mercoledì 9 febbraio 2011

Una visita all’alba

Testo di Giovanni N.
La mia camera da letto prende aria e luce da una porta-finestra che si apre su un balcone.
Nel dormiveglia proprio in quella direzione volsi lo sguardo attratta da un misterioso richiamo.
Nella luce dell’alba intravidi la figura di una giovanissima donna che lentamente si avvicinava al mio letto.
Ora la vedevo bene. 
“Sei sveglia?”
“Sì che sono sveglia ma tu chi sei?”
Quando la giovane si avvicinò ancor più , fui colta dalla stupefazione. Riconobbi quelle fattezze, quei capelli lunghi e neri, quel sorriso dolcissimo, mite, velato di malinconia.
“Tu?”
“Allora mi riconosci?”
“Sì ma non ricordo il tuo nome: Scusami.”
“Cara non devi scusarti. Sono passati tanti anni dall’ultima volta che ci siamo viste a Venezia per…..”.
La interruppi. “Sì ricordo. Studiavamo all’Università di Venezia. Quando dovevamo sostenere gli esami ci trovavamo al collegio Ciliota . Tu venivi dal Piemonte. Io dal Friuli. Là a Venezia nacque la nostra amicizia . Dormivamo nella stessa camera e condividevamo le ansie per gli esami.Che batticuori”. “Appunto” mi rispose la giovane con un malizioso sorriso. “Non capisco” aggiunsi “parli di quasi quaranta anni fa ed hai ancora la faccina da bambina come allora.Come è possibile?”.
“Per me il tempo si è fermato”.
“Cosa vuol dire?”
“Che ho 24 anni “.
Continuavo a non capire.
“Anche io, a quanto dicono , non mi porto male, ma si vede che gli anni son passati…”.
“E’ diverso Paola. Un conto è portarsi bene , un altro conto è quando il tempo si ferma”.
La fanciulla mi sorrise rassicurante poi proseguì il discorso: “qualunque cosa accada devi avere coraggio e fiducia. Ricordati fiducia”.
Allungai una mano per toccarla ma lei si allontanò scuotendo lentamente la testa, come a voler dire “non è possibile”.
Sostò un momento dinanzi alla finestra. La implorai di rimanere ancora, chè  avevamo  tante cose da dirci e da ricordare ma lei , là dove era apparsa , svanì.. A quel punto mi svegliai. Ero un poco impressionata. Mi rassicurò la luce del mattino di marzo che illuminava la camera. Guardai l’orologio. Segnava la solita ora del risveglio. Finii di tranquillizzarmi . Tutto come sempre.
Raccontai il sogno a mio marito che ne  rimase colpito ma non ci fu molto tempo per pensare. Gli impegni incombevano come ogni giorno. Passò poco più di una settimana, quando quel sogno inaspettatamente tornò a riproporsi.
Nella libreria del suo studio mio marito ha destinato uno scaffale ai ricordi che mi riguardano, fra i quali alcuni libri superstiti del tempo dell’Università.
Quella mattina (non l’aveva mai fatto) prese il mio libro di letteratura spagnola ed aprendolo a caso, vide scivolare una cartolina (anzi una cartolina postale come usavano anni addietro). Vi era un breve scritto ed in calce una data che lo incuriosì: una data di molti anni fa. Mio marito mi chiamò ed insieme leggemmo: “Mia cara ieri mi è giunta la tua lettera ed anzitutto ti farò i complimenti per il brillante esito dei due esami che hai già sostenuto.  Del resto tali voti te li meritavi pienamente. Sarai tanto gentile se vorrai, come già siamo d’accordo, consegnarmi le dispense di storia  al più presto. Io sarò a Venezia domenica 20 c.m. e spero di poterti abbracciare . Tanti bacioni e grazie infinite. Delfina”. L’immagine sorridente e dolce del sogno si accostò a quel nome.Delfina come non ricordarlo?
Con mio marito convenimmo che sembrava quasi che il destino insistesse perché mi ricordassi quel nome  e rinverdissi i ricordi . Allora decidemmo di cercarla.
Elenco telefonico Alessandria lettera B…..tanti cognomi uguali . Quale chiamare?  Provammo con il primo ed avemmo fortuna, così almeno ci sembrò al primo momento perché ci risposero dei parenti. Non fu facile spiegarsi. Poi la domanda: “e Delfina?”. Seguì un silenzio che avrebbe dovuto prepararci. La conversazione riprese: “Delfina è morta dopo una terribile malattia, alla soglia della laurea, già da tanti anni.” I sentimenti provati sono inesprimibili, fatti di incredulità e pietà. Fu fatale tornare all’enigma del sogno che sembrava destinato al mistero.
Un mese  dopo tali avvenimenti mio figlio fu colpito da leucemia. Con mio marito lo  accompagnammo a percorrere il lungo e tormentoso tunnel della malattia. Angosce senza nome. Resistenza fisica e psichica. Sempre una forte fiducia. Da quel tunnel uscimmo nel tardo autunno e nella primavera dell’anno successivo ci  recammo ad Alessandria.
La Rosanna che ricorda la cugina Delfina con immutato affetto ci volle accompagnare al cimitero dove in una cappelletta piena   di piante e fiori , riposa Delfina. La Rosanna sdrammatizza dicendoci  anche che usa parlare con i morti come fossero vivi. A voce alta dice  :” Delfina è venuta la tua amica Paola a trovarti….”. Vidi sul marmo la fotografia.

