per cambiare il destino!

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  6. un bellissimo intenso racconto a lieto fine,
    un ciao a tutti/e

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  7. Un racconto intenso, vivo, non retorico, che dimostra ancora più grande, degna ed eroica la Resistenza, perché l'episodio ci rende la dimensione umana di quei tragici momenti.

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  8. Grazie, Elio,per questa testimonianza di tempi che dobbiamo imparare a non dimenticare

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  9. Non si poteva attribuire un titolo più appropriato ad un racconto così emozionante! Un bellissimo post, complimenti

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  10. si rimane appesi... a pensare... e ripensare...

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  11. Sai emozionare molto, sia con le parole che con le fotografie.

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  12. che foto bellissima!! la neve mi piace tantissimo !!! ciao felice giornata!! :)

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  13. Che bella storia d'amore, penso che a volte compia miracoli con il solo pensiero. Grazie:-) Un abbraccio a tutti voi.

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  14. mi ricorda molto le storie che mi raccontava mia nonna, relative all'occupazione tedesca e all'entrata degli americani nel paese!!!
    Un periodo difficile della nostra storia

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  15. Racconto avvincente ed emozionante.

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  16. Certe volte la vita è proprio appesa a un filo. Chissà poi chi lo tira questo filo.

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  17. Grazie a quella porta oggi, abbiamo letto questo intrigante racconto.
    Un abbraccio,Edo
    piesse, Gianna che fine ha fatto?

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  18. Al di là della trama del racconto è molto ben riprodotto il "clima" di quegli anni lontani che non dovrebbero mai essere dimenticati. La Resistenza è stata una delle poche glorie che possiamo vantare. giovanni

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  19. Emozionante, l'ho vissuto fino in fondo anche se soltanto alla fine della storia ho appreso il perchè del titolo "La porta aperta" e mi sono sentito risollevato.
    Questo è uno di quei racconti che mi crea un certo stato d'animo, che mi appassiona, anche perchè passati i miei 82 anni ricordo benissimo certi fatti avendo avuto ospite a casa nostra qui a Roma mio zio, uno dei fratelli di mia madre che faceva parte dei GAP.
    aldo.

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  20. Due vite salvate da una porta e dalla prontezza di spirito di Gianna.
    Storia emozionante....

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  21. una storia di amore e di coraggio, davvero da lasciare col fiato sospeso. Quanti particolari danno sfumature a questo racconto di vita: le patate nel paiolo, il sapone nero odorante di grasso, le canzoni d'amore, i visi tesi e impauriti di chi faceva paura... e il fucile dietro la porta!!!
    Bravo Elio

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  22. Una foto molto bella,il ritorno ad un passato troppo recente per poter essere dimenticato.

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  23. Bella storia e benedetta quella porta aperta, mi ricorda i racconti di mio padre, grazie, buon fine settimana a tutti voi.

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  24. che bel racconto incredibile, la vita è anche questo

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  25. Nulla accade a caso...
    e quell'uscio aperto ne è stato testimonianza...
    grazie per la Condivisione..
    un caro saluto e l'augurio per un sereno week end..
    dandelìon

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  26. Piccoli particolari che salvano la vita...Mio suocero è stato capitano di un gruppo partigiano nella zona di Piacenza. Quante ne raccontava...non ci si stancava mai di ascoltarlo. Son contenta che mio figlio abbia beneficiato dei suoi racconti.

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  27. Grazie a tutti: siete molto buoni ed indulgenti. Per la fotografia bisogna ringraziare Abra.
    Grazie Ambra
    Un bacione
    Elio

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  28. L'emozione esce tutta, dalla foto ma ancora di più dal racconto :) Ciao

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  29. Un racconto molto ben scritto e che mi ha colpito molto
    Buona giornata

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  30. Mia nonna Sofia, amava raccontarmi episodi di vita vissuta nell'ultima guerra. Leggendo il tuo post, Elio, ho fatto un balzo indietro di almeno 50 anni! Comunque bello il tuo racconto e soprattutto bello il lieto fine........

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Grazie per la tua gradita visita che ricambierò con piacere.