La vidi come nel sogno. Con i capelli neri, gli occhi grandi ed un sorriso dolcissimo. Rimasi contagiata dalla Rosanna e mi sentii quasi come se fossi andata nella sua casa. Mi accostai al marmo. Posai la mano su quella foto come se la accarezzassi: “Delfina  mio figlio è guarito.”
Giovanni N.
image cc by alciepopkorn NonCommercialLicense

29 commenti:

  1. Giovanni, i tuoi post li divoro e nello stesso tempo mi mettono i brividi...

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  2. Caro Giovanni, ho letto il tuo racconto tutto d'un fiato. Ho subito immaginato quello che avrei trovato qualche periodo più in giù...
    Anch'io parlo con i miei cari....
    Mi hai coinvolto talmente che mi sono commossa.
    Buona giornata.
    Erika

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  3. Caro Giovanni i tuoi lunghi post mi fanno passare dei momenti di brivido e mi viene la pelle d'oca.
    Buona giornata.
    Tomaso

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  4. Questa tuo scritto mi ha fatto venire la pelle d'oca....ma mi ha fatto capire che la vita ci sorprende sempre
    ciao

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  5. Sono senza fiato!
    E' bellissima questa storia...
    Io penso sempre che le persone a cui vogliamo bene, una volta scomparsediventano i nostri angeli custodi.

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  6. Ciao Giovanni, un racconto che lascia senza parole.
    Un saluto a tutti voi, con simpatia.

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  7. a volte ci sono dei misteri,che tali resteranno.Fortunatamente,c'è stata una conclusione positiva in questa storia,bella ed intensa.
    lu

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  8. Un racconto veramente toccante.Saluti a presto

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  9. menomale che finisce bene, perche' tutto il racconto e' un po da brividi
    ciao
    Michele pianetatempolibero

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  10. la vita sorprende sempre!!

    buona serata!! :)

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  11. uauuu c'è un misto tra mistero, thriller e commedia.
    bello

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  12. @ Stella.
    Cara amica. Un'anima sensibile come la tua non poteva che essere pienamente partecipe. Ti ringrazio tanto e spero conoscerti. giovanni.

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  13. @ Erika.
    Cara amica averti coinvolto mi fa tanto piacere perchè per una storia come quella raccontata si sente quasi fisicamente il desiderio della partecipazione. Ho sentito la tua e ti ringrazio. giovanni.

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  14. @ Tomaso
    @ Gabe
    @ Tilli
    @ Nicolanondoc.
    Cari amici ringrazio di cuore per la partecipazione così profonda. Sì viene la pelle d'oca. Viene anche a me se rileggo quel che ho scritto. Chissà che a maggio non ci si conosca. Lo spero molto. giovanni.

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  15. Giovanni il tuo racconto è molto toccante e pieano di emozione... l'ho letto con molto piacere! Un carissimo saluto!

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  16. un bel racconto ma sopratutto ho vissuto anche io un esperienza di questo genere in una specie di dormiveglia, che strani scherzi che la mente e la suggestione oppure è un messaggio chiaro e preciso che non riconosciamo?

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  17. i toui scritti, Giovanni,prendono alla gola fino all'ultimo rigo.
    Qui si conclude un racconto accorato che era come rimasto sospeso. E mi rimane l'immagine della tua mano che si posa idealmente su di lei per rincuorare "è tutto a posto".

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  18. @ Ai cari amici lufantasygioie,Cavaliere oscuro,Michele,Cosimo,Nanussa,Isa,
    Mirta,Carmine Volpe,Sandra.

    Con i vostri commenti avete suscitato in me molta emozione. Se io ne ho data a voi certamente sono stato abbondantemente ricambiat. Molti di voi hanno usato l'espressione "racconto toccante" confermando la vostra sensibilità. Ora desidero ancora di più conoscervi. Grazie, grazie di cuore. Giovanni

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  19. Un racconto ancor più toccante, perché molto più intenso di significati di analoghi sogni o memorie dolenti, vissuti da tante persone degne di cuore.

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  20. Ciao, ti voglio semplicemente dire che mi sono un pò immedesimata nel tuo racconto ed ho provato mille emozioni, tra lo stupore, il pensiero del vostro dolore e la rinascita..anni fa una persona mi disse che solo chi ha "vissuto pienamente tutto quello che la vita riserva", ne esce arricchito ed io aggiungerei che arricchisce anche gli amici:-) Un caro saluto e buon fine settimana.

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  21. Ciao Giovanni,direi un gran bel testo,
    un saluto anche ad Ambra,ho letto il tuo post sotto molto bello.

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  22. Grazie per le emozioni che dai ogni volta con i tuoi racconti.

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  23. TI AVEVO DETTO DI AVERE POSTATO UN COMMENTO MA, COME AL SOLITO, DEVO AVER SBAGLIATO E ....COSI' NON E' VENUTO FUORI NIENTE! TI DICEVO CHE NON ERO AL CORRENTE DI QUESTA STORIA CHE MI E' OIACIUTA MOLTO. BRAVO GIOVANNINO, MENO MALE CHE ALMENO CI SEI TU CHE SAI SCRIVERE! NE SONO ORGOGLIOSO

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  24. non so che dire, potrei quindi starmene zitto. Mio cugino ha una malattia che non si sa, lo curano a Pavia, sembra fare progressi da che ha visto in sogno nostra nonna. Ho un'amica che vede fantasmi di notte. Non so se siano fantasie o verità. Il tuo racconto in certi punti sembra avere un epilogo scontato che poi non ha. Ma queste sono fantasie o verità?
    Ambra,
    non rispondermi, non ci sono risposte.
    Ho avuto una ragazza che faceva sedute spiritiche e diceva che sua zia era il male della famiglia (tutti i figli maschi morti in incidenti tragici, in 4 distinti momenti). La zia aveva avuto "solo" cinque figlie femmine e desiderava tanto un maschio.
    Vorrei vedere un fantasma anche una volta sola nella vita, o un parente morto mi desse una terna da giocare, se proprio fosse impossibilitato a parlarmi dell'aldilà.
    Vorrei vedere un oggetto in cielo che si muove, un segno, ma non ho mai visto nemmeno una stella cadente la notte di san Lorenzo.
    L'unica stranezza che mi è successa è stata quando è morto mio zio mi si è fermato l'orologio che mi aveva regalato dopo un suo viaggio in Svizzera. Uno WylerVetta da taschino (tarocco) comprato da un marocchino a Chiasso.
    Non una cosa da Peter Kolosimo, anche le pile erano tarocche e finirono la durata della sua malattia.

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  25. sto pensando ancora a questo "racconto" a parte lo scritto bene o male, non sto nemmeno a dirlo, è una narrazione talmente personale da sembrare vera (io dubito sia solo un racconto), ma la difficoltà incredibile è raccontarlo così da donna essendo uomo ... io non ne sono capace.

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  26. @ Agli amici Adriano Maini, Costantino, Riri (sì se ne esce arricchiti), Achab, Cristina(quanto a dare emozioni tu non scherzi),Mariolino (nel tuo commento ci spingi nella zona del mistero ove nessuna spiegazione è possibile). Elio ti ho risposto a voce e non poteva essere diversamente. Qui ti rinnovo il ringraziamento. Cerca di star bene, Questa e la vera storia importante.

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  27. @Mariolino

    Sai Mariolino?
    Rileggendo il racconto la seconda volta, sono rimasto stupito nel vedere un nome maschile e ricordo di aver pensato più o meno la stessa cosa...solo che è stato un pensiero che poi non è venuto a galla.

    Che sensibilità Mariolino, complimenti :o)

    C'è adesso al cinema (chi non l'ha visto),l'ultimo film di C. Eastwood - Hereafter - che parla proprio di questo confine. O meglio, Confine.

    Il film può piacere o meno, può spaventare o meno; innervosire, far pensare forse per qualche istante prima di relegare il tutto (ovvero tutto ciò che gravita intorno alla Morte) ai bordi più lontani del proprio pensiero e coscienza.

    Dice tuttavia una cosa che sento vera: qui, ora, la Morte spaventa; è vista come nemica, terribile, da evitare, da allontanare spasmodicamente.
    Da rifiutare insomma.
    Se ciò è giusto o è sbagliato di sicuro ognuno lo verificherà personalmente.

    :o)

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Grazie per la tua gradita visita che ricambierò con piacere.